Tino Chrupalla (AfD): “Non vogliamo essere Melonizzati”. Ecco perché

Il co-leader del partito tedesco di estrema destra è stato chiaro: “Noi restiamo il partito della pace e della sovranità”
5 mesi fa
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Tino Chrupalla, AfD (Fotogramma)
Tino Chrupalla, AfD (Fotogramma)

Tino Chrupalla è stato chiaro: “Non vogliamo essere Melonizzati”. Il co-leader del partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland, è stato riconfermato a capo del partito durante il Congresso del movimento tenutosi questo weekend a Essen, in Germania.

“La nostra delegazione sta anche discutendo di un nuovo gruppo parlamentare e non voglio anticipare l’esito. Forse il nostro capo delegazione potrà e saprà riferire in merito nelle prossime ore e forse nei prossimi giorni – ha spiegato Chrupalla -. Ma su una cosa voglio essere chiaro: noi non vogliamo essere melonizzati, cari amici, noi restiamo il partito della pace e della sovranità”.

E poi la stoccata anche contro Marine Le Pen: “La Francia o l’Italia non devono interferire nei nostri affari”. E ha concluso annunciando di sostenere il ritiro di AfD da “Identità e Democrazia”, il partito europeo di destra e estrema destra che raccoglie eurodeputati di sette Paesi, la maggior parte dei quali provengono dalla Lega e dal Rassemblement National francese.

Ma cosa sta accadendo in Germania e perché l’estrema destra tedesca non vuole subire influenze dalla premier italiana e dall’esponente del probabile futuro primo partito francese? Andiamo con ordine.

Manifestazioni in Germania contro Afd

Nel fine settimana Alice Weidel e Tino Chrupalla sono stati confermati alla guida del partito tedesco AfD. La conferenza di partito si è tenuta nel Nord Reno-Westfalia ed è stata accompagnata da diverse manifestazioni e proteste.

Secondo la stampa locale, pare che ci fossero oltre cento mila persone e che tra gli scontri sarebbe coinvolto anche un delegato dell’AfD che avrebbe morso alla gamba un giovane manifestante. Si tratta di Stefan Hrdy, 67 anni, ex agente della polizia del GSG9, un’unità d’élite della Bundespolizei tedesca impiegata per operazioni antiterrorismo nazionale e internazionale, operazioni speciali e di ordine pubblico che sostiene di essersi difeso dai manifestanti, notizia che ha raggiunto il Bild.

Intanto, il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung scrive che Alice Weidel non è Giorgia Meloni. E probabilmente non è nemmeno Marine Le Pen. La stessa leader francese che nelle scorse settimane aveva preso le distanze dal partito tedesco per lo scandalo che ha riguardato Maximilian Krah, uno degli esponenti di partito, per aver pronunciato frasi naziste.

E anche se le manifestazioni hanno coinvolto numerosi cittadini, c’è una realtà con la quale si dovranno scontrare gran parte degli elettori tedeschi: l’AfD è il secondo partito più forte della Germania; il primo a Est del Paese.

La scalata della destra tedesca

Il partito di Weidel e Chrupalla è arrivato secondo alle elezioni europee in Germania. Si è contraddistinto con un notevole 15,9%, nonostante gli scandali che l’hanno riguardato e che hanno preceduto le elezioni. Il Bundesamt für Verfassungsschutz, cioè l’Ufficio tedesco per la tutela della Costituzione, aveva classificato il partito AfD come “di estrema destra” e quindi un pericolo per la libertà democratica del Paese. Di fatto, però, ha conquistato l’ala Est della Germania dimostrando ancora una certa spaccatura forse mai sanata.

“Melonizzazione” e “Lepenizzazione”: cosa succede?

Ma perché AfD pare abbia paura di essere Melonizzato o Lepenizzato? Probabilmente di restare molto più a destra delle due leader conservatrici a AfD conviene. Il successo alle europee ne è stata la dimostrazione e il rischio di dover stringere alleanze con gruppi troppi distanti, non sembra essere una soluzione.

Una destra frammentata è ciò che emerge in Europa e la situazione attuale per la formazione del Parlamento europeo e del concretizzarsi dei nomi per i “top job” è ancora in divenire. Non è chiaro quali possano essere i partiti che si riuniranno per la costituzione di alleanze, così come se ci saranno nuovi gruppi all’orizzonte. E mentre AfD annuncia di volerne realizzare uno, il leader ungherese Viktor Orbàn porta a segno la nascita dei “Patrioti d’Europa” con la destra austriaca e quella ceca, alla quale si è aggregata anche quella portoghese rappresentata dal partito populista Chega!

Ci sono gli estremi per un’unione con AfD? Non è detta l’ultima, ma sicuramente non avverrà con Ecr di Giorgia Meloni e neppure con ID della quale fa parte Marine Le Pen. E tra le due, intanto, non è che corra buon sangue: Le Pen ha una relazione politica più antica con Matteo Salvini, con cui ha in comune il filoputinismo. La premier italiana, invece, ha avuto l’intelligenza di capire che il sostegno all’Ucraina sarebbe stata la chiave di volta all’establishment euroatlantico. Le due potrebbero sorprendere tutti divenendo la “coppia” che serve all’Italia per far fronte comune contro le sinistre europee rimanendo però meno a destra di quanto non siano i leader e colleghi tedeschi e ungheresi e a Le Pen per accedere in Europa con un volto meno autoritario.

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