“La più grande minaccia all’Europa oggi non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno; è la minaccia dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. Le dure parole del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance, intervenuto ieri alla conferenza sulla sicurezza di Monaco in pieno stile MAGA, stanno infiammando il dibattito politico.
Vance, più che parlare dei temi che in realtà erano il focus della Conferenza – difesa e sicurezza appunto, e Ucraina – ha attaccato l’Unione europea, criticando la gestione dell’immigrazione e quella che a suo dire è censura sui social media: due temi centrali della politica di Donald Trump, definito da Vance “il nuovo sceriffo in città“.
Il suo intervento sottolinea il crescente divario tra le sponde atlantiche, con l’amministrazione Trump che spinge per un cambiamento radicale delle politiche Ue su sicurezza, difesa, Big tech e diritti civili, trovando peraltro sponda nei partiti che fanno parte del gruppo dei ‘Patrioti’ nell’Europarlamento.
Immigrazione per Vance “l’Europa deve cambiare rotta”
Secondo il vicepresidente americano, la politica migratoria dell’Ue è fallimentare e ha portato a un’ondata di insicurezza che mina la stabilità sociale. “Nessun elettore in questo continente ha votato per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati“, ha affermato, criticando i partiti di governo europei.
Il vice di Trump ha avuto buon gioco a riallacciarsi all’ultimo attentato avvenuto in Germania, proprio a Monaco, dove un afghano di 24 anni a cui era stato negato l’asilo (e già noto alla polizia) è piombato sulla folla a una manifestazione dei Verdi ferendo anche in modo grave 28 persone. L’episodio segue una scia di fatti analoghi in terra tedesca, che hanno destato preoccupazione ed esacerbato il dibattito pubblico e politico, a pochi giorni dalle elezioni nazionali, previste per il 23 febbraio.
“Quante volte dobbiamo subire questi sconvolgenti contrattempi prima di cambiare rotta?“, ha chiesto Vance, accusando i governi europei di ignorare le richieste dei cittadini.
“Non c’è spazio per i firewall” contro l’estrema destra tedesca
Le sue parole trovano eco nel dibattito politico tedesco, dove il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd) sta guadagnando consensi proprio grazie alla sua opposizione all’immigrazione.
“La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta. Non c’è spazio per i firewall“, ha affermato Vance con decisione, riferendosi al ‘cordone sanitario’ che storicamente i partiti più moderati mettono in atto per marginalizzare le forze più radicali e anti-democratici, e che oggi viene applicato (o forse no, vedi i guai del candidato cancelliere Friedrich Merz) in Germania verso Afd a causa delle sue associazioni con il passato nazista.
Vance ieri ha anche incontrato la leader di Afd e candidata cancelliera Alice Weidel. I colloqui si sono svolti fuori dalla sede della Conferenza sulla sicurezza di Monaco perché il partito di estrema destra non era stato invitato alla conferenza, ha riferito l’emittente pubblica Zdf.
Il partito aveva già ricevuto pubblico sostegno da Elon Musk, e Vance ha affermato che la Germania dovrebbe abituarsi all’intervento del patron di Tesla, così come gli Stati Uniti hanno tollerato le critiche dell’attivista climatica svedese Greta Thunberg. “Se la democrazia americana può sopravvivere a anni di rimproveri di Greta Thunberg, voi potete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk“, ha sostenuto il vice di Trump.
La Germania risponde: “Nessuna ingerenza straniera nella nostra politica”
Le dichiarazioni di Vance non sono passate inosservate a Berlino. Il governo tedesco ha risposto con fermezza, dichiarando tramite il suo portavoce Steffen Hebestreit che “gli esterni non dovrebbero ingerire negli affari interni di un Paese amico” e accusando Vance di non avere una visione completa del dibattito politico tedesco.
“Da Europa disinformazione di epoca sovietica”
Ma il vicepresidente Usa ha anche avuto altro da dire, e ha attaccato duramente gli alleati europei, paragonandoli agli autocrati a capo di regimi repressivi sconfitti nella Guerra fredda. Hanno paura della libertà di espressione e scappano di fronte ai loro elettori, ha detto, associando lo sforzo per contrastare la disinformazione sui social alla disinformazione di epoca sovietica.
“Di fronte a tribunali che cancellano elezioni (il riferimento è alla Romania, ndr), funzionari di rango che minacciano di cancellare elezioni, dobbiamo chiederci se rispettiamo gli alti standard appropriati”, ha continuato Vance che se l’è presa anche con le leggi sull’aborto in Gran Bretagna.
“Big Tech bullizzate”
Il vice di Trump ha poi attaccato i leader europei che “hanno minacciato e bullizzato le aziende a cui fanno capo i social media per censurare la cosiddetta disinformazione”. “Appaiono sempre di più come vecchi interessi che si nascondono dietro le vecchie e squallide parole da epoca sovietica come disinformazione, persone che non amano l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere una opinione diversa, o Dio non voglia, votare in modo diverso, o ancora, vincere una elezione”, ha continuato.
Vance ha quindi accusato i “commissari” dell’Ue di soffocare la libertà di espressione, affermando che “in tutta Europa, la libertà di parola, temo, è in ritirata“.
Sul tema ha rincarato la dose Trump, che ha commentato: ”La libertà di espressione e di parola viene minacciata in Europa. Ho sentito il suo (di Vance, ndr) discorso. Ha parlato di libertà di parola. E penso che sia vero”, ha detto il tycoon ai giornalisti.
Entusiasta dell’intervento anche Musk, che su X ha commentato: “Rendiamo l’Europa di nuovo grande! MEGA, MEGA, MEGA”.
Se da una parte il duro discorso di Vance ha lasciato sgomenti molti, nella consapevolezza che le relazioni internazionali non scorreranno più sui binari e con le convenzioni seguite finora, dall’altra per qualcuno può servire per svegliare l’Europa e spingerla a darsi una mossa su più fronti: dalla difesa alla sicurezza, dall’Intelligenza artificiale alla riduzione della iper-regolamentazione.
E forse a trovare nuovi (improbabili) alleati, come la Cina: ieri , a margine della Conferenza, si è tenuto il primo incontro tra l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza Kaja Kallas e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. “L’Unione è pronta a proseguire il dialogo in settori specifici, come il commercio, gli affari economici e il cambiamento climatico”, ha fatto sapere Kallas in un post su X, aggiungendo anche di aver sottolineato nell’occasione “che l’esportazione di beni a duplice uso da parte della Cina alimenta la guerra della Russia contro l’Ucraina e che dovrebbe cessare”.