Romania, il presidente Klaus Iohannis si è dimesso

Paese sempre più nel caos, la presidenza potrebbe essere affidata al Senato
2 settimane fa
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Klaus Iohannis Presidente Romania Ftg Ipa
Il presidente della Romania, Klaus Iohannis_ftg_ipa

Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha annunciato le sue dimissioni. La decisione è arrivata oggi, lunedì 10 febbraio, al culmine di tensioni sempre politiche sempre più accese anche tra i suoi stessi alleati politici e un forte malcontento della popolazione romena.

Romania cosa è successo

Il mandato di Iohannis era in scadenza il 21 dicembre scorso, ma era stato prorogato ad interim, fino alla nomina di un suo successore, dopo che la Corte costituzionale aveva annullato il primo turno delle presidenziali per ingerenze russe, il 6 dicembre. Nelle elezioni del 24 novembre, secondo la Corte, persino TikTok avrebbe avuto un ruolo nel decretare l’inatteso trionfo dell’estremista di destra e filorusso Calin Georgescu a scapito del presidente uscente Marcel Ciolacu del Partito socialdemocratico (Psd) e finendo al ballottaggio con la leader del partito liberale di opposizione Usr, Elena Lasconi.

Nel mezzo, il primo dicembre, i cittadini romeni erano tornati alle urne per rinnovare il Parlamento e il governo: il Psd era rimasto il primo partito in Parlamento con il 22,4% delle preferenze, ma le forze dell’estrema destra filorussa avevano messo insieme il 31% dei voti decretando un equilibrio molto instabile.
Inoltre, molti esperti avevano messo in dubbio la decisione di confermare Iohannis ad interim sollevando dubbi sul fatto che la Costituzione rumena permetta di estendere i mandati presidenziali oltre i cinque anni.

La spinta estremista

In questo contesto, i partiti estremisti hanno ripetutamente chiesto a Iohannis di dimettersi. Il Partidul Oamenilor Tineri (“Il partito dei giovani”, Pot), un partito estremista di recente formazione che ha sostenuto il candidato filo-russo Călin Georgescu, non è riuscito per due volte a ottenere abbastanza voti per approvare una mozione per sospendere il presidente, ma ha raggiunto il suo obiettivo al terzo tentativo grazie all’appoggio di 26 deputati del partito filoeuropeo Usr, Rinnova.

Iohannis ha annunciato così le sue dimissioni: “Per risparmiare alla Romania e ai cittadini romeni una crisi mi dimetto dall’incarico di presidente”.

Proprio da oggi e fino al 16 febbraio, Georgescu ha lanciato un esortato il popolo romeno a boicottare i supermercati stranieri favorendo gli acquisti nei supermercati locali o comunque di proprietà rumena. per quella che ha definito “una nobile iniziativa a sostegno dei produttori romeni”, esortando i suoi sostenitori a smettere di fare acquisti nei supermercati e negli ipermercati di proprietà di investitori stranieri e a comprare invece nei mercati locali e nei negozi di proprietà romena.

“Le grandi multinazionali dichiarano zero profitti perché esportano i loro guadagni”, ha affermato il leader filorusso, anche se i dati pubblici del ministero delle Finanze dicono che le catene di supermercati hanno dichiarato profitti superiori a 2 miliardi di lei (402 milioni di euro) nel 2023. Sabato scorso, anche Pot ha annunciato la sua adesione all’iniziativa che Georgescu ha definito “una nobile iniziativa a sostegno dei produttori romeni”. I toni sono gli stessi di quando, dopo l’annullamento del primo turno, era sceso in piazza dichiarando: “Non c’è più nulla di costituzionale in Romania. Sono qui in nome della democrazia. Cancellando la democrazia, viene cancellata la nostra stessa libertà”.

Cosa succede ora

Il Parlamento voterà sulla richiesta di sospensione del presidente domani, martedì 11 febbraio, e la decisione dovrebbe essere ufficializzata il giorno successivo. Se il ruolo di presidente resta vacante, la Costituzione prevede che la presidenza venga assunta ad interim dall’aula del Senato che, da dicembre scorso, è presieduto dal presidente del Partito nazionale per le libertà (Partidul Național Liberal, Pnl) Ilie Bolojan.