Ieri Bruxelles ha ospitato uno degli appuntamenti più rilevanti del 2024 per l’Unione Europea: il summit con i Paesi dei Balcani Occidentali. Un incontro che ha gettato le basi per un rafforzamento dei legami tra l’Ue e una regione storicamente considerata un “cuscinetto” tra Oriente e Occidente, ma che, ormai da tempo, riveste un ruolo fondamentale nelle dinamiche geopolitiche europee. Il summit si è concluso con un messaggio forte e chiaro: il futuro dei Balcani Occidentali è nell’Unione Europea. Riuniti all’Europa Building di Bruxelles, i leader dei 27 Stati membri e quelli dei Paesi dei Balcani hanno discusso intensamente di integrazione, sicurezza e politica estera, delineando un’agenda che non si limita al linguaggio della diplomazia, ma punta a risultati tangibili.
Una “famiglia europea” da completare
A presiedere l’incontro, il neo-eletto presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, che ha sottolineato come l’allargamento non sia solo una questione politica, ma un “investimento geostrategico” per la pace e la stabilità del continente. Costa ha insistito sulla necessità di accelerare il processo di adesione, facendo eco alle parole della premier italiana Giorgia Meloni, che ha definito l’integrazione dei Balcani occidentali non un allargamento, bensì una riunificazione di una civiltà europea.
Meloni, in prima linea nel sostenere l’adesione dei Paesi balcanici, ha ribadito il ruolo dell’Italia come promotore di questo percorso. Durante il suo intervento, ha elogiato i progressi di Albania e Montenegro e ha sollecitato maggiore attenzione verso Bosnia-Erzegovina e Macedonia del Nord. Ma la premier non ha mancato di lanciare un monito sulla necessità di coinvolgere anche la Serbia, Paese strategico, seppur controverso, per via dei suoi legami con Mosca.
I Balcani occidentali, rappresentati da leader ambiziosi come il premier montenegrino Jakov Milatovic, vedono nell’adesione un obiettivo concreto e urgente. Milatovic ha ribadito che il Montenegro potrebbe essere il prossimo Stato membro entro il 2028, grazie al completamento di molti capitoli negoziali. Tuttavia, non mancano le sfide: tensioni bilaterali, controversie di vicinato e la necessità di riforme strutturali restano ostacoli significativi.
L’ombra dell’Ucraina sul summit
L’integrazione balcanica si inserisce in un contesto geopolitico dominato dalla guerra in Ucraina. La presenza di Volodymyr Zelensky, ospite speciale sia al vertice Ue-Balcani che al Consiglio Europeo di oggi, ha ricordato a tutti i partecipanti che l’Europa non può abbassare la guardia. La guerra ha imposto un’accelerazione storica, come sottolineato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha parlato di “un ritmo di adesione mai visto prima”.
Mentre a Bruxelles si ragiona sull’invio di aiuti militari e sul rafforzamento delle sanzioni contro Mosca, la possibilità di inviare un contingente di peacekeeper in caso di cessate il fuoco in Ucraina ha trovato spazio in una discussione ristretta tra alcuni leader europei e il segretario generale della Nato Mark Rutte. L’Italia, ha assicurato Meloni, continuerà a sostenere Kiev, con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura.
Economia e migrazione
Non solo geopolitica. Il vertice ha affrontato anche il tema della crescita economica e della gestione dei flussi migratori. Il Piano per la Crescita lanciato nel 2023 rimane centrale per raddoppiare lo sviluppo economico della regione, a patto che i Paesi balcanici attuino le riforme promesse. L’integrazione graduale nel mercato unico, secondo von der Leyen, sarà un’ulteriore leva per dimostrare i vantaggi tangibili dell’adesione all’Ue.
Sulla migrazione, invece, l’Ue cerca risposte comuni. La rotta balcanica resta una delle principali vie di accesso per i flussi migratori verso l’Europa, e Bruxelles punta a rafforzare la cooperazione con i Paesi dell’area per gestire meglio la questione, contrastando al contempo la criminalità organizzata.
Un’Europa più grande e più forte
“La famiglia europea si allarga”, ha dichiarato la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, sintetizzando l’essenza del summit. Se l’adesione dei Balcani occidentali diventerà realtà, l’Ue non solo sarà più grande, ma anche più resiliente e influente sul piano globale.
Con i riflettori ora puntati sul Consiglio Europeo di oggi, resta da vedere se i leader riusciranno a tradurre in azioni concrete gli impegni presi. Perché, come ha avvertito Metsola, se l’Europa non accelera, altri attori potrebbero colmare il vuoto nei Balcani, compromettendo il progetto europeo.