“Il presidente Trump ha condiviso con noi tre obiettivi molto importanti: prima di tutto il cessate il fuoco, poi che nessuno oltre all’Ucraina può negoziare ciò che riguarda l’Ucraina, e terzo elemento la disponibilità degli Stati Uniti di condividere con l’Europa gli sforzi per rafforzare le condizioni di sicurezza quando avremo ottenuto una pace duratura e giusta per l’Ucraina”. Il presidente del Consiglio europeo António Costa, al fianco del presidente francese Emmanuel Macron, ha sintetizzato così il colloquio telefonico che i leader europei, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno avuto oggi pomeriggio (13 agosto) con il presidente Usa Donald Trump e il suo vice JD Vance.
Il vertice virtuale, ospitato dalla Germania che lo ha promosso insieme a Gran Bretagna e Francia, è stato organizzato dopo un frenetico lavorio diplomatico seguito all’annuncio che Trump e Vladimir Putin si incontreranno in Alaska il giorno di Ferragosto, senza coinvolgere né l’Unione né il presidente ucraino. La paura degli esclusi è che venga fatto un accordo per cessare il fuoco capestro per l’Ucraina, e posto come ‘prendere o lasciare’.
Ma oggi i leader di Germania, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia e Polonia, insieme all’Unione Europea, al segretario generale della Nato Mark Rutte e a Zelensky, sembrano aver trovato un Trump disponibile e allineato, in una telefonata che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Lyen ha definito su X “molto positiva”. “Oggi l’Europa, gli Stati Uniti e la Nato hanno rafforzato il terreno comune per l’Ucraina”, ha aggiunto, avvisando che le parti rimarranno “in stretto coordinamento. Nessuno desidera la pace più di noi, una pace giusta e duratura”.
Da Trump sì al trilaterale, se l’incontro in Alaska andrà bene
Anche il presidente Usa, durante una cerimonia al Kennedy Center, si è detto soddisfatto della call: “E’ stata ottima, le darei 10“. E ha spiegato: “Incontreremo Putin e quindi chiamerò il presidente Zelensky e poi gli altri leader”. “Se il primo incontro va bene, avremo un secondo incontro tra il presidente Putin, il presidente Zelensky e me, se vogliono che sia lì. Vorrei farlo quasi immediatamente dopo”, ha annunciato, sottolineando che “potrebbe anche non esserci un secondo incontro“, nel caso in cui il faccia a faccia di venerdì non vada come desiderato.
E cosa desidera Trump? Lo ha spiegato il presidente francese dopo la telefonata: “Ottenere un cessate il fuoco“. A tal proposito, Vance ha dichiarato di aver parlato brevemente con il tycoon e che “la nostra missione come amministrazione sarà quella di riportare la pace in Europa”.
“Noi sosteniamo questa iniziativa, insieme allo scambio di prigionieri e al rilascio dei bambini”, ha affermato Macron aggiungendo che “il colloquio ha permesso di chiarire le sue (di Trump, ndr) intenzioni e, da parte nostra, di esprimere le nostre aspettative”.
Macron ha anche confermato che il presidente Usa “si batterà” per un incontro trilaterale sia con Putin che con Zelensky, che potrebbe svolgersi in Europa, “in un Paese neutrale che sia accettato da tutte le parti”.
Le condizioni di Mosca sono sempre quelle del 2024
Il punto però rimane uno: tutti dicono di volere la pace e dunque un accordo. Ma che accordo? E soprattutto, anche Putin vuole porre fine al conflitto? Stamattina la Russia ha confermato che sue condizioni sono invariate rispetto a quanto aveva detto un anno fa: cessione di quattro aree dell’Ucraina (circa il 19% del territorio nazionale: Crimea e Luhansk, che Mosca controlla, oltre a Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson che non controlla completamente), rinuncia formale all’ingresso nella Nato, smilitarizzazione.
A sua volta Zelensky ha continuato a ripetere che gli ucraini non cederanno terra “all’occupante”, tanto meno il Donbass, che costituirebbe per Mosca una “testa di ponte” per una ulteriore espansione futura. Una posizione sancita nella Costituzione del Paese e dal diritto internazionale. E per questo sostenuta dall’Onu e dall’Europa, che da giorni cerca di far coinvolgere Zelensky nei colloqui di Ferragosto e ripete che l’uso della forza non può essere premiato con la cessione di terre. Zelensky ha anche ribadito oggi che “una pace ingiusta non durerà a lungo”, e che le questioni territoriali potranno essere discusse solo una volta instaurato un cessate il fuoco e dopo che l’Ucraina avrà ricevuto garanzie di sicurezza.
Trump in questi giorni si è attenuto alla sua linea che sostanzialmente accontenta Putin: sarà necessario uno scambio di territori, nonostante questi territori siano tutti ucraini, quindi parlare di ‘scambio’ è quantomeno poco esatto.
Per Trump solo l’Ucraina può negoziare riguardo al proprio territorio
Ma oggi l’inquilino della Casa Bianca ha tenuto una posizione più conciliante, affermando che solo l’Ucraina può negoziare riguardo al proprio territorio, ha riportato Macron, secondo cui il tycoon ha anche fatto sapere che “attualmente non ci sono seri progetti di scambio territoriale sul tavolo”. Inoltre, ha specificato il presidente francese, “il legame tra qualsiasi concessione territoriale e le garanzie di sicurezza che saranno fornite all’Ucraina deve continuare ad esistere”, e lo stesso Trump avrebbe posto la questione in questi termini, sebbene chiarendo che “la Nato non deve far parte di queste garanzie di sicurezza”. “Sappiamo che questo è un punto forte in particolare per la parte russa”, ma Trump ha anche aggiunto che “gli Stati Uniti e tutti gli alleati disposti a farlo dovrebbero farne parte”, ha spiegato Macron.
Merz: “Il punto di partenza deve essere la cosiddetta linea di contatto”
Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz e Zelensky hanno commentato il pre-vertice telefonico, sottolineando che i leader europei desiderano che Trump abbia successo quando incontrerà Putin in Alaska ma che la sicurezza europea ed ucraina devono essere tutelate. “Lo abbiamo detto chiaramente a Trump”, ha affermato Merz, specificando che i negoziati devono seguire “il giusto ordine: prima deve esserci un cessate il fuoco. Poi, gli elementi essenziali dovrebbero essere concordati in un accordo quadro”.
Mentre non si pone la questione del riconoscimento legale dei possedimenti territoriali russi: “L’Ucraina è pronta a negoziare sulle questioni territoriali, ma il punto di partenza deve essere la cosiddetta linea di contatto e il riconoscimento legale dell’occupazione russa non è in discussione”.
Trump condivide ampiamente le nostre opinioni su questo punto”, ha concluso Merz, ribadendo il “pieno sostegno” degli europei agli sforzi statunitensi per “riportare la pace in Ucraina, salvaguardando gli interessi europei e ucraini”.
Zelensky è tornato ad avvisare “il presidente degli Stati Uniti e tutti i nostri colleghi europei che Putin sta bluffando, sta cercando di fare pressione prima dell’incontro in Alaska su tutto il fronte ucraino. La Russia sta cercando di dimostrare di poter occupare tutta l’Ucraina”. Perciò, se in Alaska non ci saranno progressi, il presidente ucraino ha chiesto che Usa e Ue aumentino la pressione sulla Russia. Macron non ha escluso nulla a riguardo.
La coalizione dei volenterosi è pronta ad attuare i piani militari
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato che la ‘coalizione dei volenterosi‘ è pronta ad attuare i piani militari su cui sta lavorando per sostenere l’Ucraina in caso di cessate il fuoco. Lo ha confermato la videocall tra la coalizione, Zelensky e Vance che si è tenuta dopo quelle tra i leader europei e poi con gli americani.
Starmer ha anche ribadito il sostegno “incrollabile” all’Ucraina e che qualsiasi intesa con la Russia debba prevedere “solide garanzie di sicurezza, per difendere la sua integrità territoriale come parte di qualsiasi intesa” .
Tutti sulla stessa linea, dunque, ma intanto il vertice si farà solo tra Trump e Putin. E anche se il tycoon sembra essere più favorevole alle istanze europee ed ucraine, nei fatti continua a rimandare qualsiasi coinvolgimento dell’Europa e di Zelensky, così come qualsiasi punizione per Putin (che non si è visto imporre nemmeno i dazi), sebbene più volte minacciata, non da ultimo oggi (“se la Russia non accetterà di porre fine alla guerra ci saranno gravi conseguenze”, le sue parole riportate dal Guardian).
Perciò, se “ora la palla è nel campo di Putin”, come ha chiosato Rutte, non va dimenticato che a giocare al momento c’è solo Trump.