Così vicini e così distanti: lunedì 16 dicembre la Commissione europea ha annunciato di aver deferito il Regno Unito alla Corte di Giustizia europea. Per Bruxelles, Londra avrebbe ostacolato la libera circolazione dei cittadini comunitari dopo la Brexit. Nel frattempo, il Regno Unito sta provando ad ampliare i rapporti con l’Unione come dimostra la partecipazione della cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves alla riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona.
Quella del 9 dicembre scorso è stata la prima volta all’Ecofin per un ministro delle Finanze britanniche dopo la Brexit. La Cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves ha colto l’occasione per chiedere di “reimpostare le relazioni tra l’Unione europea e il Regno Unito” dopo che negli ultimi anni queste sono state segnate da “opposizione e antagonismo”.
Una settimana dopo, la Commissione europea chiede alla Cgue se le scelte di Londra non abbiano violato gli accordi presi con Bruxelles.
Ue e Uk: cosa prevedono gli accordi
In base al patto siglato tra Ue e Uk, i cittadini comunitari e i loro familiari che si erano stabiliti nel Regno Unito prima della fine del 2020 avrebbero dovuto godere degli stessi diritti che avevano prima della Brexit, entrata in vigore nel febbraio di quell’anno.
Giova ricordare che, secondo gli accordi, l’esecutivo comunitario può mettere in atto una procedura d’infrazione se l’infrazione è iniziata prima della fine del periodo di transizione, ovvero prima del 31 dicembre 2020. Sul trattamento dei cittadini comunitari e dei loro familiari, la Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora al Londra già nel maggio del 2020 prima di aggiungere un’opinione ragionata nel luglio del 2024, senza però trovare un accordo con il governo britannico.
Una situazione di stallo che Bruxelles commenta così: Bruxelles sostiene che “diverse sue rimostranze rimangono tuttora irrisolte, in particolare per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e i diritti dei membri delle famiglie allargate”.
Il corso Starmer
Il percorso di riavvicinamento dell’Uk all’Ue è piuttosto frastagliato. Dopo l’insediamento a Downing Street, il premier inglese Keir Starmer ha parlato espressamente di un “reset” necessario dei rapporti tra Uk e Ue per ricostruire i rapporti su più fronti. “Il Regno Unito e l’Unione Europea, lavorando insieme come partner sovrani, rappresentano una forza potente per il bene di tutto il nostro continente, per la pace, per la sicurezza, per la prosperità e per tutti i nostri cittadini”, ha detto il rappresentante laburista a luglio, aprendo il vertice della Comunità politica europea a Blenheim Palace.
Un iter di ricongiungimento scandito da tre canali, in ordine di priorità: sicurezza, difesa e commercio. “Vogliamo lavorare con tutti voi per ripristinare le relazioni, riscoprire il nostro interesse comune e rinnovare i legami di fiducia e amicizia, il diritto e il tessuto della vita europea”, ha aggiunto Starmer parlando con i suoi colleghi europei.
Per approfondire: Sicurezza, difesa e commercio: il piano Starmer per riavvicinare Uk e Ue
Le tensioni con l’Ue
Un iter frastagliato, si diceva.
Dopo i buoni propositi di luglio, infatti, i rapporti tra Londra e Bruxelles hanno subito due battute d’arresto. La prima, agli inizi di settembre quando è stato rimandato l’incontro tra Starmer e von der Leyen, già rimandato a luglio per gli impegni della rieletta presidente della Commissione europea, concentrata sulle nomine dei commissari. Il rinvio di settembre, invece, ha malcelato qualche tensione: secondo quanto riporta il quotidiano britannico Guardian, i diplomatici dell’Ue hanno affermato che in alcuni ambienti c’è “sgomento” per il fatto che il governo del Regno Unito non si sia dimostrato aperto riguardo ai programmi per giovani e studenti. Mostrare cautela su obiettivi così facili da raggiungere avrebbe messo in discussione le speranze di un più ampio ripristino delle relazioni del Regno Unito con l’Unione europea.
Alla fine, l’incontro tra i due leader c’è stato (il 2 ottobre), ma comunque non ha toccato i temi principali, a partire dal libero spostamento dei giovani per studio e scambio interculturale. Gelo anche sul mercato unico, prospettiva che non pare entusiasmare Downing Street.
Non solo. Nelle ultime ore, la Corte di giustizia europea ha deferito il Regno Unito per non aver posto fine ai trattati bilaterali di investimento ancora in vigore con la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Croazia, la Lituania, la Polonia e la Slovenia. Secondo Bruxelles, queste intese, che proteggono e promuovono gli investimenti esteri, sono ormai in violazione dei Trattati europei.
Insomma, se l’obiettivo è il riavvicinamento, la strada è ancora lunga.