“La politica monetaria in un’era di trasformazione“. Questo il tema del Forum della Bce sulle banche centrali che si è aperto stasera a Sintra, in Portogallo. Si tratta di un evento annuale organizzato dalla stessa Banca centrale europea e riunisce governatori di banche centrali, accademici, rappresentanti dei mercati finanziari, giornalisti e altri soggetti per riflettere su questioni politiche attuali e discutere l’argomento chiave del Forum in una prospettiva a lungo termine.
Al centro dei lavori, che termineranno il 3 luglio, ovviamente le più importanti questioni di politica monetaria che le banche centrali di tutto il mondo si trovano ad affrontare.
Si parlerà molto di inflazione, spina nel fianco della Bce (e non solo) in particolare dopo l’impennata dei prezzi dal 2022 in poi, e dei provvedimenti messi in campo dalla Banca per ritornare al target fissato del 2%. Si tratta di un obiettivo evidentemente non ancora raggiunto, quindi ci sarà parecchio su cui ragionare, anche in considerazione delle difficoltà dell’area euro.
Ricordiamo che la Bce ha tagliato i tassi di interesse dell’area euro per la prima volta dai tempi di Draghi, anche se non all’interno di un percorso già stabilito verso ulteriori riduzioni. Anzi ribadendo che la politica monetaria sarebbe rimasta restrittiva.
Un aspetto molto importate è che il Forum di Sintra si tiene tra il primo e il secondo turno delle elezioni in Francia, le più importanti da decenni non solo per i nostri cugini d’Oltralpe ma anche per tutta l’Europa. I mercati hanno già dimostrato e confermato di non amare l’incertezza e l’instabilità, e sicuramente non si potrà prescindere dall’esito del voto, che si avrà però solo il 7 luglio.
Nei panel in programma, temi come l’aumento e il calo dell’inflazione nell’area dell’euro, l’economia della biodiversità, gli shock geopolitici e l’inflazione, i cicli di politica monetaria, la produttività dell’area euro, i fattori determinanti dei tassi di interesse di equilibrio, le questioni attuali che il sistema finanziario internazionale deve affrontare.
L’evento sarà anche l’occasione per attribuire il Premio Giovane Economista 2024, un riconoscimento che la Bce dà ogni anno ai dottorandi in economia o finanza, un’opportunità per condividere le proprie ricerche durante il Forum e vincere 10mila euro.
Il forum è iniziato stasera con un ricevimento di apertura e una cena, seguiti da un discorso introduttivo tenuto da Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea.
Cosa ha detto la presidente della Bce
“La maggior parte di noi concorda sul fatto che l’economia sta attraversando un cambiamento sostanziale, immagino che ci siano più opinioni divergenti su come andrà a finire”, ha esordito Lagarde precisando che questa “mancanza di chiarezza è una sfida profonda per i decisori politici, poiché dobbiamo cercare di comprendere immediatamente queste trasformazioni e di guidare l’economia attraverso di esse”.
La direttrice poi ha subito parlato dell’inflazione: “La gran parte della sfida politica degli ultimi anni ha riguardato la sua stabilizzazione, pur in presenza di un’incertezza fondamentale sull’economia”.
“Abbiamo fatto molta strada – ha continuato – nella lotta contro l’inflazione: nell’ottobre 2022 ha raggiunto il picco del 10,6%. A settembre 2023, l’ultima volta che abbiamo aumentato i tassi, erano scesi di oltre la metà, al 5,2%. E poi, dopo nove mesi di tassi stabili, abbiamo visto l’inflazione dimezzarsi di nuovo al 2,6%, il che ci ha portato a tagliare i tassi per la prima volta a giugno”.
Tuttavia, ha avvisato, “il nostro lavoro non è finito e dobbiamo restare vigili. Ma questo progresso ci consente di guardare indietro e riflettere sul percorso che abbiamo intrapreso”.
Lagarde infatti ha rivendicato la bontà dell’azione della Bce per far scendere i prezzi, pur in un contesto di incertezza e in presenza di un ciclo economico diverso dagli altri, caratterizzato da
• shock ampi e persistenti non legati alla domanda e all’offerta
• un percorso di aumento dei tassi inizialmente molto ripido (75 e 50 punti base per i primi sei aumenti) in modo da colmare il divario rispetto al target del 2% il più rapidamente possibile
• costi per l’economia ‘inevitabili’ nelle situazioni in cui “le banche centrali affrontano shock che spingono l’inflazione e la produzione in direzioni opposte”. Mentre la politica monetaria restrittiva messa in atto “ha contribuito a domare l’inflazione, ha anche frenato la crescita economica. Ma questa volta, i costi della disinflazione sono stati contenuti rispetto a episodi simili del passato”.
In ogni caso, ha evidenziato Lagarde, “data l’entità dello shock all’inflazione, un ‘atterraggio morbido’ non è ancora garantito”.
“Ora, stiamo ancora affrontando diverse incertezze riguardo all’inflazione futura, specialmente in termini di come evolverà il nesso tra profitti, salari e produttività e se l’economia sarà colpita da nuovi shock dal lato dell’offerta”.
Ma, ha proseguito, “le nostre decisioni politiche hanno mantenuto con successo le aspettative di inflazione ancorate, e si prevede che l’inflazione tornerà al 2% nell’ultima parte del prossimo anno”.
“Ciò dimostra il valore dei quadri politici che le banche centrali hanno costruito negli ultimi 30 anni, concentrandosi sulla stabilità dei prezzi e sull’indipendenza della banca centrale. Ed è per questo che non vacilleremo dal nostro impegno a riportare l’inflazione al nostro obiettivo a beneficio di tutti gli europei”, ha concluso.