Si è concluso il vertice della Comunità Politica Europea (Cpe) tenutosi oggi a Tirana. I leader europei si sono riuniti nella capitale albanese per affrontare un contesto geopolitico sempre più complesso. Al centro dell’incontro, il discorso della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha delineato una visione chiara: un’Europa “sveglia” e pronta ad affrontare le sfide globali con rinnovata determinazione.
Un’Europa sveglia in un mondo in disordine
“I cambiamenti che stiamo vivendo sono storici, senza alcun dubbio. Quando il Muro cadde nel 1989, fu proclamata la fine della storia, e abbiamo presupposto che la libertà economica e politica avrebbero finito per convergere e che questo avrebbe unito le persone”, ha esordito von der Leyen, evocando quel momento di ottimismo che aveva caratterizzato l’Europa post-Guerra Fredda.
La presidente dell’esecutivo ha poi tracciato un quadro della situazione attuale ben diverso da quelle aspettative: “Ora, mentre siamo qui oggi, la storia è tornata, e con essa la geopolitica. Quello che avevamo percepito come un ordine mondiale sta diventando un disordine mondiale, innescato non da ultimo dalle ambizioni imperialiste di Putin e da altre lotte geopolitiche”.
Il riferimento al “disordine mondiale” riflette le preoccupazioni espresse due giorni da fa da Mario Draghi riguardo l’erosione del multilateralismo e il ritorno a logiche di potenza che sembravano superate. Chiaramente la consapevolezza su questi temi non nasce oggi: negli ultimi mesi, i vertici europei hanno intensificato i dibattiti sulla necessità di una maggiore autonomia strategica dell’Unione, culminati con la recente presentazione della Bussola Strategica e con il rafforzamento della politica di difesa comune.
“Oggi l’Europa è sveglia – completamente sveglia“, ha affermato con enfasi von der Leyen. “E sappiamo che dobbiamo fare un balzo in avanti: dobbiamo colmare il divario dell’innovazione, stimolare la nostra competitività, costruire la nostra resilienza e ampliare e approfondire la rete di partnership in tutto il mondo”.
Crisi come opportunità di crescita
La presidente ha ricordato come l’Europa abbia saputo trasformare le crisi in opportunità di rafforzamento: “Negli ultimi anni – la pandemia, la crisi climatica, la crisi energetica, la guerra della Russia contro l’Ucraina – tutte queste sono crisi serie che ci hanno davvero messo alla prova, ma l’Europa è emersa più grande e più forte da ogni crisi”.
Questa capacità di resilienza è stata particolarmente evidente nella risposta europea alla pandemia (che ora crea grattacapi alla presidente della Commissione per il caso Pfizergate), da cui è nato il NextGenerationEU, considerato il più grande traguardo raggiunto dall’Europa unita nella storia recente. Anche la reazione all’invasione russa dell’Ucraina ha portato a un’inedita unità d’intenti tra i Paesi membri, Ungheria di Orban a parte. La stessa Cpe, nata nel 2022 su impulso del presidente francese Emmanuel Macron, rappresenta un esempio concreto di questa nuova coesione europea di fronte alle sfide geopolitiche.
“L’Europa si è avvicinata di fronte a questi punti di svolta della storia e l’Europa è rimasta unita nel suo incrollabile sostegno all’Ucraina”, ha sottolineato von der Leyen, aggiungendo: “Perché non dovremmo dimenticare: è anche per questo che è stata creata la Comunità Politica Europea, per unirsi attorno all’Ucraina di fronte all’aggressione russa e preservare la pace nel continente – mentre la Russia ha lasciato l’Europa“.
Nuove sanzioni per la Russia
La presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al summit di Tirana ha rappresentato un forte messaggio simbolico. “Il semplice fatto che siamo seduti qui oggi, insieme a te, Volodymyr, è la prova della nostra unità di ferro”, ha detto von der Leyen al leader ucraino che oggi non è volato per i colloqui di Istanbul a cui hanno partecipato le delegazioni di Russia e Ucraina.
Sul fronte delle sanzioni contro la Russia, la presidente ha fornito dati concreti sui risultati ottenuti: “Queste sanzioni stanno mordendo: le entrate russe da petrolio e gas sono diminuite di quasi l’80% rispetto a prima della guerra; il deficit della Russia sta salendo alle stelle; i tassi di interesse sono proibitivamente alti; l’inflazione è in aumento, ben oltre il 10%”.
Questi dati arrivano in un momento in cui il dibattito sull’efficacia delle sanzioni è particolarmente acceso tra gli analisti economici. Secondo recenti studi della Banca Mondiale, l’economia russa ha mostrato una resilienza inaspettata, ma i danni strutturali a lungo termine potrebbero rivelarsi più profondi di quanto appaia nell’immediato, soprattutto in settori ad alta tecnologia dipendenti dalle importazioni occidentali.
Von der Leyen ha poi annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni: “Stiamo lavorando a un nuovo set di sanzioni. Gli elementi principali di questo pacchetto saranno per esempio: sanzioni su Nord Stream 1 e Nord Stream 2; ulteriori elenchi di navi della flotta ombra; un tetto al prezzo del petrolio più basso; e più sanzioni sul settore finanziario russo”.
Non solo guerra e difesa, spazio per una “prosperità condivisa”
Il summit di Tirana non si è concentrato solo sulla risposta alla guerra in Ucraina, ma ha guardato al futuro dell’Europa nel suo complesso. “Siamo anche riuniti qui a Tirana per costruire il nostro futuro comune”, ha dichiarato von der Leyen, “il nostro futuro di un’Europa come area di prosperità condivisa. Se avremo successo nel costruire questa prosperità – e non ho dubbi che ci riusciremo – quello sarà il collante per la stabilità e la pace nel nostro continente”.
Questa visione si inserisce nel più ampio dibattito sulla competitività europea, tema centrale dell’agenda von der Leyen per il suo secondo mandato. Il rapporto Draghi sulla competitività europea ha evidenziato la necessità di investimenti massicci (fino a 800 miliardi di euro all’anno) per colmare il divario con Stati Uniti e Cina, soprattutto nei settori strategici come la transizione verde e digitale.
“Per fare questo, la connettività deve essere in cima alla nostra agenda”, ha affermato la presidente, delineando i prossimi passi: “Stiamo già creando tali opportunità attraverso il nostro Fondo per l’Ucraina e il nostro Piano di Crescita per i Balcani Occidentali e la Moldova. E presto guarderemo al Mar Nero con una strategia ad hoc e un’Agenda di Connettività che colleghi l’Europa con l’Asia Centrale attraverso i nostri partner del Caucaso meridionale”.
“La nostra rete di partnership si è sviluppata alla velocità della luce negli ultimi tre anni”, ha sottolineato la presidente della Commissione. “Questo è ciò che sta rendendo la Cpe più di un’idea o di un forum. È l’espressione della nostra capacità di affrontare e padroneggiare insieme le sfide che si presentano come europei”.
Non solo consolidamento, dunque, ma allargamento.
Urusula von der Leyen ha quindi concluso il suo discorso con un messaggio di speranza, convinta che l’Europa riuscirà a vincere le attuali sfide geopolitiche e a tutelare i suoi valori: “È con fiducia, speranza e determinazione che posso dire: viva l’Europa!”.