Gli Usa hanno attaccato l’Iran, sciogliendo la riserva prima del previsto. L’Unione europea ha preso posizione sull’incursione degli States nel conflitto tra Israele e Iran, che promette vendetta per la distruzione dei propri siti nucleari e per le vittime civili. Un sacrificio necessario secondo il premier israeliano: “Trump ha agito per scacciare il male e l’oscurità“, ha detto Netanyahu pregando per il presidente americano al Muro del Pianto.
Donald Trump parla di un “successo spettacolare” che ha permesso di “strappare la bomba dalle mani dell’Iran”. “Abbiamo completato con successo il nostro attacco a tre siti nucleari in Iran, inclusi Fordow, Tanaz ed Esfahan”, ha scritto il tycoon su Truth ringraziando i “grandi guerrieri americani che hanno dato prova di grande abilità”.
Usa, Israele e Ue chiedono la pace, l’Iran promette vendetta
Usa e Israele ora si dicono pronte per la pace: “L’azione in Iran apre opportunità che non possiamo nemmeno immaginare. Vedo un’enorme espansione degli accordi di pace. Vedo collaborazioni che al momento sembrano immaginarie, ma forse abbiamo già capito che non lo sono. Vediamo un futuro luminoso di speranza, collaborazioni e anche di pace”, ha detto ieri sera in conferenza stampa il premier israeliano. “Crediamo nella pace con la forza“, ha aggiunto Netanyahu secondo cui, con l’attacco in Iran, gli Usa hanno utilizzato la loro “potenza giusta”.
Il messaggio condiviso da Donald Trump è analogo: ora che è stata distrutta la minaccia nucleare iraniana, “è tempo di fare pace”. “Questo è un momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo”, ha detto il principale alleato di Israele tornando a minacciare lo Stato arabo: “Se la pace non arriverà rapidamente, attaccheremo gli altri obiettivi con precisione, velocità e abilità”.
Un concetto difficile da far digerire all’Iran, colpito da Israele, e poi dagli States, a pochi giorni dagli ultimi colloqui con Washington sul nucleare: “L’America ha attaccato il cuore del mondo islamico e deve aspettarsi conseguenze irreparabili, perché la Repubblica islamica non tollererà alcun insulto o aggressione nei suoi confronti”, ha detto un consigliere della guida suprema Ali Khamenei, aggiungendo che da ora in poi “Non c’è più posto” per gli Usa in Medio Oriente. Il Paese aggredito promette vendetta: “Adesso è iniziata la guerra”, hanno scritto i Guardiani della Rivoluzione iraniani su X. Uno dei leader Houthi dello Yemen, Hazam al-Assad, si è rivolto direttamente agli Usa scrivendo su X: “Washington affronterà le conseguenze”.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, intervenendo ad una riunione urgente del consiglio di sicurezza sull’Iran, ha avvertito sul rischio di un ciclo di “ritorsione” da parte dello Stato arabo. Una minaccia concreta anche secondo l’Unione europea che chiede ai Paesi coinvolti nel conflitto di “sedersi al tavolo negoziale” e ribadisce la propria posizione: l’Iran non può avere la bomba atomica.
L’attacco americano è arrivato poche ore dopo l’incontro tra la delegazione araba e quella europea a Ginevra. Un summit che ha registrato piccoli spiragli di apertura da entrambe le parti, in cui l’Iran ha ribadito di non voler trattare sotto le bombe israeliane e di non essere disposto ad abbandonare completamente il processo di arricchimento dell’uranio.
Le dichiarazioni dei leader Ue
Nella serata di ieri c’è stato un colloquio telefonico tra Keir Starmer e Donald Trump, in cui, come riferisce Downing Street, il premier britannico e il presidente americano “hanno discusso della situazione in Medio Oriente e hanno ribadito il grave rischio posto dal programma nucleare iraniano alla sicurezza internazionale”. I due leader occidentali “hanno discusso delle azioni intraprese dagli Stati Uniti per ridurre la minaccia e hanno convenuto che non si deve mai permettere all’Iran di sviluppare un’arma nucleare“. Infine “hanno discusso della necessità che l’Iran ritorni al tavolo dei negoziati il prima possibile e faccia progressi verso una soluzione duratura”. La Francia ha esortato alla moderazione, “convinta che una soluzione duratura a questa situazione richieda una soluzione negoziata nel quadro del Trattato di non proliferazione nucleare”.
Ursula von der Leyen ha insistito su questo punto: “L’Unione europea sottolinea la necessità che tutte le parti facciano un passo indietro“, ha detto la presidente della Commissione Ue ribadendo che “L’Iran non deve assolutamente entrare in possesso della bomba. Con le tensioni in Medio Oriente che hanno raggiunto un nuovo picco, la stabilità deve essere la priorità. Il rispetto del diritto internazionale è fondamentale. È giunto il momento che l’Iran si impegni in una soluzione diplomatica credibile. Il tavolo dei negoziati è l’unico luogo in cui porre fine a questa crisi“, ha aggiunto VDL.
Anche Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Ue, ha esortato i Paesi coinvolti “a tornare al tavolo delle trattative e a impedire un’ulteriore escalation” con un post su X dove ha annunciato la riunione odierna dei ministri degli Esteri europei per discutere sul tema.
Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, ha invitato “tutte le parti alla moderazione e al rispetto del diritto internazionale e della sicurezza nucleare” ribadendo che “la diplomazia resta l’unica via per garantire pace e sicurezza nella regione mediorientale” e sottolineando le conseguenze del rischio escalation per le “troppe vittime civili” dell’area. L’Unione Europea, ha aggiunto, “continuerà a impegnarsi con le parti e i nostri partner per una soluzione pacifica al tavolo dei negoziati”.
I Paesi vicini chiedono un accordo
Un Paese preoccupato dal possibile allargamento del conflitto è l’Egitto che ha sottolineato il “rischio di vedere la regione scivolare in un caos e in una tensione maggiori”, condannando un'”escalation accelerata che minaccia di avere pericolose ripercussioni sulla sicurezza e la pace regionale e internazionale”. Anche per l’Egitto “Soluzioni politiche e negoziati diplomatici, e non soluzioni militari, sono l’unica via d’uscita dalla crisi”.
Sulla stessa scia l’Arabia Saudita e l’Oman che, pur bollando l’attacco americano come “un’aggressione illegale che minaccia di ampliare la portata della guerra e costituisce una grave violazione del diritto internazionale”, hanno chiesto a Iran, Usa e Israele di trovare un accordo. Anche la Turchia ha espresso “profonda preoccupazione” per le “possibili conseguenze” degli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani.
La vicinanza di Cina e Russia a Teheran
La guerra in Medio Oriente allontana ulteriormente Trump e Putin, nonostante l’idillio iniziale seguito da tanti incontri e pochi passi avanti concreti sulla guerra in Ucraina. Da quando gli Usa hanno aperto al Cremlino, gli attacchi russi sono aumentati mentre gli accordi per la pace sono rimasti in balia delle onde.
L’inviato russo all’Onu ha condannato espressamente le azioni irresponsabili, pericolose e provocatorie degli Usa contro l’Iran, sostenendo che con i bombardamenti “non provocati” sui siti nucleari iraniani, gli Stati Uniti e Israele stanno giocando “con la sicurezza e il benessere dell’umanità nel suo complesso”. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha avvertito: “il mondo rischia di sprofondare nel caos“.
Anche la Cina ha condannato l’attacco americano: “Questa mossa degli Stati Uniti viola gravemente gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e aggrava le tensioni in Medio Oriente”, ha dichiarato Pechino, prima di invitare le parti a trattare.