Roberta Metsola riconfermata presidente dell’Europarlamento, ancora incertezza per von der Leyen

Risultato ampiamente previsto grazie a un sostegno bipartisan. Non si può dire lo stesso per von der lyen, sulla cui conferma alla Commissione c'è ancora incertezza
4 mesi fa
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Roberta Metsola
Roberta Metsola (Foto Xinhua/ABACA / ipa-agency.net / Fotogramma)

Roberta Metsola confermata alla guida del Parlamento europeo. Inizia dunque a prendere forma la X legislatura dell’Unione europea, partita ufficialmente oggi con la prima plenaria della Camera e con una serie di votazioni particolarmente importanti per capire l’impronta che avrà l’Ue nei prossimi anni.

La prima era proprio quella sulla presidenza dell’Europarlamento. Come previsto, la maltese Metsola, 45 anni, del Partito Popolare Europeo (PPE), ha agguantato il suo secondo mandato consecutivo, con 562 voti a suo favore su 623 validamente espressi al primo turno della tornata di votazioni. Ieri pomeriggio, poco prima della scadenza dei termini, si era candidata Irene Montero di The Left, in modo del tutto simbolico. A lei sono andati 61 voti (da notare che The Left ha 46 deputati). Nel pomeriggio, si procederà con l’elezione dei 14 vicepresidenti dell’Aula.

Metsola è la seconda persona a presiedere l’Eurocamera per più di un mandato, insieme al socialdemocratico tedesco Martin Schulz , in carica dal 2012 al 2017.

Cosa ha detto Metsola

“I cittadini guardano a questo emiciclo come un simbolo di standard democratici, di opportunità, di riconciliazione“, ha detto la maltese nel suo discoro prima del voto, ricordando anche il suo predecessore David Sassoli, prematuramente scomparso a gennaio 2022.

Non mi tirerò mai indietro dal prendere decisioni difficili. La mia porta rimarrà sempre aperta, i membri saranno trattati in modo equo e dignitoso”, ha promesso Metsola. “Questa deve essere una Camera che non può aver paura di guidare e cambiare. Lavorerò ogni giorno per soddisfare le vostre aspettative”, ha aggiunto.

Le neo-rieletta ha poi chiarito: “Non dobbiamo avere paura”, come diceva “Karol Wojtyla. Non dobbiamo temere di fronteggiare gli autocrati”. “La politica della speranza – ha proseguito – è a portata di mano, ma per crearla dovremo trovare modi per rafforzare comunità e famiglie. Il tempo di cominciare è ora. L’Europa è speranza, l’Europa resta la risposta. Viva l’Europa”.

E su X ha commentato: “Grata e onorata per la fiducia che gli eurodeputati hanno riposto in me in qualità di presidente della Camera della Democrazia. Continuerò a battermi per un Europarlamento forte in un’Europa forte. Per costruire ponti e portare il cambiamento alla nostra potenza legislativa e politica. Insieme, possiamo rendere l’Europa migliore. Un’Europa del cambiamento, dell’azione, che semplifica la vita delle persone”.

Le reazioni al Metsola bis

Metsola ha avuto un sostegno bipartisan, e i primi a congratularsi con lei sono stati i copresidenti dei Conservatori e Riformisti Europei, che ieri avevano già annunciato un ampio appoggio da parte loro. Il copresidente Nicola Procaccini è “ansioso di continuare la nostra eccellente collaborazione. Roberta è molto apprezzata nel nostro gruppo”. Anche il copresidente Joachim Brudzinski non vede “l’ora di continuare a lavorare con lei. Come mediatrice tra i campi politici, è nel posto giusto come presidente del Parlamento”.

Congratulazioni anche da l’eurodeputato Sandro Gozi, segretario generale del Partito democratico europeo e membro della presidenza di Renew Europe, che su X ha scritto: “Insieme, continuiamo a costruire un’Unione più sovrana, più federale e focalizzata sul futuro”.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, membro di punta del PPE, ha commentato: “La rielezione di Roberta Metsola è un messaggio ai mercati di stabilità. Oggi abbiamo fatto un passo importante”. Ha anche aggiunto, su X: “Orgogliosi di averti sostenuta, rinnoviamo il sentimento reciproco di amicizia che ti lega all’Italia. Il Ppe è al tuo fianco per costruire un’Europa più giusta, democratica e vicina ai cittadini”.

Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è fatto sentire, sempre su X: “Congratulazioni a Roberta Metsola per la sua rielezione a presidente del Parlamento Europeo”. “Apprezzo molto il coinvolgimento personale di Metsola nel sostenere l’Ucraina così come il suo impegno costante nel proteggere le persone e per sostenere il nostro stile di vita europeo”, ha aggiunto, con l’auspicio di “proseguire la nostra stretta cooperazione per ripristinare quanto prima una pace giusta”.

Ricordiamo che Metsola è stata la prima rappresentante delle istituzioni europee a recarsi a Kiev dopo l’aggressione da parte della Russia nel febbraio 2022 e oggi, durante il suo discorso, ha dichiarato che “la guerra di aggressione russa resta in cima alla nostra agenda”.

Oltre alla guerra in Ucraina sono molte le questioni che l’Ue europea dovrà affrontare nei prossimi anni, come la neoletta presidente dell’Europarlamento ha spiegato nel suo discorso di accettazione: dall’intensificazione degli sforzi alle frontiere all’immigrazione da affrontare con “un approccio umano”, dalla competitività alla “riduzione della burocrazia”, dalla protezione delle libertà civili ai diritti delle donne. “Lavorerò ogni giorno per soddisfare le vostre aspettative”, ha garantito Metsola agli eurodeputati.

Una legislatura che si preannuncia animata

Metsola rimarrà in carica per due anni e mezzo. È usanza infatti che la presidenza dell’Europarlamento si divida tra il PPE e i Socialisti e Democratici (S&D) durante l’intera legislatura. C’è già un toto nomi per la seconda parte del quinquennio, che vede in pole position la spagnola Iratxe García, leader dell’eurogruppo S&D, o una figura di peso del Partito Democratico, che è la delegazione più numerosa all’interno di S&D.

Ma fino ad allora troppa acqua passerà sotto i ponti, per una legislatura che si annuncia ‘frizzante’, soprattutto per la crescita dell’estrema destra, attualmente spaccata in tre eurogruppi ma che può comunque rallentare o mettere in stallo molte iniziative della maggioranza, ragion per cui nei loro confronti si sta procedendo con cordone sanitario.

Interessante sarà ad esempio vedere se l’estrema destra – ed eventualmente chi – otterrà una delle 14 vicepresidenze per cui si vota nel pomeriggio di oggi. La maggioranza ha infatti fatto sapere che non lo permetteranno, ma la destra radicale dispone pur sempre di quasi un quinto di tutti i parlamentari europei.

Il nodo Ursula: incontro “intenso” con ECR

Così come sarà interessante scoprire se giovedì l’Europarlamento confermerà il secondo mandato anche a Ursula von der Leyen, lei alla presidenza della Commissione. La tedesca presenterà il suo programma dopodomani alle 9, l’Aula dibatterà e poi i gruppi si riuniranno per decidere.

A differenza del voto per Metsola, quello per VDL si annuncia al cardiopalma, nonostante un moderato ottimismo dei partiti che la sostengono e che sulla carta le garantirebbero i 361 voti minimo necessari per l’elezione. Ma il fenomeno dei ‘franchi tiratori’ è particolarmente rilevante nell’emiciclo europeo, che voterà a scrutinio segreto. Tanto che già nel 2019 proprio VDL rischiò di essere silurata e passò per soli 9 voti. Anche stavolta, la tedesca non può ancora cantare vittoria: alcuni gruppi attenderanno l’ultimo momento, quindi il discorso programmatico della tedesca in Aula, per decidere.

Molto atteso era l’incontro con i Conservatori, dopo un avvicinamento in primavera con la loro leader Giorgia Meloni cui era seguito un deciso raffreddamento dopo le elezioni europee. Il loro sostegno non è affatto scontato (oltre al fatto che può alienare i voti di parte della ‘maggioranza Ursula’) e anzi il copresidente Procaccini ancora poco prima di entrare a colloquio con VDL stamattina aveva subito avvisato che dopo non ci sarebbero stati annunci. Nel corso della giornata tra l’altro sono previste altre due riunioni del gruppo.

Ma intanto l’incontro con VDL c’è stato ed è stata, secondo la presidente della Commissione, “un’ora intensa“. E’ emblematico il fatto che mentre lei usciva, un eurodeputato polacco del Pis protestava perché a suo dire durante l’incontro non gli avrebbe risposto e tentava ripetutamente di consegnarle un fascicolo di fogli dicendo: “Mi risponda, per favore, risponda alle mie domande. Signora von der Leyen, questo è per lei”. Alla fine, von der Leyen ha preso il fascicolo.

Durante i colloqui con ECR, VDL ha parlato di sburocratizzazione – pensa di nominare un “vicepresidente” dell’esecutivo Ue che “coordini” il lavoro per “ridurre la burocrazia” in Europa -, di un Green Deal con un approccio “molto pragmatico” e “molto aperto tecnologicamente” – “Il futuro è lì e dobbiamo stare al passo” – ma anche di TikTok – che secondo lei nell’Ue è “scuro, depressivo, negativo”, mentre in Cina è “positivo, illuminante, positivo”.

Nonostante siano stati toccati molti argomenti, e nonostante secondo gli indipendentisti fiamminghi dell’N-Va “il mood stia andando nella direzione giusta, le risposte non sono state veramente soddisfacenti”. Sulla stessa linea Beata Szydlo, eurodeputata del Pis e già primo ministro della Polonia, che ha detto che le risposte date da Ursula von der Leyen al gruppo dell’Ecr non sono state “esattamente” soddisfacenti, “perché ritengo che von der Leyen non sia la miglior candidata per la presidenza della Commissione Europea. Non è la mia candidata“. D’altronde i polacchi avevano già annunciato prima ancora dell’incontro che non sosterranno VDL.

Quanto a Fratelli d’Italia, vero nodo della questione, il capodelegazione Carlo Fidanza ha chiesto un “radicale cambio di passo sul Green Deal, il superamento dell’approccio ideologico che ha caratterizzato la legislatura appena conclusa, il rispetto della neutralità tecnologica, la salvaguardia della competitività delle nostre imprese”.

“Non possiamo prescindere – ha continuato Fidanza – dal constatare come il risultato elettorale del 9 giugno abbia visto premiati i partiti e i movimenti che hanno criticato in diverse forme l’attuazione del Green Deal e invece penalizzati dal voto popolare i partiti che maggiormente l’hanno sostenuto. Vogliamo sapere se il futuro approccio sull’agricoltura sarà come quello, negativo, di gran parte della legislatura passata, oppure quello più pragmatico degli ultimi mesi”.

Fidanza, parlando di immigrazione, ha poi dato atto a von der Leyen di “aver saputo resistere alle pressioni delle sinistre che hanno cercato di boicottare gli accordi con la Tunisia e con l’Egitto” e ha auspicato che si prosegua “sulla strada tracciata da Giorgia Meloni, con nuovi accordi con i Paesi africani per fermare le partenze e sconfiggere le mafie dei trafficanti”.

Queste le richieste, ma sulla decisione finale le bocche rimangono cucite.

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