Il cancelliere tedesco Olaf Scholz chiede di aprire alla Russia la prossima conferenza per la pace e Alternative für Deutschland applaude. Il partito di estrema destra, fresco dell’importante successo al voto di domenica scorsa per il rinnovo dei Parlamenti dei Länder in Turingia e Sassonia (dove è arrivato rispettivamente primo e secondo con oltre il 30% delle preferenze), considera anzi la proposta di Scholz come un ‘derivato’ delle richieste che ha più volte avanzato.
“Questa è la strada giusta! Chiediamo da tempo negoziati di pace con la partecipazione di tutte le parti in conflitto, compresa la Russia. È positivo che Scholz ora segua le nostre richieste. Se i negoziati si svolgeranno a Berlino, la Germania diventerà il partito della pace e Berlino diventerà la capitale della diplomazia!”, ha esultato su X Tino Chrupalla, leader di Afd.
La proposta di Scholz: promossa da Afd e Bsw, bocciata da Cdu
Scholz ha lanciato la proposta durante l’annuale intervista all’emittente pubblica Zdf, andata in onda ieri sera: “Credo che sia giunto il momento di discutere su come uscire da questa situazione di guerra e raggiungere la pace più rapidamente di quanto sembri attualmente. Ci sarà sicuramente un’altra conferenza di pace. E io e il presidente (Zelenskyj, ucraino) siamo d’accordo che debba essere una conferenza anche con la Russia”.
D’altronde Afd, che sta su posizioni filorusse, da tempo chiede anche che la Germania smetta di fornire aiuti e armi all’Ucraina e che cessino le sanzioni al gigante slavo. Lo stesso Scholz ha ammesso che la sconfitta elettorale della scorsa settimana, che ha visto precipitare il consenso al suo partito al 6,1% in Turingia e al 7,3% in Sassonia, potrebbe essere in parte dovuta alla posizione del governo verso l’Ucraina.
L’iniziativa del cancelliere è stata apprezzata anche dal neonato partito ibrido – un po’ estrema sinistra un po’ estrema destra – di Sahra Wagenknecht (Bsw), che quanto alla Russia condivide le posizioni di Afd e che alle elezioni nei Länder dell’est è arrivato terzo. Al punto da mettere il tema come condizione per sostenere i governi in negoziazione sia in Turingia che in Sassonia tra la Cdu, il Bsw appunto e la Spd (socialdemocratici) di Scholz: in entrambi i Länder nessuno ha i numeri per governare ma nessuno vuole allearsi con Afd. Ecco dunque che Bsw, arrivato terzo, si trova a essere l’ago della bilancia.
Alla proposta di Scholz ha risposto invece picche la Cdu: Roderich Kiesewetter, portavoce per la politica estera dell’Unione cristiano-democratica, ha definito “una farsa” la mossa del cancelliere tedesco, “perché si adatta alla strategia di parti della Spd di spingere in modo molto sottile l’Ucraina verso una pseudo-pace imposta dalla Russia, in cui il sostegno sarà saranno gradualmente ridotto e saranno invece richiesti negoziati fittizi”. “Scholz vuole fregiarsi della carica di cancelliere della pace, ma peggiora la situazione per l’Ucraina e indebolisce così la sicurezza europea e tedesca”, ha denunciato ancora Kiesewetter parlando con Bild.
La prima conferenza di pace in Svizzera
Una prima conferenza di pace è stata organizzata il 15 e 16 giugno dalla Svizzera su richiesta dell’Ucraina, ma, dato che la Russia non venne invitata, sostanzialmente l’incontro partiva già zoppo. 160 delegazioni da tutto il mondo comunque si riunirono a Bürgenstock, sul lago di Lucerna, per sviluppare una visione comune su un possibile percorso verso una pace “giusta e duratura”, come sottolinearono gli organizzatori.
Ne uscì una dichiarazione finale, che prevedeva il rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina, che venne poi firmata da 83 Stati e organizzazioni internazionali, tra cui le principali istituzioni dell’Ue e i 27 Stati membri, compresa l’Italia, ma non da diversi nomi di peso: India, Sudafrica, Arabia Saudita. E nemmeno da Thailandia, Indonesia, Messico, Emirati Arabi Uniti Armenia, Bahrein, Colombia, Giordania, Libia e Brasile. Mancava anche la firma della Cina, che non partecipò nonostante l’invito, essendo uno dei pochissimi Paesi che sostengono attivamente la Russia.
Si sta facendo dunque strada l’ipotesi di una nuova conferenza di pace che riunisca tutte le parti in causa, per darle qualche chance di determinare qualche progresso, ipotesi rilanciata ora da Scholz.
Cosa ne pensano Ucraina e Russia
Quanto ai diretti interessati, Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky concorda con Scholz sulla necessità di sedersi al tavolo con la Russia, e si è detto grato per il sostegno ottenuto durante i colloqui confidenziali del Gruppo di contatto per la difesa ucraina nella base aerea di Ramstein la scorsa settimana.
Mosca dal canto sui ha fatto sapere di essere venuta a conoscenza del ‘piano di pace’ di Scholz dai media, ma di “non respingere in anticipo” alcuna proposta. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiarito alla Tass: “E’ un piano in fase di elaborazione, ma non sappiamo quali siano i dettagli. Non rifiutiamo alcun piano in anticipo, ma è necessario capire di cosa si tratta”.
Intanto Zelensky ha preso parte al Forum di Cernobbio lo scorso fine settimana in Italia, e ha parlato con la premier Giorgia Meloni anche di un piano di pace che sta preparando. Il presidente ucraino ha detto alla Rai: “Non si tratta solo di armi, ma anche di questioni importanti globali. Parliamo di un pacchetto concreto di difesa. E se lo avremo, sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra a condizioni diplomatiche”.