Il riconoscimento dello stato palestinese è realtà. Lo hanno annunciato il premier norvegese Jonas Gahr Store, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e quello irlandese Simon Harris. Il riconoscimento entrerà in vigore il 28 maggio. “La Norvegia considererà la Palestina uno Stato indipendente, con tutti i diritti e i doveri che ciò comporta – ha affermato il presidente norvegese – La delimitazione territoriale tra lo Stato di Palestina e lo Stato di Israele dovrebbe basarsi sui confini del 4 giugno 1967″.
Il riconoscimento arriva dopo il voto alll’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove 143 Stati si sono espressi a favore della risoluzione che riconosce la Palestina qualificata per diventare un membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. La reazione di Israele non è tardata e lo Stato ha richiamato ambasciatori per consultazioni urgenti.
“Politica estera ambiziosa” per la Spagna
Il presidente della Spagna, Pedro Sanchez, è intervenuto in Parlamento affermando la natura pacifista del suo Stato che avanza la promessa di “mettere in atto una politica estera ambiziosa e coerente con i valori e principi dello spagnolo”. Nel piano rientra anche il riconoscimento dello stato palestinese che da mesi è in conflitto con Israele in una guerra che ha le sue radici lontane decenni. Questo fine settimana, in un evento del PSOE, Sánchez aveva confermato che oggi avrebbe annunciato la data in cui la Spagna approverà questo riconoscimento.
Harris: “Giorno storico per Irlanda e Palestina”
Come la Spagna, così anche Irlanda e Norvegia hanno scelto a loro volta il 28 maggio come data per il riconoscimento. A confermarlo è il ministro degli Esteri irlandese Michael Martin che ha scritto su X (ex Twitter): “Oggi il governo annuncia che riconoscerà formalmente lo Stato di Palestina il 28 maggio. Oggi affermiamo chiaramente il nostro inequivocabile sostegno all’eguale diritto alla sicurezza, alla dignità e all’autodeterminazione per i popoli palestinese e israeliano”. “Un giorno storico importante per l’Irlanda e la Palestina”, ha ribadito il primo ministro Simon Harris.
Norvegia e Palestina
Ad anticipare i colleghi è stato Jonas Gahr Store, primo ministro norvegese che ha affermato, nel corso di una conferenza stampa con il ministro degli Esteri, Espen Barth Eide, a Oslo, che “non può esserci pace senza uno Stato palestinese”. “Il riconoscimento – ha specificato – entrerà in vigore il 28 maggio. Sia gli israeliani che i palestinesi hanno il diritto di vivere in pace nei rispettivi Stati”.
Secondo il primo ministro il riconoscimento non può attendere la conclusione di un accordo di pace. “La pace presuppone la soluzione della questione palestinese”, ha affermato Store. Secondo il primo ministro norvegese, l’unica soluzione duratura al conflitto è la soluzione dei due Stati.
La reazione di Israele
La reazione di Israele è arrivata con un richiamo da parte del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz che ha ordinato agli ambasciatori israeliani di Irlanda, Norvegia e Spagna un incontro urgente. Secondo il ministro Katz, con il riconoscimento dello stato palestinese, questi Paesi “intendono inviare oggi un messaggio al mondo intero: il terrorismo paga”, ha detto Katz. Il riconoscimento dello stato palestinese potrebbe ostacolare gli sforzi per la liberazione degli ostaggi trattenuti a Gaza e rendere meno probabile il cessate il fuoco “premiando gli jihadisti di Hamas e Iran”, ha concluso.
Come si posiziona l’Unione europea?
Il 10 maggio, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Palestina ha ricevuto parere positivo sul suo riconoscimento di statu “Stato” da ben 143 Paesi (9 contrari e 25 astenuti, sul totale di 193). Per la prima volta, la candidatura palestinese come nuovo membro delle Nazioni Unite ha avuto un successo che ha diviso i Paesi europei. Repubblica Ceca e Ungheria che hanno votato contro unendosi a Stati Uniti, Israele, Argentina, Micronesia, Papua Nuova Guinea, Palau e Nauru. Tra i 25 astenuti c’erano Austria, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Romania, e Svezia. Hanno votato invece a favore il Belgio, Cipro, Estonia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Montenegro, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia.
“Un voto storico”, secondo l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza dell’UE, Josep Borrell che ha ricordato l’impegno dell’Unione per “una soluzione giusta e globale del conflitto israelo-palestinese, basata sulla soluzione dei due Stati, con lo Stato di Israele e uno Stato di Palestina indipendente, democratico, contiguo, sovrano e vitale, che vivono fianco a fianco nella pace, nella sicurezza e nel riconoscimento reciproco, e con Gerusalemme che fungerà da futura capitale di entrambi gli Stati”. Ci si aspetta che, nei prossimi giorni, o in linea con i primi tre Stati e quindi oggi, anche altri Paesi Ue potrebbero annunciare il riconoscimento dello stato palestinese.