Donald Trump e Vladimir Putin potrebbero incontrarsi molto presto, la prossima settimana. Ma senza Zelensky. E senza Europa. Il vertice bilaterale, ventilato ieri dal presidente Usa in conferenza stampa, è stato confermato oggi da fonti russe, secondo cui sarebbe già stata individuata la sede. I preparativi, fa sapere Mosca, sono in corso.
“Su suggerimento della parte americana, è stato raggiunto un accordo di principio per tenere un vertice bilaterale nei prossimi giorni”, ha affermato il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, citato dall’agenzia di stampa statale Ria. Ushkov ha anche precisato che tale previsione è “provvisoria” e che Mosca “ci sta lavorando proprio ora”, così come gli Stati Uniti. La sede dell’incontro è già stata concordata e sarà annunciata in seguito. Secondo alcuni potrebbe essere gli Emirati Arabi Uniti.
Si tratta della prima volta che un presidente Usa incontra Putin dall’invasione russa dell’Ucraina: il presidente russo e Joe Biden si sono incontrati l’ultima volta a Ginevra nel giugno 2021. Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca il 20 gennaio scorso, ha parlato più volte al telefono con Putin, ma il loro ultimo incontro risale al novembre 2018, in occasione del G 20 a Buenos Aires, Argentina.
‘No’ a un trilaterale con Zelensky
Quello che invece il presidente russo non ha accolto è la proposta, avanzata dall’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, che ieri ha incontrato Putin a Mosca, di un vertice a tre con anche il leader ucraino Volodymir Zelensky.
“Questa opzione è stata semplicemente menzionata dal rappresentante americano Steve Witkoff durante l’incontro al Cremlino, ma non è stata discussa specificamente. La parte russa ha scelto di non commentare in alcun modo questa possibilità“, ha dichiarato Ushakov.
La Russia, ha precisato, è invece concentrata sui preparativi per un vertice bilaterale: “La nostra priorità è quella di lavorare a un incontro fra Putin e Trump proficuo e produttivo“, ha specificato.
“È stato osservato ancora una volta che le relazioni russo-americane possono essere costruite secondo uno scenario completamente diverso, reciprocamente vantaggioso, significativamente diverso da come si sono sviluppate negli ultimi anni”, ha affermato Ushakov parlando del colloquio con Witkoff, definito “utile e costruttivo”.
Anche per Trump l’incontro tra inviato speciale e Putin è stato positivo: sul suo social Truth ieri sera lo ha definito “molto produttivo” e un “grande progresso”, sebbene non una svolta decisiva.
Ue esclusa ancora
Nello stesso post su Truth, il presidente Usa ha anche fatto sapere di aver “aggiornato alcuni dei nostri alleati europei” sui colloqui di ieri, e dunque della possibilità del futuro vertice col presidente russo.” Tutti sono d’accordo sul fatto che questa guerra debba arrivare a una fine e lavoreremo nei prossimi giorni e nelle settimane a venire”, ha scritto ancora il tycoon.
Trump avuto contatti telefonici con diversi leader, tra cui Zelensky, il premier britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente finlandese Alexander Stubb, il segretario generale della Nato Mark Rutte, il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff.
Ushakov ha fatto sapere che anche la Russia, ha “iniziato a informare i partner e amici più stretti sulle questioni discusse durante il suddetto incontro con Witkoff“.
Esclusa, ancora, l’Unione europea, tagliata fuori dalla telefonata di ieri tra Trump e Zelensky, e non menzionata per un eventuale vertice sulla guerra. La vice portavoce capo della Commissione Arianna Podestà, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, ha però sottolineato che la presidente Ursula von der Leyen ha ricevuto “estesi debriefing” da parte di “diversi leader dell’Ue”. E ha aggiunto che da parte dell’esecutivo europeo “non c’è alcuna delusione” per la possibile esclusione dell’Ue dall’incontro tra Trump e Putin e Zelensky, dato che il “formato non è ancora stato deciso”.
Zelensky chiede un faccia a faccia con Putin
Zelensky intanto chiede un incontro faccia a faccia con Vladimir Putin per porre fine alla guerra. “In Ucraina abbiamo ripetutamente affermato che trovare soluzioni concrete può essere davvero efficace a livello di leader. È necessario stabilire i tempi per un simile formato e la gamma di questioni da affrontare”, ha sottolineato sui social.
“Ucraina e Germania – ha poi scritto dopo la telefonata con Merz – condividono l’opinione che la guerra debba terminare il prima possibile con una pace dignitosa, e i parametri per porre fine a questa guerra modelleranno il panorama della sicurezza in Europa per i decenni a venire. La guerra è in corso in Europa e l’Ucraina ne è parte integrante: siamo già in trattative per l’adesione all’Ue. Pertanto, l’Europa deve partecipare ai processi pertinenti“.
“Abbiamo coordinato le nostre posizioni con la Germania. Friedrich (Merz, ndr) e io abbiamo concordato di parlare di nuovo. Oggi, i consiglieri per la sicurezza terranno una riunione online per allineare le nostre opinioni: Ucraina, Europa intera e Stati Uniti”, si legge ancora. “Ieri sono stati discussi anche diversi possibili formati per gli incontri a livello di leader per portare la pace: due bilaterali e uno trilaterale. L’Ucraina non ha paura dei vertici e si aspetta lo stesso approccio coraggioso dalla parte russa. È ora di porre fine alla guerra”.
Il ‘pen-ultimatum’ di Trump
Domani, venerdì, scade l’ennesimo ultimatum di Trump, che aveva minacciato sanzioni alla Russia e dazi secondari contro i Paesi che acquistano energia da Mosca, se Putin non farà passi avanti verso il cessate il fuoco in Ucraina.
Una minaccia che non sembra aver fatto molto presa sul leader russo, che non intende sprecare il vantaggio militare sul campo. Intanto, oggi, Trump ha introdotto dazi punitivi del 25% all’India, colpevole di comprare greggio da Mosca consentendo dunque alla Federazione di poter portare avanti la guerra.
L’India non è l’unico Paese ‘amico’ di Putin. Trump ha lanciato un avvertimento a Pechino, affermando: “L’abbiamo fatto con l’India. Probabilmente lo stiamo facendo con un paio di altri. Uno di questi potrebbe essere la Cina“.