George Simion, candidato dell’estrema destra romena sconfitto al ballottaggio delle elezioni presidenziali di domenica scorsa, vinte dal sindaco di Bucarest Nicușor Dan, ha presentato una richiesta formale alla Corte costituzionale per l’annullamento del voto, denunciando “ingerenze esterne”, nello specifico della Francia.
Il riferimento è a una notifica che il fondatore di Telegram, il russo Pavel Durov, ha inviato domenica ai cittadini romeni a urne ancora aperte. Nel messaggio, Durov sosteneva che la Francia avesse chiesto alla piattaforma social di ‘nascondere’ le opinioni conservatrici in sostegno di Simion. Macron ha smentito seccamente.
Secondo il partito di estrema destra guidato da Simion, Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur), il nuovo capo dello Stato avrebbe vinto grazie a una campagna basata sulla “paura”, favorita anche da “influenze esterne coordinate e massicciamente finanziate”, in particolare dal Paese transalpino e attraverso i social media. Il partito ha suggerito che il voto sia stato manipolato per evitare “il cambiamento”.
“Contesteremo le elezioni alla Corte Costituzionale per le stesse ragioni per cui hanno annullato le elezioni di dicembre“, ha affermato Simion.
A dicembre scorso il supremo organo giudiziario romeno aveva infatti annullato la votazione tenutasi a fine novembre, per irregolarità in capo al vincitore Calin Georgescu (accusato di non aver denunciato fonti di finanziamento usate per promuovere la sua candidatura su TikTok) e per presunte interferenze da parte russa (negate da Mosca). E aveva ordinato di ripetere il voto. La tornata del 4 e del 18 maggio era proprio la ripetizione del voto dello scorso autunno.
Aur: “Non parteciperemo alle consultazioni”
“Dan è un bugiardo e un burattino. Non parteciperemo alle consultazioni” per la formazione del nuovo governo da lui convocate, ha tuonato in Parlamento il deputato Dan Tanasa, che ha accusato il sindaco di Bucarest di “rifiutarsi di dialogare con tutte le forze politiche che non lo hanno sostenuto” e di non essere “il presidente di tutti i romeni”.
“Le elezioni sono finite, ma le bugie, la manipolazione e il disprezzo verso i romeni continuano, sotto la figura di un presunto presidente eletto”, ha detto Tanasa.
Simion dunque, dopo essersi attestato la vittoria domenica sera ai primi exit poll che assegnavano la vittoria a Dan, e dopo aver accettato pubblicamente “l’amara sconfitta”, sottolineando che “è stata la volontà del popolo romeno, eravamo soli contro tutto il sistema”, è tornato sui suoi passi e ha deciso di impugnare il risultato elettorale.
Un annuncio tutto sommato non sorprendente e da molti temuto, ma che rischia di prolungare il caos e le tensioni politiche che da mesi sta vivendo il Paese, con profonde ripercussioni sulla società civile, e non solo.