I “Volenterosi” a Washington per gli accordi di pace tra Ucraina e Russia: cosa aspettarsi

Il ruolo dell'Unione europea in vista di un trilaterale tra Trump, Zelensky e Putin
2 ore fa
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Donald Trump incontrerà Unione europea e presidente ucraino alla Casa Bianca
Donald Trump incontrerà Unione europea e presidente ucraino alla Casa Bianca (Jonathan Raa/Ipa)

Un tappeto rosso, le mani del presidente statunitense Donald Trump che applaudono l’arrivo del presidente russo Vladimir Putin e quella che è sembrata una sconfitta per l’Occidente. Questa è la fotografia stampata nella mente di chi il 15 agosto ha assistito al bilaterale tra gli Stati Uniti e la Russia, tenutosi in Alaska. Una fotografia apparsa amara al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e a gran parte dell’Unione europea, ma che ha aperto uno spiraglio per un cessate il fuoco, una pace possibile e un reale negoziato da discutere.

L’appuntamento è oggi a Washington: dopo l’incontro che ha visto Mosca legittimata dagli Stati Uniti a dominare il confronto, siederanno al tavolo della Casa Bianca anche i capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Unione europea e a seguire, il bilaterale tra Trump e Zelensky. Quale sarà il conto da pagare? Cosa c’è sul tavolo della pace? E quali rischi corre l’Occidente? Andiamo con ordine.

Alaska, Vertice Trump - Putin ad Anchorage (Gavriil Grigorov/Tass/Ipa)
Alaska, Vertice Trump – Putin ad Anchorage (Gavriil Grigorov/Tass/Ipa)

Bruxelles a Washington

Mentre il conflitto in Ucraina prosegue, l’attenzione diplomatica si sposta oggi su Washington, dove è previsto nel tardo pomeriggio un vertice cruciale tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e i numerosi leader europei, tra i quali: la premier italiana Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

L’incontro, che vedrà la partecipazione di un numero elevato di leader europei, è stato definito da Donald Trump come un “grande onore”. L’obiettivo dichiarato è quello di “proseguire il lavoro di coordinamento tra gli europei e gli Stati Uniti per arrivare a una pace giusta e duratura che preservi gli interessi vitali dell’Ucraina e la sicurezza dell’Europa”. Ma il traguardo appare ancora lontano e non privo di ostacoli.

Lungo il cammino c’è il nodo diplomatico delle terre da cedere o meno alla Russia, del possibile beneficiare dell’Ucraina dell’articolo 5 del Trattato della Nato e quanto l’Unione europea sia disposta a difendere Kiev.

Ursula Von Der Leyen Empfängt Wolodymyr Selenskyj In Brüssel
Ursula Von Der Leyen (Sven Simon/ddp/Ipa)

Le “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina

La questione delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina è al centro del dibattito. “Sono essenziali decise misure di sicurezza per proteggere l’Ucraina e gli europei”, ha scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo aver partecipato alla telefonata con cui Donald Trump ha informato europei e Nato del contenuto delle sue discussioni con Vladimir Putin ad Anchorage.

“È chiaro – scrivono in una nota congiunta i leader europei – che l’Ucraina deve disporre di garanzie di sicurezza incondizionate per difendere efficacemente la propria sovranità e integrità territoriale. Accogliamo con favore la dichiarazione del presidente Trump secondo cui gli Stati Uniti sono pronti a fornire garanzie di sicurezza. La Coalizione dei volenterosi è pronta a svolgere un ruolo attivo. Non dovrebbero essere imposte limitazioni alle forze armate ucraine o alla loro cooperazione con paesi terzi. Spetterà all’Ucraina prendere decisioni sul proprio territorio. I confini internazionali non devono essere modificati con la forza”.

La garanzia per eccellenza sarebbe ottenere un accordo che si basi sul modello dell’Articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949, secondo il quale un attacco armato contro uno dei Paesi firmatari e membri Nato è considerato un attacco contro tutti. In questo modo, ciascuno Stato si impegna a fornire assistenza, se necessario anche con l’uso della forza, per ristabilire e mantenere la sicurezza nell’area euro-atlantica.

Un punto, però, sul quale Donald Trump è stato chiaro: Volodymyr Zelensky “può porre fine alla guerra quasi immediatamente”, escludendo che Kiev riprenda il controllo della Crimea annessa dalla Russia nel 2014 ed entri nella Nato. In un post su Truth, il presidente americano ha scritto che “se volesse, il presidente dell’Ucraina Zelenskyy potrebbe porre fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente oppure può continuare a combattere”. “Va ricordato come tutto è iniziato. Non si tratta di riavere la Crimea ceduta da Obama (12 anni fa, senza sparare un solo colpo) e non si tratta per l’Ucraina di entrare nella Nato – ha aggiunto nel post in vista dei colloqui a Washington – Alcune cose non cambiano mai”.

Ispi Mappa Ucraina
(Institute for the Study of War e Istituto per gli studi di Politica Internazionale)

I territori ucraini e le richieste della Russia

Il nodo più intricato del conflitto, però, rimane la richiesta russa di cessione di territori ucraini. Il Presidente francese Emmanuel Macron ha definito “inaccettabili le richieste che minano l’integrità territoriale di Kiev”. “Le discussioni territoriali sull’Ucraina” non possono essere fatte “senza le autorità ucraine”, riferendosi al fatto che si parla di “scambi territoriali, come se fossero già decisi e si aspetti solo il placet di Kiev”. “C’è solo uno Stato che propone una pace che sia una capitolazione dell’Ucraina: la Russia”, ha detto ancora.

“Non possiamo schierarci dalla parte del riconoscimento della legge del più forte”, altrimenti, “inaugureremo un nuovo ordine internazionale, non più basato sul diritto”. “La sicurezza degli europei, e della Francia, dipende da questo”, aggiunge.

Parliamo della cessione dell’intera regione di Donetsk, anche denominata ‘cintura fortificata’. La sua cessione rappresenta un passaggio che, secondo gli analisti dell’Institute for the Study of War, think tank americano che segue puntualmente l’evolversi della situazione sul terreno dall’inizio del conflitto, sarebbe tutt’altro che simbolico, che sancirebbe un degrado delle capacità di difesa e alla base industriale ucraina. La cintura fortificata – 50 chilometri da nord a sud, lungo l’autostrada Kostyantynivka-Slovyansk – comprende diverse città, quali Slovyansk e Kramatorsk a nord, Druzhkivka, Oleksiyevo-Druzhivka e Kostantynivka, a sud, e insediamenti in cui prima dell’inizio del conflitto abitavano più di 380mila persone.

Cederla rappresenterebbe “metterebbe le forze russe in una posizione estremamente positiva per poter rinnovare la loro aggressione contro l’Ucraina in termini molto più favorevoli”. Inviolata dall’autunno del 2022, questa porzione di terreno, fatica a finire nelle mani di Putin: i militari russi, privi di mezzi pesanti, le cui riserve ereditate dall’Unione sovietica sono quasi esaurite e con una capacità di produzione non in grado di fare fronte alle perdite, faticano a procedere sotto il fuoco dei droni di Kiev.

“Al momento le forze russe non hanno i mezzi per circondare, penetrare o controllare rapidamente la cintura fortificata ucraina o quanto rimane della regione del Donetsk non occupata che Putin chiede come precondizione per un cessate il fuoco senza concessioni russe in cambio“, conclude l’Isw. Un arretramento potrebbe avvenire solo a condizione di una tregua totale per garantire la sicurezza delle forze ucraine.

La Russia ha fatto “alcune concessioni” in relazione alle cinque regioni ucraine al centro del suo sforzo bellico, ha riferito l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, che ha preso parte all’incontro di vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin venerdì alla Casa Bianca. Witkoff, in una intervista a Cnn, ha detto di auspicare che la riunione allo Studio ovale, fra Trump, Zelensky, e i leader europei, possa essere “produttiva”. Le cinque regioni a cui si riferisce Witkoff sono probabilmente Crimea, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson che la Russia ha annesso al suo territorio nel 2014, per la Penisola sul Mar Nero, e nel settembre del 2022, per le altre quattro regioni.

“Vladimir Putin – chiarisce – ha anche dato il suo consenso all’inserimento, in un quadro giuridico in Russia, dell’impegno a non entrare in nessun altro territorio, in Ucraina o altrove in Europa, nel quadro di un possibile accordo di pace”. Le concessioni da parte di Putin “sono significative. Anche se questo non significa che siano sufficienti. Il punto è che abbiamo iniziato a riscontrare una certa moderazione nel modo in cui pensano che si possa arrivare a un accordo di pace”, ha concluso.

Anchorage, Storico Incontro Tra Il Presidente Americano Donald Trump E Quello Russo Vladimir Putin In Alaska
Vladimir Putin in Alaska per l’incontro con Donald Trump (Sergei Bulkin/Ipa)

Putin: “No al cessate il fuoco, sì alla pace”

Vladimir Putin, evasivo sulle domande della stampa statunitense sulle morti civili in Ucraina, il 15 agosto ha espresso l’obiettivo di raggiungere un “accordo di pace” definitivo per porre fine alla “terribile guerra” tra Russia e Ucraina, preferendolo a un semplice cessate il fuoco che “spesso non regge”. Trump “comprende che la Russia ha i propri interessi nazionali e spero che gli accordi raggiunti oggi siano il punto di partenza non solo per risolvere la questione ucraina, ma anche per un ritorno a relazioni pragmatiche e costruttive tra Russia e Stati Uniti. Spero che l’accordo che abbiamo raggiunto insieme ci aiuti ad avvicinarci a questo obiettivo e ad aprire la strada alla pace in Ucraina. Ci auguriamo che Kiev e le capitali europee lo affrontino in modo costruttivo e non cerchino di ostacolare il processo. Non cercheranno di usare accordi segreti per mettere in atto provocazioni e sabotare i progressi nascenti”. “I nostri negoziati – spiegava Putin nelle dichiarazioni congiunte del 15 agosto – si sono svolti in un’atmosfera costruttiva e di rispetto reciproco”.

Londra, Il Primo Ministro Keir Starmer Riceve Il Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky In Downing Street
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Jordan Pettitt/Ipa)

Zelensky: “Grato all’Unione europea”

Volodymyr Zelensky, dal canto suo, in vista dell’incontro con Donald Trump a Washington, ha espresso il sostegno alla proposta di un “incontro trilaterale tra Ucraina, Stati Uniti e Russia“, ritenendo che “le questioni chiave possano essere discusse a livello di leader e che un formato trilaterale è adatto a questo scopo”.

“Sono grato a tutti i partecipanti ai colloqui della Coalizione dei volenterosi, alla vigilia dell’incontro a Washington con il presidente Trump. È stata molto utile”. È quanto scrive su X il presidente ucraino, sottolineando che “c’è un chiaro sostegno all’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina”. “Tutti hanno convenuto sul fatto che i confini non debbano essere cambiati con la forza, tutti sostegno che le questioni chiave debbano essere risolte con la partecipazione dell’Ucraina nel formato trilaterale, l’Ucraina, gli Usa e il leader russo”, ha aggiunto il presidente ucraino. In un altro messaggio, postato questa volta su Telegram, Zelensky ha insistito sulla necessità di avere maggiori dettagli su quello che queste garanzie comprenderanno e come verrà assicurato, soprattutto alla luce del fatto che l’amministrazione Trump afferma che la Russia è disposta a permettere la partecipazione degli Usa all’accordo. “Questo è un cambiamento significativo – scrive il presidente ucraino – ma finora non sono stati dati dettagli su come funzionerà, quale sarà il ruolo dell’America, quale quello dell’Europa e quello che la Ue potrà fare. Abbiamo bisogno – insiste Zelensky – di una sicurezza che funzioni nella pratica”.

Il ruolo dell’Unione europea negli accordi di pace

In questo complesso scenario, è l’Unione europea a posizionarsi come attore cruciale. La partecipazione di numerosi leader europei agli incontri di Washington testimonia l’impegno a “proseguire il lavoro di coordinamento tra gli europei e gli Stati Uniti per arrivare a una pace giusta e duratura”. Ursula von der Leyen ha affermato che l’Ue sta “lavorando a stretto contatto con Volodymyr Zelensky e gli Stati Uniti per arrivare a una pace giusta e duratura”. I leader europei hanno diffuso una dichiarazione congiunta accogliendo con favore gli sforzi di Trump per fermare le ostilità, ma hanno anche ribadito la necessità di “mantenere la pressione collettiva sulla Russia e di solide e credibili garanzie di sicurezza”. La dichiarazione congiunta, firmata da molti leader europei, enfatizza l’impegno a “mantenere alta la pressione sulla Russia” con sanzioni “finché non sarà raggiunta una pace giusta e duratura”.

La Russia ha fatto “alcune concessioni” in relazione alle cinque regioni ucraine al centro del suo sforzo bellico, ha riferito l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, che ha preso parte all’incontro di vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin venerdì alla Casa Bianca. Witkoff, in una intervista a Cnn, ha detto di auspicare che la riunione di domani allo Studio ovale, fra Trump, Zelensky, e i leader europei, possa essere “produttiva”. Le cinque regioni a cui si riferisce Witkoff sono probabilmente Crimea, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson che la Russia ha annesso al suo territorio nel 2014, per la Penisola sul Mar Nero, e nel settembre del 2022, per le altre quattro regioni. “Vladimir Putin – chiarisce – ha anche dato il suo consenso all’inserimento, in un quadro giuridico in Russia, dell’impegno a non entrare in nessun altro territorio, in Ucraina o altrove in Europa, nel quadro di un possibile accordo di pace”.

L’unità e la coordinazione europea con gli Stati Uniti e l’Ucraina sono viste come essenziali per influenzare l’esito del conflitto e garantire una pace che rispetti la sovranità e l’integrità territoriale ucraina. Con gli occhi puntati sulla Casa Bianca, si attende in serata un possibile verdetto.