I cittadini europei dovranno pagare un visto per entrare nel Regno Unito: come funziona

Dal 2 aprile 2025, i cittadini Ue dovranno richiedere il visto elettronico Eta se vorranno entrare nel Regno Unito per motivi di turismo, affari o visite brevi, ma anche per il semplice scalo
5 giorni fa
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Brexit Autorizzazione Eta

A partire dal 2 aprile 2025, tutti i cittadini dell’Unione europea che desiderano entrare nel Regno Unito per motivi di turismo, affari o visite brevi dovranno richiedere (e pagare) un visto elettronico chiamato Electronic Travel Authorisation (Eta).

Questo sistema progettato dal governo britannico segue l’esempio dell’Esta utilizzato dagli Stati Uniti per i viaggiatori internazionali. L’introduzione dell’Eta rappresenta la fine della libertà di movimento, che finora consentiva ai cittadini europei di entrare liberamente nel Paese senza necessità di visto per soggiorni brevi.

Cos’è l’Electronic Travel Authorisation (Eta)

L’Eta è un’autorizzazione elettronica collegata digitalmente al passaporto del richiedente che consente l’ingresso nel Regno Unito per un periodo massimo di 6 mesi per ogni viaggio, con la possibilità di effettuare ingressi multipli per un totale di 2 anni. Tuttavia, se il passaporto scade prima della fine del biennio, l’Eta perderà validità e sarà necessario richiederne uno nuovo insieme al nuovo passaporto.

Cosa permette di fare

Il visto elettronico Eta è necessario per diversi tipi di viaggi nel Regno Unito. Permette, ad esempio, di entrare per:

  • Turismo, compresa la visita di familiari o amici;
  • Brevi soggiorni di lavoro o studio (massimo 6 mesi);
  • Partecipazione a eventi retribuiti consentiti, come esibizioni o spettacoli, senza necessità di richiedere un visto per lavoratori;
  • Transito attraverso il Regno Unito.

Nonostante l’Eta consenta una certa flessibilità, non è valido per rimanere nel Regno Unito per oltre 6 mesi, né per svolgere un lavoro retribuito o non retribuito per un’azienda del Regno Unito o come lavoratore autonomo, a meno che non si svolga un impiego o un evento retribuito consentito o si lavori con la concessione del visto per lavoratori creativi. Non è possibile richiedere fondi pubblici né utilizzare l’Eta per vivere nel Paese tramite visite successive o frequenti. Inoltre, l’Eta non consente ai cittadini europei di sposarsi o registrare un’unione civile in Uk, né di dare comunicazione di matrimonio o unione civile, pratiche per cui sarà necessario un visto ad hoc per visitatori matrimoniali.

Come si ottiene

Il processo per ottenere l’Eta è semplice e totalmente digitale. I richiedenti dovranno compilare un modulo online, disponibile sia tramite il sito ufficiale del governo britannico che attraverso l’app mobile UK Eta. I requisiti includono:

  • Un passaporto valido (non una copia);
  • L’accesso a un indirizzo email;
  • Un metodo di pagamento elettronico come carta di credito/debito, Apple Pay o Google Pay;
  • Una fotografia del passaporto e del volto della persona che presenta la domanda, che può essere scattata e caricata tramite l’app.

Il costo del visto elettronico è di 10 sterline, equivalenti a circa 11,80 euro. La richiesta viene processata in circa tre giorni lavorativi, e una volta approvata, l’Eta sarà digitalmente collegato al passaporto del viaggiatore, consentendo l’ingresso nel Paese senza ulteriori documenti cartacei. In caso di urgenze, è comunque possibile entrare nel Regno Unito mentre si attende la conferma, purché la richiesta sia già stata inviata. Di per sé la somma non è elevata, ma indispettisce il fatto che i cittadini dovranno pagare il visto anche per il solo scalo aeroportuale.

Chi deve richiederlo e chi è esentato

L’Eta sarà obbligatorio per tutti i cittadini dell’UE che non possiedono un visto di lavoro, un permesso di residenza o uno status riconosciuto dall’EU Settlement Scheme. Tuttavia, alcune categorie di persone sono esentate dall’obbligo di richiedere questo visto elettronico, tra cui:

  • Residenti in Irlanda o viaggiatori provenienti dall’Irlanda, Guernsey, Jersey o Isola di Man;
  • Titolari di passaporto britannico o irlandese;
  • Chi possiede un visto o un permesso per vivere, lavorare o studiare nel Regno Unito;
  • Chi possiede un passaporto dei territori britannici d’oltremare.

Maggiore sicurezza e controllo

Uno degli obiettivi principali del sistema Eta è migliorare la sicurezza alle frontiere britanniche. Collegando digitalmente l’autorizzazione al passaporto, l’Eta permetterà alle autorità di effettuare controlli più rigorosi e rapidi sui viaggiatori, ancora prima che questi inizino il loro viaggio verso il Regno Unito. Il Ministro per la Migrazione e la Cittadinanza, Seema Malhotra, ha sottolineato come la digitalizzazione del sistema rappresenti un passo importante per rendere l’ingresso più fluido per i milioni di visitatori che ogni anno contribuiscono all’economia turistica del Paese.

Questo nuovo sistema consentirà quindi al Regno Unito di rafforzare il controllo sugli ingressi, prevenendo potenziali abusi del sistema di immigrazione, pur mantenendo un processo agevole per i viaggiatori legittimi. Si prevede che l’Eta diventerà uno strumento centrale nella gestione dei flussi migratori post-Brexit, fornendo alle autorità maggiori dati sui viaggiatori che attraversano il confine.

Tensioni Starmer-Ue

Per quanto atteso, l’Eta è il simbolo delle recenti frizioni tra il premier inglese Keir Starmer e l’Ue. Il vertice della Commissione europea e il leader laburista avrebbero dovuto incontrarsi una volta riconfermata la presidenza von der Leyen, ma l’appuntamento continua a slittare soprattutto a causa dei programmi di mobilità giovanile e degli scambi universitari Erasmus.
L’attuale programma di viaggio per gli studenti del Regno Unito, il programma Turing, è a senso unico: consente agli studenti Uk di frequentare un’università dell’Ue, ma l’istituzione britannica deve finanziare il loro posto. Se le istituzioni non riescono a convincere l’università ricevente a inviare uno studente in senso contrario, l’istituzione britannica si ritrova con un deficit finanziario, a differenza di quanto avviene con l’Erasmus, dove il sistema era già predisposto per scambi più flessibili.

L’attuale programma di viaggio per gli studenti del Regno Unito, il programma Turing, è a senso unico: consente agli studenti Uk di frequentare università europee, ma a patto che l’istituzione britannica finanzi il loro posto. Se le istituzioni non riuscissero a convincere l’università ricevente (europea) a inviare uno studente in senso contrario, l’università Uk si ritroverebbe con un deficit finanziario, a differenza di quanto avviene con l’Erasmus, dove il sistema era già predisposto per scambi più flessibili.

Per approfondire: Rimandato vertice tra Regno Unito e Unione europea: cosa c’è dietro

Due mesi fa, il premier inglese Keir Starmer e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno discusso un nuovo trattato bilaterale che dovrebbe rafforzare la cooperazione su temi cruciali come commercio, affari e tecnologia. Nell’incontro berlinese, il leader laburista ha sottolineato che questo trattato non è un ritorno al mercato unico né alla libertà di movimento delle persone, due punti centrali nelle discussioni politiche post-Brexit.

Starmer ha escluso categoricamente che questo nuovo accordo includerà programmi di mobilità giovanile, tema che ha sollevato non poche polemiche nei mesi precedenti. Tuttavia, alcuni segnali di apertura sono emersi dopo la vittoria elettorale, con esponenti del governo che hanno sottolineato l’importanza di rafforzare i legami culturali e personali tra cittadini del Regno Unito e dell’UE.

Toni e contenuti un po’ diversi dai primi giorni a Downing Street.

A luglio, parlando da Blenheim Palace, il ministro degli Esteri David Lammy, aveva sottolineato che scambi come vacanze, arte e sport devono essere preservati per mantenere i legami tra i popoli europei e britannici. Lammy aveva fatto riferimento esplicito alla “ricca diversità del nostro continente“, dimostrando una volontà di riavvicinamento, seppure con limitazioni rispetto alla piena reintegrazione nelle dinamiche comunitarie.

In queste settimane sta venendo fuori la Realpolitik di Starmer, che cerca di migliorare le relazioni con l’UE senza compromettere le conquiste ottenute con la Brexit. La sua strategia mira a rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza e commercio, piuttosto che tornare alle politiche di integrazione che hanno caratterizzato il periodo pre-Brexit.