Donald Trump è rimasto “molto deluso” da Vladimir Putin. Di nuovo. Lo ha fatto sapere durante la conferenza stampa congiunta con il premier Uk Keir Starmer presso la residenza di campagna del premier britannico.
“Vladimir Putin mi ha deluso, mi ha davvero deluso sull’Ucraina. Sono molto onorato di dirvi che abbiamo risolto sette guerre, sette guerre, guerre che erano irrisolvibili, guerre che non potevano essere negoziate o risolte. Noi ci siamo riusciti. Quella che pensavo sarebbe stata la più facile era quella con Putin, grazie al mio rapporto con lui. Ma lui mi ha deluso. Mi ha davvero deluso...vedremo come andrà a finire“, ha detto Trump dalla residenza di Ellesborough.
Putin, intanto, non abbassa l’intensità dei suoi attacchi in Ucraina, anzi, rincara la dose. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione, il presidente russo ha quantificato le forze russe impiegate nel territorio occupato annunciando che in Ucraina sono stati impiegati “oltre 700.000 militari“. Secca la risposta di Trump, che nella conferenza con Starmer ha aggiunto: “[Putin] sta uccidendo molte persone e ne sta perdendo ancora di più“.
Durante il discorso di mercoledì, il presidente americano ha detto che il conflitto sarebbe potuto “sfociare in una Terza guerra mondiale“, ma ora, grazie alla sua presidenza, non più. Il tycoon ha aggiunto che se il prezzo del petrolio dovesse calare, “Putin sarà costretto a ritirarsi” dalla guerra perché “Non avrà altra scelta”.
Putin, Trump e la promessa mai mantenuta
Dopo aver prospettato la fine della guerra in ventiquattro ore, poi in cento giorni e quindi un incontro entro la fine di agosto a seguito dello storico summit in Alaska, il tycoon ha incassato l’ennesima delusione dal Cremlino.
Come proposto da Trump durante il vertice di Ferragosto, infatti, Vladimir Putin si è detto disposto a un faccia a faccia con Volodymyr Zelensky, purché l’incontro avvenga Mosca. Una provocazione, più che un invito: “Credo che se volete che l’incontro non abbia luogo, dovreste invitarmi a Mosca”, ha replicato il presidente ucraino intervenendo in una conferenza stampa dopo il vertice dei Volenterosi che si è tenuto a Parigi all’inizio di questo mese.
“Non posso andare nella capitale di questo terrorista. Può venire lui a Kiev”, ha aggiunto Zelensky nello stesso giorno, spiegando come la proposta/provocazione di un incontro a Mosca sia la prova evidente che Putin non è interessato a negoziare. Nonostante le promesse fatte dallo zar russo al vecchio amico Donald Trump.
Le altre volte in cui Trump si è detto deluso da Putin
Trump si era già dichiarato “molto deluso” da Putin dopo la conversazione telefonica intercorsa con il leader del Cremlino lo scorso 2 luglio. Durante una cena con il primo ministro israeliano Netanyahu alla Casa Bianca, Trump aveva condiviso la sua “crescente frustrazione nei confronti del presidente russo“, dichiarando: “Non sono affatto contento del presidente Putin”. In quella occasione, annunciò che gli Usa avrebbero sbloccato i Patriot per l’Ucraina, pur facendo sostenere i costi all’Ue.
“Putin dice un sacco di stronzate“, aveva chiosato il presidente Usa, provocando la reazione sarcastica della Russia, almeno apparentemente in pieno controllo della situazione: “Lo Zio Sam spara bolle di sapone” aveva titolato l’agenzia stampa Ria Novosti, vicina al Cremlino sottolineando che Mosca “non ha paura degli ultimatum, figuriamoci dei penultimatum”. Sullo sfondo, la minaccia di Trump di imporre pesanti sanzioni contro lo Stato aggressore.
Due settimane prima dell’incontro con Keir Starmer, il 2 settembre, Trump aveva ribadito la profonda delusione in un’intervista radiofonica con Scott Jennings Radio Show: “Sono molto deluso dal presidente Putin, posso dirlo. Avevamo un gran rapporto, sono molto deluso”.
Ma il pattern (riavvicinamento tra i due leader – rafforzamento degli attacchi da parte di Putin -delusione di Trump) era chiaro già dagli albori dell’estate: a maggio, Putin aveva sferrato uno dei più massici attacchi in Ucraina uccidendo almeno dodici persone appena una settimana dopo la conversazione telefonica di due ore con Trump. Un confronto che il presidente americano aveva commentato con grande entusiasmo: Russia e Ucraina, aveva garantito il tycoon, avrebbero “immediatamente iniziato le negoziazioni per un cessate il fuoco”.
Una promessa ribaltata dai fatti, provocando la reazione di The Donald: “Non sono contento di quello che sta facendo Putin. Sta uccidendo molte persone e non capisco cosa gli sia successo”, dichiarava ai giornalisti nel New Jersey. Su Truth Social, il tono si faceva ancora più aspro: “È diventato completamente PAZZO! Missili e droni vengono sparati nelle città dell’Ucraina, senza alcun motivo”.
Mentre lo schema si ripete, il Cremlino aumenta la posta in gioco sul fronte occidentale dell’Europa, costringendo i Ventisette e la Nato ad aumentare la fornitura militare. Uno stress test pericoloso, che lascia poco spazio alle sensazioni e molti dubbi sull’esito finale della guerra in Ucraina.