La responsabilità della sicurezza dell’Ucraina è nelle mani dell’Unione europea e sotto il coordinamento degli Stati Uniti. Il percorso di pace non è semplice, ma un trilaterale tra il presidente Volodymyr Zelensky, il corrispettivo russo Vladimir Putin e quello statunitense Donald Trump è atteso nelle prossime settimane. La garanzia Usa a Kiev? “Armi americane acquistate dall’Ucraina con i soldi europei” in cambio di difesa. Ma che tipo difesa?
Ecco cos’è emerso dall’incontro di ieri a Washington che ha visto protagonisti leader europei, la Casa Bianca e il presidente ucraino e cosa aspettarsi nei prossimi giorni.

L’incontro a Washington
Si respirava un’aria distesa ieri a Washington quando il presidente ucraino ha raggiunto la Casa Bianca per discutere delle proprie condizioni per un accordo di pace con la Russia. In abito nero, elogiato da Trump e dalla stampa che lo ha definito “favoloso”, Zelensky ha chiesto maggiori garanzie di sicurezza.
A differenza del precedente incontro tenutosi tra il presidente ucraino e quello statunitense a febbraio, quello di ieri è sembrato più incentrato sul dialogo che sullo scontro. Prima della discussione di gruppo con i leader europei, Trump ha ospitato Zelensky per un bilaterale nello Studio Ovale. Un incontro definito dall’ucraino “il migliore” mai avuto con la sua controparte statunitense: colloqui “costruttivi” e “specifici”, ha affermato Zelensky. Due i punti salienti:
- stabilire garanzie di sicurezza per l’Ucraina.
- organizzare un incontro trilaterale con Putin.
Entrambi i leader sono apparsi soddisfatti dell’andamento dei colloqui. Ma quali dovrebbero essere queste garanzie di sicurezza?

“Garanzie di sicurezza” per l’Ucraina
Fino a ieri, gli Stati Uniti hanno dimostrato remore su qualsiasi possibilità di assumere un impegno reale e concreto nei confronti della difesa ucraina. Di responsabilità dell’Unione europea, con il supporto Nato, la difesa di Kiev era a carico di Bruxelles. Da ieri, invece, la “Coalizione dei volenterosi” (i leader europei a supporto dell’Ucraina) potrebbero avere Trump come alleato, seppur laterale. Dopo i colloqui, conclusi lunedì 18 agosto nello Studio Ovale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che tali garanzie di sicurezza potrebbero essere assunte dagli Stati europei in “coordinamento con gli Stati Uniti”.
La forma che dovrebbero assumere, però, non è stata ancora definita. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato alla Bbc che continueranno nella giornata di oggi, martedì 19 agosto, i negoziati su tali garanzie. “Ora lavoreremo con gli Stati Uniti – ha affermato Starmer -. Abbiamo assegnato gli incarichi ai nostri team”. Secondo le prime indiscrezioni emerse dall’incontro storico e confermate da Zelensky sembra che tali garanzie saranno formalizzate entro 10 giorni. Una parte certa di esse includerebbe l’acquisto di armi statunitensi per un valore di 90 miliardi di dollari da parte dell’Ucraina con supporto dell’Unione europea.
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha detto che l’offerta del presidente statunitense Donald Trump di fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina rappresenta una “svolta” nel garantire un potenziale accordo di pace. “Il fatto che lei abbia detto ‘sono disposto a partecipare alle garanzie di sicurezza’ è un grande passo, è davvero una svolta, e fa tutta la differenza. Quindi grazie anche per questo”, ha detto Rutte a Trump durante un punto stampa alla Casa Bianca con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e diversi leader europei in previsione del loro vertice. Il leader dell’Alleanza ha anche ringraziato il presidente Usa per aver “superato l’impasse” ed essere riuscito a portare al tavolo dei negoziati il presidente russo Vladimir Putin.

Cosa hanno detto i leader europei a Washington?
L’Unione europea ieri è scesa in campo per aiutare l’Ucraina del percorso diplomatico sugli accordi di pace con la Russia. La premier italiana Giorgia Meloni ha dichiarato che per “raggiungere la pace e se vogliamo garantire la giustizia dobbiamo farlo uniti”. “Penso che sia un giorno importante – ha spiegato ieri alla Casa Bianca -, una nuova fase dopo tre anni e mezzo in cui non abbiamo visto nessun tipo di segnale da parte russa di disponibilità al dialogo. Quindi, qualcosa è cambiato. Qualcosa è cambiato grazie a lei ma grazie anche allo stallo sul campo di battaglia, che – ha evidenziato Meloni – è stato raggiunto con il coraggio dell’Ucraina e con l’unità che abbiamo tutti dato all’Ucraina”. La presidente del Consiglio si è detta quindi “felice che si parta da una proposta, quella ispirata all’articolo 5, che all’inizio era italiana. L’Italia è sempre pronta a portare idee per la pace e per il dialogo. È un percorso che dobbiamo costruire insieme, per garantire la pace e difendere la sicurezza delle nostre nazioni”.
“Siamo qui, come alleati e amici, per la pace in Ucraina e in Europa. Si tratta di un momento importante, poiché continuiamo a lavorare per garantire solide garanzie di sicurezza per l’Ucraina e per una pace duratura”. Così in un post su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
The human cost of this war must end.
And that means every single Ukrainian child abducted by Russia must be returned to their families.
I thank @POTUS for his clear commitment today to ensuring these children are reunited with their loved ones. pic.twitter.com/bRyS83Sdxr
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) August 18, 2025
“Di Putin non ci si può fidare molto. Resta da vedere se avrà il coraggio di presentarsi a questo tipo di incontro, se avrà il coraggio di partecipare a un vertice trilaterale o se, ancora una volta, sta solo prendendo tempo.” Con queste parole il presidente finlandese Alexander Stubb ha commentato, parlando con la stampa del suo Paese, la posizione del Cremlino dopo l’incontro di ieri alla Casa Bianca.
Pragmatico, invece, il tono dell’intervento del presidente francese Emmanuel Macron secondo il quale è il caso di intensificare le sanzioni contro la Russia se il presidente Vladimir Putin non farà passi avanti verso la pace con l’Ucraina: “Il presidente Trump ritiene che possiamo raggiungere un accordo e crede che anche il presidente Putin voglia un accordo di pace. Ma se alla fine questo processo sarà respinto, siamo anche pronti a dire che dobbiamo aumentare le sanzioni”. “Non si è parlato della questione territoriale”, ha aggiunto Macron riferendosi ai territori che Putin vorrebbe dall’Ucraina come “merce di scambio” per la pace. Un accordo che assumerebbe le forme di una “capitolazione” per Kiev, come più volte sostenuto dagli stessi leader europei.
Dello stesso parere, il cancelliere tedesco Friedrich Merz che ha esortato Trump a “fare pressione sulla Russia per un cessate il fuoco”. “Non riesco a immaginare che il prossimo incontro si svolga senza un cessate il fuoco”, ha affermato. Putin ha accettato un incontro bilaterale entro le prossime due settimane, ha aggiunto Merz.





Il trilaterale tra Putin, Zelensky e Trump
Donald Trump ha immediatamente chiamato Vladimir Putin, dopo l’incontro con gli europei e Zelensky. Da quanto riferito dalla Casa Bianca, il tycoon ha avviato “i preparativi per un incontro, in una località da determinare, tra il presidente russo ed il presidente ucraino Volodymyr Zelensky”. In un post su Truth il presidente americano annuncia poi che, dopo questo incontro, “avremo un trilaterale, anche con me”.
La premier italiana Giorgia Meloni ha avanzato la candidatura di Roma come sede dell’incontro. Il presidente francese Emmanuel Macron ha sostenuto l’ipotesi di Ginevra. Zelensky e Trump pare guarderebbero con favore al Vaticano, mentre Putin continua a insistere su Ginevra. Intanto, i ministeri degli Esteri di Italia e Svizzera hanno confermato la disponibilità a ospitare l’evento, mentre l’Unione europea sta valutando altre opzioni, tra cui Budapest e Helsinki.