“Al momento non c’è una data” per l’incontro tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha chiarito oggi la portavoce capo dell’esecutivo Ue Paula Pinho durante il briefing con la stampa a Bruxelles, sottolineando che a Roma è stato “espresso un interesse da entrambi” i presidenti per tenere questo incontro, ma che “il momento giusto” sarà quando ci sarà un “pacchetto” sul tavolo sul quale i presidenti possano trovare un accordo.
La precisazione è venuta dopo che il brevissimo incontro tra i due leader sabato in occasione dei funerali di Papa Francesco, poco più di una stretta di mano, aveva acceso le speranze e le attese che un colloquio vero e proprio abbia luogo quanto prima, dato che i due hanno concordato di vedersi.
Trump e von der Leyen non si sono ancora incontrati da quando il presidente Usa ha iniziato il suo secondo mandato alla Casa bianca il 20 gennaio: il tycoon non ha mai fatto mistero di mal sopportare l’Unione europea e non sembra intenzionato a considerarla un interlocutore. Tuttavia un incontro fra i due è ancora più necessario alla luce dei dazi lanciati da Trump contro tutto il mondo, compresa l’Unione europea – dazi poi sospesi per 90 giorni – e dell’annunciato disimpegno americano verso l’Ucraina e più in generale la sicurezza del Vecchio Continente.
Sul futuro incontro von der Leyen-Trump non ci sono certezze
Come ha detto chiaramente la portavoce della Commissione, è ancora presto per dire quando e dove si terrà l’incontro von der Leyen -Trump. Al momento ci sono due date in cui la capa dell’esecutivo Ue e il presidente Usa si troveranno nello stesso posto nello stesso momento: il G7 di Calgary il 15-17 giugno e il vertice Nato all’Aja il 24-26 giugno.
Ma potrebbe essere troppo tardi: l’8 luglio scadono i 90 giorni di sospensione dei dazi decisa dal tycoon: un tempo davvero breve, specialmente se si pensa che gli accordi commerciali hanno una natura molto tecnica e dunque per loro natura richiedono solitamente mesi se non anni di lavoro.
Al momento anche le contromisure decise dall’Ue sono congelate in attesa di arrivare a un accordo con l’amministrazione Trump. Questa sarebbe la via preferita dal blocco, che ha sempre sostenuto che una guerra commerciale porti solo danni e non avvantaggi nessuno. Tuttavia, se non si giungerà a un accordo, i contro-dazi sono pronti a partire il 14 luglio.
Trump ha detto che è improbabile che prorogherà la sospensione dei dazi, anche se da questo punto di vista 90 giorni, altrimenti molto brevi, possono diventare lunghissimi, e le idee del tycoon cambiare molte volte. Valdis Dombrovskis, commissario europeo per l’economia, la produttività, l’attuazione e la semplificazione, ha detto chiaramente che “c’è molto da fare” e che dunque occorre fare presto.
In un eventuale incontro, von der Leyen potrebbe portare ai massimi livelli quella che è la proposta già nota dell’Unione: dazi reciproci zero sui beni industriali, maggiori acquisti di Gnl e armi dagli Usa, lotta comune alle pratiche sleali messe in campo dalla Cina. Tuttavia Trump continua ad alzare la posta, e ha chiesto all’Unione di rallentare sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, con riferimento al Code of Practice a cui il blocco sta lavorando da tempo.
Quanto al tema Ucraina, von der Leyen sabato ha ribadito il sostegno per una pace giusta e duratura basata sull’integrità territoriale dell’Ucraina. L’Ue respinge infatti la proposta di cessione della Crimea alla Russia e di revocare le sanzioni contro Mosca. Oggi Trump ha fatto sapere di ritenere che Zelensky possa cedere il territorio sul Mar Nero, occupato dai russi nel 2014.
C’è anche un altro punto incerto attorno all’incontro tra il presidente Usa e la capa dell’esecutivo Ue, ovvero se sarà bilaterale o aperto a altri leader europei. Teoricamente dovrebbe essere un tête-à-tête, ma Giorgia Meloni e altri leader particolarmente attivi, come il presidente francese Emmanuel Macron, potrebbero cercare di guadagnare spazio.
Il ruolo di Meloni
Proprio la premier italiana Meloni in questo periodo è alla ribalta della diplomazia: sabato ha avuto con von der Leyen un nuovo colloquio telefonico, durante il quale, come ha riferito una portavoce dell’esecutivo di Bruxelles, le due “hanno discusso di tutte le questioni di interesse comune, tra cui il sostegno all’Ucraina e i temi commerciali“. La conversazione è avvenuta anche dopo l’incontro tra Trump e Zelensky, immortalato in una foto ormai iconica.
Meloni e von der Leyen sono state sempre a contatto fin da prima della cerimonia funebre, proseguendo una linea già tenutasi in occasione dell’incontro della premier italiana con Trump a Washington il 17 aprile. In quell’occasione la premier aveva ottenuto la disponibilità del presidente Usa a valutare un incontro Ue-Usa, che Meloni vorrebbe si realizzasse prima del vertice Nato di fine giugno.
La premier dunque sta cercando di portare avanti quel ruolo da ‘ponte’ tra le due sponde dell’Atlantico per cui si è candidata fin dall’elezione di Trump, agevolata da una sintonia col presidente Usa su diversi aspetti, su una stima reciproca, e sull’ottimo rapporto col suo braccio destro Elon Musk.
Lo stesso contatto tra von der Leyen e Trump, secondo fonti vicine a Meloni citate dal Corriere della Sera, sarebbe stato facilitato da Meloni con un intenso lavoro dietro le quinte. Così come, secondo le stesse fonti, il colloquio informale tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella Basilica di San Pietro.
Fratelli d’Italia, il partito di Meloni, su facebook ha definito la giornata di sabato “storica” e ha sottolineato l’azione della premier, “volta a favorire la soluzione delle questioni più spinose che agitano le relazioni internazionali”.