La Russia ha lanciato un missile ipersonico Zircon nel Mare di Barents durante le esercitazioni militari Zapad 2025, portate avanti insieme alla Bielorussia. La scelta del Mare di Barents, che bagna direttamente le coste norvegesi e si trova a soli 200 chilometri dal confine tra Russia e Nato, evidenzia la strategia russa di testare armi avanzate a ridosso dell’Alleanza Atlantica.
Il ministero della Difesa di Mosca ha confermato che “l’obiettivo è stato eliminato con un colpo diretto” dalla fregata Admiral Golovko. Come da consuetudine moscovita, l’annuncio dell’operazione serve per mostrare i muscoli e risponde a una strategia di escalation graduata pensata dal Cremlino, che opera insieme alla Bielorussia dell’alleato Lukašenko.
Il dicastero russo ha anche diffuso domenica mattina il video del lancio, mostrando il missile che si alza verticalmente dalla fregata per poi deviare verso l’orizzonte a velocità ipersonica. Lo Zircon, designazione Nato SS-N-33, può viaggiare a nove volte la velocità del suono e colpire bersagli oltre i 1.000 chilometri di distanza.
La scelta di rivelare l’operazione ieri, solo dopo averla condotta sul campo, rappresenta un cambio di strategia rispetto ai test precedenti, solitamente annunciati in anticipo. L’area del Mare di Barents era stata chiusa al traffico civile e aereo prima del test, ma senza specificarne i motivi.
Zapad 2025: la Russia mostra i muscoli alla Nato
Le esercitazioni Zapad (“Ovest”), iniziate il 12 settembre e previste fino a domani (16 settembre), coinvolgono oltre 13.000 soldati russo-bielorussi in scenari che simulano la difesa contro una “presunta invasione Nato“, nonostante lo scenario di una nuova invasione sia stato prospettato da Est, con diciannove droni russi che hanno invaso i cieli della Polonia, mettendo il allerta gli alleati. Il premier polacco Donald Tusk ha chiesto l’applicazione dell’articolo 4 del Trattato Nato, che consente di riunire il Consiglio Nord Atlantico (Nac) al fine di valutare le minacce e decidere eventuali azioni collettive, che possono includere decisioni militari ex art. 5. Dopo quella che il primo ministro ha definito “la più grande provocazione di sempre”, l’Alleanza ha lanciato l’operazione “Eastern Sentry” per rafforzare la sicurezza del fianco orientale.
Il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski ha definito le violazioni “un test per la Nato”. La coincidenza temporale tra l’incursione dei droni e il successivo test dello Zircon suggerisce una strategia coordinata di pressione sui confini europei da parte di Mosca.
Non solo: dopo la massiccia invasione dei cieli polacchi, un drone russo è penetrato per circa 20 chilometri nello spazio aereo della Romania, nella regione di Tulcea, al confine con l’Ucraina, generando quella che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha definito “una seria minaccia alla stabilità della regione”.
La Russia è quindi passata dai droni al “test” dei missili ipersonici, impiegati nell’ambito di Zapad 2025, le cui operazioni si estendono dai distretti militari di Mosca e Leningrado fino all’exclave di Kaliningrad, a poche decine di chilometri dai confini europei.
Durante le manovre, bombardieri supersonici Su-34 hanno condotto attacchi contro “obiettivi nemici simulati”, mentre aeromobili antisommergibile della Flotta del Nord hanno partecipato alle operazioni. Mosca e Minsk sostengono che le esercitazioni hanno “carattere esclusivamente difensivo”.
Lo Zircon, l’arma che cambia gli equilibri
Lo Zircon rappresenta una delle armi più avanzate dell’arsenale russo: con una massa della testata stimata tra 300 e 400 chilogrammi, può colpire obiettivi marini e terrestri con precisione millimetrica. Il missile, sviluppato a partire dal veicolo sperimentale ipersonico Gela, è entrato in servizio operativo nel dicembre 2022.
Putin ha definito lo Zircon “insuperabile a livello globale” per la sua capacità di mantenere velocità ipersoniche durante tutto il volo, a differenza di altri sistemi che raggiungono tali velocità solo in fasi limitate. Stando alla ricostruzione degli primo impiego bellico è avvenuto nel febbraio 2024 contro l’Ucraina, secondo la ricostruzione degli analisti di Kiev.
L’ombra dell’Oreshnik
Parallelamente al test dello Zircon, la Russia ha avviato la produzione in serie dell’Oreshnik, il missile balistico ipersonico testato per la prima volta contro l’Ucraina a novembre 2024. Putin ha annunciato che questi sistemi saranno schierati in Bielorussia entro fine anno, posizionandoli ancora più vicino ai confini europei.
L’Oreshnik presenta caratteristiche ancora più destabilizzanti dello Zircon: le sue testate multiple indipendenti si aprono “a ombrello” nella fase finale, con una gittata di 5.500 chilometri che può raggiungere qualsiasi capitale europea in meno di 20 minuti.
La capacità dell’Alleanza
La Polonia ha attivato l’esercitazione Iron Defender-25 con 30.000 soldati, mentre i Paesi baltici hanno lanciato la contro-manovra Tarassis 25. Tuttavia, secondo stime della Nato citate dal Financial Times, le attuali capacità antimissilistiche europee coprirebbero solo il 5% del fabbisogno in caso di attacco ipersonico su larga scala.
I sistemi di difesa esistenti risultano inadeguati contro le armi ipersoniche che mantengono velocità e manovrabilità estreme, rendendo inverosimile l’intercettazione nella fase finale.
La strategia dell’escalation graduata
Il test si svolge mentre Putin ha abbassato la soglia per l’uso delle armi nucleari nella dottrina militare russa. Ora anche un attacco convenzionale da parte di un Paese non nucleare, ma “con l’appoggio di uno Stato nucleare”, può giustificare una risposta atomica.
Il lancio dello Zircon e il suo annuncio posticipato fanno parte di una strategia russa di “escalation graduata” che mira a dimostrare capacità distruttive senza attraversare soglie critiche. “Un numero sufficiente di questi sistemi porta praticamente al punto di non avere più bisogno di usare armi nucleari”, ha dichiarato lo zar russo Vladimir Putin.