Per Rutte la Nato europea è un’illusione. “Senza Usa altro che 5% di spesa”

Il segretario generale della Nato avvisa l'Ue: "Io non mi staccherei mai dagli Usa"
23 ore fa
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Segretario General Nato Mark Rutte Fotogramma
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte_fotogramma

Anche con Donald Trump “possiamo fidarci degli Stati Uniti”, firmato Mark Rutte. In audizione al Parlamento Ue, il segretario generale della Nato rassicura gli europei dopo le dichiarazioni del presidente eletto americano sulla Groenlandia. Nel suo discorso, Rutte fa trapelare l’impossibilità per l’Ue di costruirsi una propria alleanza militare e (quindi) la dipendenza dagli Stati Uniti e dalla Nato.

“Nato europea? Io non mi staccherei dagli Usa”

“Perché disconnetterci dagli Usa, se non per ragioni ideologiche? Io sarei contrario”, precisa subito Rutte alla commissione esteri-difesa del Parlamento Europeo prima di passare ai conti: “Senza gli Usa, scordatevi il 5%: la spesa militare salirebbe all’8% perché servirebbe costruire un ombrello nucleare per la difesa e poi ci metteremmo ancora 10 o 15 anni per costruirla”. In pratica, seppure con toni e percorsi diversi, il capo dell’Alleanza invita gli europei ad alzare la spesa per la difesa. Un invito accolto dal ministro della Difesa italiano Guido Crosetto per cui le spese dedicate a questa voce “sono la garanzia per la sopravvivenza delle nostre democrazie, dei nostri Paesi e dell’Europa”, come ha detto da Varsavia dopo aver incontrato gli omologhi di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito.

Rutte ha rilanciato: “Sono convinto che gli Usa resteranno nell’Alleanza ma dobbiamo sgomberare il campo da certi argomenti: serve spendere di più e meglio in difesa, il 2% del Pil non basta“. Stando ai piani difensivi regionali in corso di attuazione, per l’ex premier olandese gli alleati dovrebbero prendere in considerazione il “3,6-3,7%” del Pil precisando che la cifra può scendere “se facciamo progressi dal punto di vista degli appalti congiunti e dell’innovazione”.

La Groenlandia

Per tutti, il discorso del tycoon, che non ha escluso l’uso della forza per prendersi l’isola, è stato minatorio, mentre per Rutte “Trump ha posto un tema, che è quello dell’artico”. Per il segretario generale, le dichiarazioni del presidente eletto vanno viste anche in relazione alle ripetute minacce di Putin: il presidente russo ha messo in agenda la questione dell’area artica, ricca di risorse naturali, ormai da dieci anni. Già nel 2015, ci sono state operazioni militari russe nella regione, diventata ancora più preziosa con lo scioglimento dei ghiacciai, che può liberare risorse dal sottosuolo. Da qui l’appello per una maggiore coesione occidentale: “In questo momento difficile per la nostra sicurezza rafforzare la nostra cooperazione è essenziale. Nato ed Ue devono lavorare di pari passo”.

Lo sa bene Bruxelles che nel 2017 aveva già chiesto una moratoria per vietare l’estrazione di petrolio nell’Artico. All’epoca gli eurodeputati sottolineavano la crescente presenza delle forze armate russe e l’interesse della Cina nella zona, sottolineando la necessità di “mantenere una cooperazione costruttiva, bassa tensione e stabilità”. Appelli invecchiati male. Oggi, la geopolitica è sempre più polarizzata e l’Unione europea deve scegliere con decisione per non restare schiacciata.

Rutte indica la via e lo fa ancora una volta partendo dall’America, lavorando e restituendo il messaggio di Trump: “In questo momento, gli Stati Uniti stanno garantendo oltre il 60% di tutti i fondi spesi all’interno della Nato, il che significa che gli altri trentuno stanno garantendo meno del 40%, compreso il Canada”.

La guerra in Ucraina

La situazione incerta dell’Europa è spiegata così dal Segretario generale della Nato: “Sono profondamente preoccupato per la situazione della sicurezza in Europa, non siamo in guerra ma nemmeno in pace”, ha detto Mark Rutte sottolineando che la sicurezza del continente dipende dall’esito della guerra in Ucraina.

Sul punto, l’ex premier olandese sceglie la linea dura: “La pace non durerà se la guerra finirà con un accordo” in cui i leader di Russia, Cina, Corea del Nord e Iran “si daranno il cinque” e si “sentiranno più forti”. “Vogliamo che questa guerra finisca e che la pace duri. Non so come finirà la guerra, ma so che Putin non si fermerà se riuscirà ad avere la meglio in Ucraina”, ha continuato Rutte.

Per il capo dell’Alleanza, al momento l’Ucraina è troppo svantaggiata nel conflitto per poter arrivare al tavolo dei trattati: “Sono convinto che la pace potrà durare solo se l’Ucraina si presenterà al tavolo in una posizione di forza per negoziare meglio. Gli alleati della Nato stanno fornendo di più e il sostegno dell’Ue è fondamentale“, ha detto Rutte ribadendo la necessità di aumentare la spesa nella difesa.

Dal suo discorso alle commissioni congiunte Affari esteri e Sicurezza e difesa emerge l’approccio pragmatico del segretario generale. Il contesto geopolitico è sempre più polarizzato, ma gli estremi non sono cambiati: America da una parte, Russia e Cina dall’altra. Ciò che è cambiata è la tensione militare. Ciò che deve cambiare è la spesa dei Ventisette.