La giornata di oggi, venerdì 12 dicembre, si è aperta con una notizia dal grosso potenziale per raggiungere la pace in Ucraina. Per Le Monde, che cita sue fonti, Kiev sarebbe “pronta ad accettare la creazione di una zona demilitarizzata nel Donbass” con la concessione dell’Ue. La zona demilitarizzata varcherebbe entrambi i lati della linea di demarcazione.
Secondo la ricostruzione, il Donbass, regione strategica con un bacino minerario ambito dalla Russia sin dal 2014, potrebbe essere posto sotto la supervisione degli Usa per prevenire ulteriori aggressioni russe. Kiev però ha smentito la notizia, mentre Mosca ha gelato l’Occidente sugli avanzamenti delle trattative e rifiuta qualsiasi ipotesi di referendum sulla regione.
Intanto, mentre il presidente americano Donald Trump apre a fornire assistenza a Kiev, il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, ribadisce il pericolo: “La Russia potrebbe attaccare entro i prossimi cinque anni“.
Kiev non cede il Donbass (per ora)
L’ufficio di Zelensky ha definito “errate” le interpretazioni di Le Monde: “Se l’Ucraina sia d’accordo o meno può essere deciso solo al più alto livello politico o dal popolo ucraino”, ha detto Dmitry Lytvyn, consigliere del presidente ucraino, riferendosi alle analisi del consigliere Mykhailo Podolyak riportate dalla testata francese. Le parole di Podolyak, ha spiegato Lytvyn, vanno interpretate come una teorica disponibilità a trattare sui modelli di sicurezza, non come un consenso già concesso da Kiev.
Mosca: “Nessun referendum, il Donbass è tutto russo”
Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha dichiarato che “tutto il Donbass appartiene alla Russia secondo la Costituzione”, ribadendo la linea del Cremlino dopo i referendum non riconosciuti del 2022 con cui Mosca ha proclamato l’annessione delle regioni di Donetsk e Luhansk. Le sue parole arrivano in dopo la proposta di Volodymyr Zelensky di tenere un referendum sul futuro del territorio, un’ipotesi che Mosca respinge alla radice perché considera il Donbass parte integrante della Federazione russa sul piano interno, nonostante il mancato riconoscimento da parte di Kiev e della maggioranza della comunità internazionale.
L’allarme di Rutte sulla Nato: “Possibile attacco entro cinque anni”
Il Segretario generale della Nato è andato oltre le trattative sulla guerra in Ucraina, ribadendo l’allerta per l’Alleanza. Durante la visita in Germania di ieri, 11 dicembre 2025, dove ha incontrato il cancelliere federale Friedrich Merz e il ministro degli Esteri Johann Wadephul, Rutte ha detto che la Russia “potrebbe essere pronta a usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni“.
Richiamando l’aumento delle capacità militari russe, alimentate anche dalla cooperazione con Cina, Iran e Corea del Nord, Rutte ha collegato questo scenario alla necessità per i Paesi membri di incrementare in modo strutturale la spesa per la difesa, rimarcando l’obiettivo del 5% del Pil per rendere credibile la deterrenza e proteggere “un miliardo di persone” sotto l’ombrello dell’Alleanza.
Trump: “Aiuteremo con la sicurezza”
Le trattative durano da mesi perché le parti cercano un accordo solido, che faccia desistere Mosca dal provocare una una nuova aggressione nei prossimi anni. Sul punto è intervenuto il presidente americano Donald Trump che, come riportato da Keystone-Ats, ha dichiarato che gli States sono disposti ad aiutare Kiev in termini di sicurezza territoriale ritenendola “un fattore necessario” per la risoluzione del conflitto.
“L’Europa ci vuole coinvolti nelle trattative e io ho ottimi rapporti con i Paesi europei”, ha spiegato il tycoon secondo cui bisogna trovare una soluzione anche “perché cose come questa rischiano di finire nella Terza Guerra mondiale, e noi non vogliamo che accada”.
L’inquilino della Casa Bianca, che dopo l’iniziale ottimismo aveva definito le trattative “un disastro”, ha nuovamente criticato Zelensky, seppure indirettamente: “Pensavo che fossimo vicini ad avere un accordo con la Russia. Pensavo che fossimo vicini ad avere un accordo con l’Ucraina: al di là del presidente Zelensky, ai suoi è piaciuto il concetto dell’accordo” preparato dagli Usa, ha chiosato prima di ribadire la similitudine tra le trattative di pace in Ucraina e il mondo degli affari: “Ci sono quattro o cinque parti diverse. È complicato come un complesso accordo immobiliare ma era un accordo che avrebbe risparmiato la vita di migliaia di persone. Vogliamo una soluzione e vogliamo salvare vite”, ha concluso il presidente Usa.
