L’Ue è il principale partner commerciale dell’area Mena, nel 2023 il bilancio torna positivo

Il saldo torna positivo dopo il 2022, quando l'Ue ha dovuto ricorrere ai suoi partner per affrontare la crisi energetica
2 giorni fa
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Delegazione Ue Memorandum Migranti Tunisi Fotogramma
La delegazione europea con il presidente della Tunisia Kaïs Saïed a Tunisi per il memorandum migranti, 16 luglio 2023_fotogramma

L’Unione Europea è il principale partner commerciale della regione Mena, con oltre il 30% del totale degli scambi commerciali, indipendentemente dal tipo di flusso. La regione Mena (Medio Oriente e Nord Africa) è composta da un insieme di Paesi, generalmente stimati in 19 (il numero è variabile, dal momento che non esiste un’univoca classificazione). L’area del Medio Oriente ricomprende solitamente Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Libano, Oman, Siria, Palestina, Yemen e invece quella del Nord Africa, Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia.

Si tratta di una zona caratterizzata da economie diversificate, in gran parte influenzate dalla presenza di riserve di petrolio e da dinamiche geopolitiche complesse.

Ue e Paesi Mena: più commercio che unità di intenti

L’Ue intrattiene relazioni commerciali molto strette con questa regione, favorita dalla vicinanza geografica e dall’implementazione dei programmi di vicinato europei, come la Southern Neighborhood. Questo programma include Paesi come Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria e Tunisia. I rapporti tra l’Unione e questi partner hanno radici profonde, con la collaborazione Euro-Mediterranea avviata nel 1995 e poi integrata nel Piano di vicinato. Sulla carta, l’obiettivo di questi accordi è non solo economico, ma anche volto a garantire pace, stabilità e prosperità nell’area, promuovendo i valori democratici e i diritti umani.

Quest’ultimo filone è senz’altro quello più scarico, con l’Ue che quasi impotente di fronte ai conflitti nell’aria. Da mesi l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell chiede un cessate il fuoco a Gaza, e ora anche in Libano. Una richiesta che, denuncia Borrell, resta inaudita per la mancata attuazione della risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove si chiede la cessazione delle ostilità tra Israele e Hezbollah. Borrell ha criticato la mancata attuazione della risoluzione, adottata originariamente nel 2006: “sto ancora chiedendo l’attuazione di questa risoluzione”, ha chiosato. L’impressione è che dovrà continuare a chiedere.

C’è poi il memorandum Ue-Tunisia sui migranti, che per il Viminale ha avuto il merito di bloccare lo sbarco di 121mila persone, spesso vittime degli scafisti mentre per le Ong italiane e gli attivisti di Tunisi nasconde diritti violati, rimpatri forzati e stupri.

Sotto il profilo commerciale, nel Medio Oriente, l’Ue collabora anche con il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), un’organizzazione regionale che include Bahrain, Kuwait, Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Le relazioni tra Ue e Cgc sono regolate da accordi di cooperazione, con l’obiettivo di rafforzare i legami economici e strategici. L’Iran, attore cruciale nella tensione in Medio Oriente, non ha accordi formali con l’Ue, e le relazioni bilaterali sono limitate al mantenimento del Piano d’azione congiunto globale (Pacg), firmato nel 2015.

Scambi commerciali tra Ue e Mena

Gli scambi tra l’Ue e i Paesi del vicinato meridionale sono particolarmente significativi. Nel 2021, l’Ue ha importato beni per un valore di 166,6 miliardi di euro ed esportato beni per 186,9 miliardi. La relazione valeva un saldo positivo di 20,3 miliardi di euro sulla bilancia commerciale.
Le cose sono cambiate significativamente nel 2022, dove il valore delle importazioni è schizzato a 235,9 miliardi di euro e quello delle esportazioni è sceso a 227 miliardi trasformando in negativo il saldo europeo per una quota di 8,9 miliardi di euro. Il cambio di rotta (è il caso di dire) è stato provocato principalmente dalla guerra in Ucraina e dalla conseguente crisi energetica dell’Ue.

Nel 2023 l’Ue è tornata a registrare un impatto positivo con esportazioni per 234,8 miliardi e importazioni per 219,5 miliardi di euro (+15,3 miliardi di euro).

Tra i beni più scambiati tra l’Ue e la regione Mena spiccano:

  • Prodotti petroliferi e gas;
  • Macchinari e prodotti elettronici;
  • Prodotti metallurgici di base;
  • Prodotti petrolchimici.

Relazioni commerciali con il Golfo

Per quanto riguarda gli scambi con i Paesi del Golfo, nel 2021, il volume è stato di 72,9 miliardi di euro in esportazioni e 40,6 miliardi di euro in importazioni. Nel 2022, le importazioni sono cresciute significativamente a 87,6 miliardi di euro, mentre le esportazioni si sono attestate a 87,8 miliardi di euro. Nel 2023, l’Ue ha ripreso a esportare più di quanto abbia importato, con esportazioni per 93,8 miliardi di euro e importazioni per 76,3 miliardi.

L’impatto della guerra in Ucraina

L’invasione russa dell’Ucraina ha avuto un impatto rilevante sugli scambi energetici dell’Ue, portando a un incremento delle importazioni di petrolio e gas dai paesi Mena per compensare la riduzione delle importazioni dalla Russia. Nel 2020, i Paesi Mena hanno rappresentato il 18% delle importazioni di petrolio greggio e il 12,4% di quelle di gas naturale nell’Ue. Nel terzo trimestre del 2023, circa il 18% delle importazioni di gasolio proveniva dall’Arabia Saudita, mentre il 9,1% dagli Emirati Arabi Uniti.

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