Tour di pace per Zelensky, da Parigi a Dublino. Kallas: “Necessaria pressione sulla Russia”

L'Ue teme pressioni sull'Ucraina e accelera sui fondi Safe e sugli asset russi a dicembre
48 minuti fa
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Zelensky Macron Afp
Zelensky Macron Afp

L’Ucraina è al centro di una frenetica attività diplomatica che si snoda tra i negoziati di Miami, gli incontri a Parigi e Dublino del presidente Volodymyr Zelensky, e l’imminente colloquio a Mosca tra l’inviato americano Steve Witkoff e Vladimir Putin.

A Bruxelles, le istituzioni europee si stanno mobilitano per garantire i finanziamenti a lungo termine per Kiev e definire la propria posizione nei confronti della Russia, con l’Alta Rappresentante Kaja Kallas che ha definito l’attuale contesto come una “settimana cruciale” per la diplomazia mondiale.

Il dialogo “intenso ma produttivo” di Miami

I negoziati chiave tra Stati Uniti e Ucraina si sono svolti in Florida e si sono concentrati sulla definizione del confine di fatto con la Russia nell’ambito di un potenziale accordo di pace. Funzionari ucraini hanno descritto l’incontro, durato cinque ore, come “difficile” e “intenso,” ma in definitiva “produttivo“. Il presidente Zelensky, ricevendo un rapporto sui “principali parametri del dialogo” dal capo della delegazione ucraina Rustem Umerov, ha lodato “l’importanza del dialogo costruttivo” e ha sottolineato che i colloqui devono mantenere una chiara attenzione alla garanzia della sovranità e degli interessi nazionali dell’Ucraina.

Zelensky si è anche detto grato agli Stati Uniti, in particolare al team del presidente Trump e al presidente in persona, per l’intenso lavoro svolto. Successivamente, Rustem Umerov e l’inviato statunitense Steve Witkoff hanno tenuto ulteriori incontri in Florida per discutere le “alcune questioni” ancora aperte.

Nonostante i progressi, definiti come un “passo avanti” basato sui colloqui precedenti a Ginevra, rimangono nodi cruciali da sciogliere. La proposta di pace americana in 28 punti include clausole considerate altamente problematiche. In particolare, Mosca richiede che l’Ucraina rinunci formalmente all’aspirazione costituzionale di aderire alla Nato. I negoziatori starebbero esplorando soluzioni che potrebbero impedire di fatto all’Ucraina di aderire all’alleanza attraverso accordi diretti tra gli stati membri della Nato e Mosca, pur evitando che Kiev debba rinunciare ufficialmente a tale aspirazione.

Un altro punto di scontro riguarda il territorio del Donbass. Mentre la proposta statunitense prevedeva che questa regione diventasse una zona demilitarizzata amministrata dalla Russia, l’Ucraina ha categoricamente escluso la cessione del controllo, temendo che ciò “indebolirebbe notevolmente la difesa dell’Ucraina e renderebbe più probabile un’ulteriore potenziale aggressione”.

L’offensiva diplomatica in Europa e la tappa a Mosca

Il flusso di negoziati è proseguito con la missione di oggi del presidente Zelensky in Europa. Dopo i colloqui in Florida, il capo della delegazione Umerov ha raggiunto Zelensky a Parigi. Accompagnato dalla moglie Olena Zelenska, il presidente ucraino è stato ricevuto all’Eliseo dal presidente Emmanuel Macron. I due leader hanno discusso le condizioni per una pace giusta e duratura, basandosi sui colloqui di Ginevra e sul piano americano, in stretta consultazione con i partner europei, oltre a esaminare le garanzie di sicurezza.

A margine dell’incontro, l’Eliseo ha fatto sapere che Zelensky e Macron hanno avuto uno scambio con Witkoff e Umerov in Florida, e successivamente hanno parlato con diversi leader europei, il Premier britannico Keir Starmer, il segretario generale della Nato Mark Rutte, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Antonio Costa.

Domani Zelensky è atteso a Dublino, per la sua prima visita ufficiale in Irlanda, dove incontrerà il primo ministro Michael Martin e la presidente Catherine Connolly. L’agenda irlandese include l’inaugurazione del Forum economico Irlanda-Ucraina, con l’obiettivo di rafforzare i legami commerciali e gli investimenti. L’Irlanda ha anche ribadito il suo sostegno all’adesione dell’Ucraina all’Ue, con l’impegno ad accelerare il percorso durante la sua presidenza del Consiglio dell’Unione europea nel 2026. La visita di Zelensky in Irlanda giunge in un momento “critico” e sotto la pressione dell’Amministrazione Trump affinché Kiev accetti un accordo di pace, in un contesto teso anche dalle dimissioni del capo dell’ufficio presidenziale ucraino per uno scandalo corruzione.

Mentre Zelensky si muove in Europa, l’inviato americano Witkoff vola a Mosca per l’incontro, confermato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, con il presidente russo Vladimir Putin. Questa visita precede inoltre la missione che il presidente Macron compirà in Cina, dove mercoledì chiederà al leader Xi Jinping di esercitare pressioni su Mosca per un cessate il fuoco in Ucraina.

Il ruolo dell’Unione europea e gli asset russi

A Bruxelles, l’Unione europea monitora attentamente i negoziati, garantendo che gli interessi dell’Ue e dell’Ucraina siano “trasmessi alle nostre controparti”. La portavoce capo della Commissione europea, Paula Pinho, ha ricordato le conversazioni in corso tra l’Ue e gli Stati Uniti, inclusa una telefonata tra Ursula von der Leyen e Zelensky. L’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha espresso forti preoccupazioni riguardo lo svolgimento dei colloqui di pace. Kallas teme che tutta la “pressione” sia esercitata sulla “vittima,” l’Ucraina, affinché faccia concessioni, anziché sull’aggressore, la Russia, che ha iniziato e sta continuando la guerra.

Sottolineando che l’Ucraina è “sola” al tavolo principale, ha affermato che la posizione di Kiev sarebbe “molto più forte” se fosse affiancata dagli europei. Kallas ha insistito sulla necessità di esercitare pressione sulla Russia, poiché l’aggressione a uno Stato sovrano, se premiata, creerebbe un pericoloso precedente globale. Per questo motivo, l’Ue si sta concentrando sul sostegno finanziario a lungo termine. Kallas ha assicurato che il Consiglio europeo di dicembre (in agenda il 18 e 19) non si concluderà senza una soluzione per il finanziamento pluriennale all’Ucraina. L’opzione considerata “migliore” e più praticabile è il prestito basato sui beni congelati della Banca centrale russa.

Sebbene il Belgio abbia espresso “preoccupazioni legittime”, tutti gli altri Stati membri si sono detti disposti a condividere i rischi. Kallas ha sostenuto che questi fondi “in realtà sono soldi ucraini” a fronte dei danni causati da Mosca, e ha esortato a mitigare i rischi e procedere con la proposta legislativa.

Sul fronte della difesa, i ministri della Difesa dell’Ue si sono riuniti a Bruxelles per discutere l’ulteriore sostegno a Kiev e il miglioramento della prontezza difensiva europea. Durante l’incontro, cui hanno partecipato anche il segretario generale della Nato Mark Rutte e il ministro della Difesa ucraino Denys Shmyhal, sono stati esaminati sforzi come il fondo di difesa da 150 miliardi di euro (Safe), al quale 19 dei 27 membri dell’Unione hanno espresso interesse a partecipare.

L’allarme di Mosca e i combattimenti sul campo

Mentre la diplomazia è in fermento, il contesto militare resta teso. Il Cremlino ha risposto duramente alle recenti dichiarazioni del presidente del Comitato militare della Nato, Giuseppe Cavo Dragone, sulla possibilità di “attacchi preventivi” contro la Russia. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito tali parole un passo “estremamente irresponsabile” che indica la disponibilità dell’Alleanza a procedere verso l’escalation e smentisce il “mito” della natura difensiva della Nato.

Nel frattempo, i combattimenti continuano nella regione di Donetsk. Le forze ucraine hanno respinto i militari russi alla periferia meridionale di Rodynske, a nord-est di Pokrovsk. Secondo l’Institute for the Study of War, il contingente russo è stato notevolmente indebolito dalla guerriglia urbana a Pokrovsk, città considerata di importanza strategica.