“L’approvazione al Consiglio Ue della riforma della Pac è una vittoria del Governo Meloni”. Ad affermarlo con fierezza è il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in merito alla revisione della Politica agricola comune. La notizia arriva in risposta alle proteste degli agricoltori che si sono susseguite negli ultimi mesi in tutti i Paesi europei e tiene conto dell’impatto degli sviluppi geopolitici e degli eventi meteorologici estremi.
La revisione della Pac
Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato formalmente, nella giornata di ieri 13 maggio, la revisione mirata di alcuni atti alla Politica agricola comune. “Questa revisione mirata della politica agricola comune – dice il ministro dell’Agricoltura belga David Clarinval – è un risultato concreto dei nostri sforzi volti a ridurre la burocrazia e garantire la semplificazione per gli agricoltori. L’adozione avviene solo due mesi dopo la presentazione della proposta da parte della Commissione. Ciò dimostra chiaramente che stiamo mantenendo le promesse fatte agli agricoltori europei”.
La revisione della Pac riguarda alcuni elementi del regolamento sui piani strategici e del regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica stessa. Il primo anno di attuazione della nuova Pac aveva comportato un aggravio del carico burocratico che con le nuove norme aggiornate dovrebbe ridursi. Oneri amministrativi e maggiore flessibilità per rispettare determinate condizionalità ambientali, garantendo un quadro sufficientemente prevedibile per gli agricoltori: queste le principali novità. Entro la fine di maggio, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, entrerà ufficialmente in vigore.
Una “vittoria del Governo Meloni”
“L’Italia in Europa ha adottato una posizione decisa, presentando un documento a febbraio che esortava la Commissione Ue a riconsiderare politiche ideologiche, mascherate da presunto ambientalismo, dannose per il nostro settore primario – ha proseguito il ministro Lollobrigida -. La riforma riduce la burocrazia, aumenta la flessibilità e mette al centro l’agricoltura nell’agenda europea. – ha proseguito il ministro – Attraverso un impegno per la formazione, il giusto riconoscimento del lavoro e del reddito, la lotta contro le pratiche sleali e una visione di sostenibilità che abbraccia sia l’ambiente che l’economia e il sociale, stiamo delineando un futuro migliore per il settore agricolo. C’è ancora molto da fare, ma l’inversione di tendenza c’è stata e auspichiamo che possa essere ancora più netta nel prossimo futuro”.
A commentare la revisione della Pac è anche il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega: “Le modifiche alla Pac approvate in via definitiva dal Consiglio europeo dimostrano che è possibile tutelare l’ambiente senza tormentare l’agricoltura con norme oppressive. È quello che la Lega ha ripetuto in questi anni, mentre la Commissione Von der Leyen si è lasciata guidare a lungo dall’ambientalismo ideologico della sinistra, per poi provare a cambiare qualcosa solo in questi ultimi mesi. Troppo poco, troppo tardi”.
“Consideriamo le nuove norme, così come quelle sulla tutela delle Ig che entrano in vigore oggi, come l’inizio di un lavoro nuovo e diverso da portare avanti nella prossima legislatura a Bruxelles. La direzione è quella indicata dal Parlamento italiano, con la legge approvata su proposta della Lega: gli agricoltori sono i primi custodi del territorio e dell’ambiente, trattarli da nemici non ha senso e finirebbe per essere controproducente. La sostenibilità ambientale può e deve andare di pari passo con quella economica e sociale, in una alleanza con imprese e lavoratori del settore agroalimentare e non solo”, ha concluso Centinaio.
La reazione degli agricoltori
Soddisfatto, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha ringraziato il Governo, e in particolare il ministro Lollobrigida, per il lavoro essenziale e positivo svolto in ambito europeo. Occorre ora procedere a livello nazionale alla modifica del Piano strategico per l’applicazione della Pac. A livello comunitario, intanto, proseguono le iniziative per la revisione della direttiva sulle pratiche sleali e per rafforzare il ruolo dell’agricoltura all’interno della filiera: “Resta comunque indispensabile una profonda riforma della Pac, più attenta alla produzione, alla competitività e alla tutela dei redditi”, ha concluso il presidente Giansanti.
“Agire rapidamente – invita il presidente della Copagri Tommaso Battista, evidenziando l’importanza del confronto in seno al tavolo tecnico del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste -. consentirà al nostro paese di sfruttare appieno la positiva apertura delle istituzioni comunitarie, arrivata anche grazie al forte pressing della Copagri, in merito alla maggiore flessibilità nell’applicazione delle misure previste dal Piano Strategico Nazionale-Psn, che potrà essere modificato fino a due volte l’anno per meglio rispondere alle mutate condizioni di mercato e di scenario”. “Con l’odierno via libera – ha ricordato il presidente – oltre alla riduzione degli oneri amministrativi a carico degli agricoltori, è stato scongiurato, fra l’altro, l’obbligo di lasciare il 4% dei terreni a riposo ed è stata confermata l’esenzione per le aziende agricole sotto i 10 ettari, che rappresentano circa il 65% dei beneficiari della Pac, dai controlli e dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità, per i quali viene inoltre concessa la possibilità di deroghe temporanee legate a condizioni climatiche impreviste”.
“Restano, però, ancora numerosi nodi da sciogliere, sui quali servirà una pronta risposta del governo per far sì che le modifiche entrino in vigore il prima possibile”. “Non possiamo, quindi, che accogliere con favore l’intenzione manifestata dal Masaf di vagliare le modifiche del Psn in seno ad un apposito comitato di monitoraggio, che dovrebbe essere convocato a strettissimo giro” conclude Battista.
Un successo a metà è stato considerato da Confcooperative Fedagripesca che accoglie “positivamente il via libera da parte del Consiglio Ue alla revisione dell’attuale impianto della Pac, nella quale sono state accolte molte delle richieste del mondo cooperativo agricolo, a partire da quelle che mirano ad alleggerire la condizionalità rafforzata, o quelle dirette ad attenuare il carico burocratico per le aziende con una superficie inferiore ai 10 ettari – ha spiegato Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative Fedagripesca, che ha aggiunto -: “Come cooperazione continuiamo a pensare tuttavia che serva un vero cambio di passo, che vada nella direzione di un rafforzamento delle filiere e della competitività delle imprese”.
Per il presidente della federazione agricola e della pesca, infatti, “le modifiche introdotte restano di portata limitata: occorre invece che le misure della Pac siano anche pensate e strutturate al fine di mettere in condizione le aziende di essere più forti sia sul mercato interno che su quello internazionale, potendo contare su una maggiore forza commerciale. A questo devono servire i contributi comunitari”. “Resta quindi indispensabile – conclude il presidente – che l’Europa rafforzi gli interventi di mercato, sui quali la semplificazione appena varata non ha agito”.
“Il via libera definitivo da parte del Consiglio Ue alla revisione della Pac risponde in tempi stretti alle istanze di semplificazione e sburocratizzazione chieste a gran voce dalle aziende agricole”. Lo scrive, in una nota, il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, secondo il quale “ora bisogna essere altrettanto tempestivi e, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, cominciare a lavorare alla modifica del Piano strategico nazionale per un miglior funzionamento della Politica agricola rispetto alle condizioni geopolitiche, climatiche e di mercato”.
“Grazie anche al pressing della Confederazione – ricorda Fini – adesso gli Stati membri potranno introdurre elementi di flessibilità nei Psn aprendo la strada a una Pac meno ingessata. Inoltre, non ci sarà più l’obbligo di lasciare il 4% dei terreni a riposo e sarà possibile concedere deroghe temporanee a specifici requisiti di condizionalità. Molto importante pure la retroattività a partire dall’inizio del 2024″, spiega ancora il presidente dell’associazione che conclude: “Questo è solo l’inizio di un percorso necessario per riformare la Pac dalle fondamenta e garantire la sostenibilità prima economica e poi ambientale delle imprese del settore. A partire anche dal riequilibrio del valore lungo la filiera con gli agricoltori al centro”.