Sfiducia von der Leyen, la Commissione non ha dubbi: “C’è la mano di Mosca” e mostra due report

La presidente della Commissione descritta come una leader "tossica, corrotta, antidemocratica"
8 ore fa
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Ursula von der Leyen e Vladimir Putin (Ipa)

Dietro la mozione di sfiducia nei confronti di Ursula von der Leyen c’è la Russia di Vladimir Putin. Ne è sicuro Thomas Regnier, uno dei portavoce della Commissione europea, che cita le analisi di due fact-checker indipendenti: il finlandese “CheckFirst” e il lituano “Bebunk.org” per dimostrare come il Cremlino abbia provato l’ennesima incursione nella politica europea attraverso i social media.

Mosca dietro la sfiducia: le parole di Regnier

“Seguiamo da tempo le operazioni russe contro l’Ue e la presidente della Commissione. I fact-checker indipendenti hanno chiaramente identificato tali operazioni nel contesto della mozione di censura“, ha riferito il portavoce Regnier sottolineando che Mosca avrebbe creato una campagna di disinformazione ad hoc per far passare la mozione di sfiducia.

Obiettivo fallito, dal momento che il 10 luglio il Parlamento europeo ha rigettato l’istanza mossa da Gheorghe Piperea, europarlamentare romeno dell’Ecr, con 360 voti contrari, 175 favorevoli e 18 astenuti. Per deporre von der Leyen, sarebbe servita la maggioranza dei due terzi dei voti favorevoli alla mozione di sfiducia.

Confermata la presidenza della politica tedesca, Bruxelles torna ad alzare la guardia sugli agguati silenziosi del Cremlino.

Secondo Regnier, l’ingerenza nel voto “è un altro promemoria del fatto che attori notoriamente legati alla propaganda di Stato russa continuano nei loro tentativi di polarizzare e indebolire l’Unione europea. Essi – aggiunge il portavoce della Commissione – sfruttano opportunisticamente gli eventi politici o le discussioni nell’Ue per distorcere il dibattito politico, diffondere teorie complottistiche o screditare i politici europei”.

Dello stesso avviso la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “Ci sono ampie prove che molti sono sostenuti dai nostri nemici e dai loro burattinai in Russia o altrove”, aveva detto la presidente della Commissione in plenaria a Stasburgo. “Basta guardare alcuni dei firmatari di questa mozione“, aveva quindi aggiunto indicando i banchi dell’emiciclo occupati dagli europarlamentari di estrema destra.

L’analisi di “CheckFirst”

Secondo il report di CheckFirst, Mosca avrebbe iniziato le sue manovre di disturbo a marzo scorso quando il fact checker finlandese registra i primi segnali di una narrazione che poi diventerà dominante: von der Leyen viene descritta come una figura problematica per l’Europa, attorno alla quale crescono i dubbi di un’eventuale corruzione (da cui è scaturita la mozione di sfiducia, ‘motivata’ dallo scandalo Pfizergate). Il rapporto si basa sull’analisi di 28.857 post pubblicati da marzo a giugno dal gruppo russo Pravda News in molti Stati europei: Romania, Polonia, Germania, Francia, Paesi baltici e anche negli Usa.

Si parla anche di un malcontento crescente in varie capitali europee nei confronti di von der Leyen che, quando la propaganda entra nel vivo, viene descritta come una leader “tossica, corrotta, antidemocratica“, associata a Big Pharma e ad accordi segreti, “tipici di un elitarismo di Bruxelles”. Nella narrazione, la presidente della Commissione diventa “UrSSula von der Führer“.

Il report di “CheckFirst” si basa sull’analisi di 28.857 post pubblicati da marzo a giugno dal gruppo russo Pravda News in molti Paesi, dalla Romania, alla Polonia, dalla Germania, alla Francia, dagli Stati Uniti ai Paesi baltici. Il 16 giugno il leader di Aur (Alleanza per l’Unione dei Romeni, Alianța pentru Unirea Românilor), George Simion, annuncia su X la raccolta firme per la mozione, che è stata poi presentata in Ue da Gheorghe Piperea. I post analizzati dal CheckFirst descrivono l’intera operazione per sfiduciare von der Leyen come la battaglia di “Davide contro Golia“, dove Golia è la presidente “corrotta”.

La reazione di Mosca

Mosca ha già replicato alla denuncia di Regnier. Su Telegram, Leonid Slutsky, capo Commissione Esteri della Duma ha scritto che “von der Leyen continua a cercare nemici esterni per giustificare la sua politica fallimentare“. Anche il vicesegretario della Lega nonché europarlamentare dei Patrioti per l’Europa, Roberto Vannacci, che ha votato a favore della sfiducia, attacca Bruxelles: “ora la sinistra cerca di alimentare la teoria complottista contro la Russia”.

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