Slovacchia nel mirino di Bruxelles: “Valutiamo sanzioni, Stato di diritto a rischio”

Il presidente Fico, sopravvissuto ad un attentato a maggio, desta preoccupazione all’Ue per la repressione della magistratura e dell’opposizione politica
1 settimana fa
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Robert Fico (Sierakwski/EUC/ROP/Fotogramma)

Lo Stato di diritto in Slovacchia è a rischio. Il Paese dell’Europa centro-orientale, presieduto dal primo ministro Robert Fico, starebbe compiendo dei gravi passi indietro rispetto a norme giuridiche che ne garantivano la sovranità popolare. E questo potrebbe essere un problema per l’Unione europea che sta valutando de privare il Paese di alcuni dei suoi fondi.

Sembra che l’esecutivo di Bruxelles stia redigendo una lettera per avvisare Bratislava che, se non cambia la sua condotta politica, verrà punita. Ma cosa sta accadendo nel Paese?

Stato di diritto a rischio?

Sono passati pochi mesi dall’attentato che ha coinvolto il presidente Fico. La Slovacchia, infatti, in questi stessi mesi ha visto inasprire il potere verso maggiori restrizioni agli oppositori politici della maggioranza e ciò, avrebbe preoccupato Bruxelles. A darne notizia sono fonti diplomatiche del Financial Times, secondo le quali, la compromissione dell’indipendenza della magistratura potrebbe essere la causa per la quale la Commissione Ue ha gli occhi puntati su Fico.

A febbraio, la decisione di smantellare un ufficio anticorruzione che era anche responsabile di prevenire le frodi che coinvolgevano i fondi europei, non è stato visto di buon occhio. Bruxelles può decidere di trattenere quegli stessi fondi se considerasse fondato il pensiero che esiste il rischio che vengano spesi male. Parliamo di 12,8 miliardi di euro di fondi di coesione stanziati per la Slovacchia nel bilancio dell’Unione.

Secondo un funzionario dell’Ue, riporta il FT, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen non ha ancora deciso se e quando la lettera verrà inviata: “La Commissione sta anche valutando se recuperare i 2,7 miliardi di euro di sovvenzioni per il Covid-19 che la Slovacchia ha ricevuto nell’ambito dei fondi di recupero post-pandemia, poiché il mantenimento dell’ufficio anticorruzione era una condizione affinché la Slovacchia ricevesse questi fondi”.

Roberto Fico, un leader discusso

Robert Fico è un personaggio particolare nella politica europea e figura centrale della politica slovacca. La sua carriera al governo inizia negli anni ’90, quando diventa membro del Partito Comunista della Slovacchia. Nel 1999 fonda il suo partito, Smer-SD (Direzione-Socialdemocrazia), che ha promosso come una “terza via” tra il riformismo di destra e l’autoritarismo dell’era post-comunista.

Poi governa come Primo Ministro per tre mandati non consecutivi: 2006-2010, 2012-2018, e nel 2023 è tornato al potere. Durante i suoi mandati, ha consolidato il potere attraverso politiche che combinavano retorica populista e misure economiche pro-sociali, cercando di presentarsi come un difensore degli interessi della classe media e delle fasce deboli.

Il suo terzo mandato si è concluso nel 2018, in seguito alle proteste di massa provocate dall’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak, che stava indagando sulla corruzione nel Paese. Uno scandalo che ha un’immagine: la foto di Robert Fico con un mucchio di mazzette di soldi su un tavolo mentre prometteva una ricompensa di un milione di euro a chi gli avrebbe portato informazioni su presunti responsabili. Questo scandalo ha esposto connessioni tra esponenti politici e la criminalità organizzata, portando alle dimissioni di Fico.

Nel 2023, però, torna alla ribalta con una politica anti-immigrazione e filorussa, attirando l’attenzione dei cittadini, dell’opposizione e dell’Europa intera.

Politiche a confronto

Dopo essere sopravvissuto ad un attentato, Fico ha usato l’attentatore come fosse un rappresentante dell’opposizione accanendosi contro la linea politica opposta alla propria. La stessa opposizione sostiene che nella maggioranza ci sono delle ombre che incombono sulla trasparenza dei processi politici: il ministro della giustizia Boris Susko ha eroso lo stato di diritto abusando dei suoi poteri e facendo approvare diverse leggi, tra cui la revisione del Codice penale di luglio che riduce le condanne per reati come la frode.

Il mese scorso Susko ha anche presentato un ricorso straordinario alla Corte Suprema per far liberare un ex procuratore, Dušan Kováčik, dalla prigione dove stava scontando una condanna a otto anni di carcere dopo essere stato dichiarato colpevole nel 2021 di aver accettato una tangente e di aver fatto trapelare informazioni sulle indagini in corso.

Ma non solo Susko. Nel mirino dell’opposizione c’è anche la ministra della cultura Martina Šimkovičová, accusata di aver licenziato i direttori del teatro nazionale e della galleria nazionale perché non in linea con il potere e che ad aprile intendeva rinnovare il marchio della società di media statale.

Per questo motivo, sono previsto nei prossimi giorni due voti di sfiducia contro i due ministri.

Dal canto suo, Fico minaccia di votare la rimozione dell’incarico di vicepresidente del parlamento, al leader dell’opposizione Michal Šimečka. Come si legge sui media locali, la mozione per la destituzione di Šimečka è stata presentata dai deputati dei partiti di coalizione Smer-SD e SNS per la fruizione dei sussidi statali da parte di persone vicine a Šimeček e del sospetto di manipolazione nell’assegnazione dei sussidi. Lo hanno anche accusato di aver organizzato le proteste contro la direzione dei dipartimenti di cultura e giustizia.

Šimečka, al contrario, ha commentato la proposta di licenziamento come una vendetta per il buon lavoro svolto dall’opposizione. Ha respinto le critiche. E sostiene che le sue dimissioni sono spinte dal primo ministro che, attaccando lui e la sua famiglia, distoglie l’attenzione dai problemi reali della Slovacchia. Ha sottolineato che tutte le fondazioni e le associazioni civiche citate da Fico e dalla coalizione hanno ricevuto sussidi ben prima che diventasse lui vicepresidente.

La commissaria europea Vèra Jourová ha dichiarato in una recente conferenza in Polonia che Fico “mi ha sentito molto chiaramente qualche mese fa” parlare delle sue preoccupazioni circa il regresso democratico a Bratislava: “Come cittadina ceca, osservo con preoccupazione ciò che sta accadendo in Slovacchia. Non è solo una questione di cervello, ma anche di cuore ed emozioni. Ma come funzionaria dell’Ue, devo anche mantenere la calma”.