‘Remigration Summit 2025’, la destra radicale europea si dà appuntamento in Italia

Il "primo summit europeo” dedicato alla remigrazione, ovvero l’espulsione in massa di immigrati e stranieri, è previsto per il 17 maggio. Ma tra polemiche e rifiuti di ospitalità, la location è ancora ignota
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Raduno Remigrazione
Immagine di repertorio (Ipa/Fotogramma)

Non si sa ancora dove, ma al momento è confermato che si farà. Dopo il dietrofront dell’hotel di Somma Lombardo (Va), che infine ha rifiutato di accogliere l’evento, il Remigration Summit (sic) vaga in cerca di una sede ma col preciso e deciso obiettivo di “non mollare”.

L’incontro, previsto per il 17 maggio, è “il primo summit europeodedicato alla remigrazione, ovvero all’espulsione in massa di immigrati e stranieri, compresi quelli regolari e i loro discendenti. La locandina ufficiale sottolinea orgogliosamente il primato indicando Milano come luogo del ritrovo.

Non sarà facile tuttavia trovare un’alternativa, viste le polemiche che stanno montando e le preoccupazioni per l’ordine pubblico. Venerdì scorso, il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica tenutosi presso la Prefettura di Varese aveva fatto sapere di aver predisposto un “articolato piano di vigilanza e prevenzione” e che la situazione era sotto costante monitoraggio. Va precisato che si tratta di un evento privato, che non può essere vietato. Allo stesso modo, nessuna struttura può essere obbligata a mettersi a disposizione, e al momento rimane il mistero di quale sarà la location, che comunque gli organizzatori vogliono far sapere all’ultimo.

Il Remigration Summit è un raduno peculiare, che chiama a raccolta l’estrema destra europea intorno a ideologie xenofobe e razziste. Non si tratta di un congresso quanto piuttosto di una convention con tanto di biglietti e possibilità di crowdfunding. Sul sito i ticket per l’accesso, che vanno da un minimo di 40 euro con coffee break a un massimo di 250 euro con cena e pernotto, risultano tutti sold-out.

A Milano due contro-manifestazioni

Intanto, nel capoluogo lombardo il sindaco Beppe Sala ha stigmatizzato il Summit e in queste ore si stanno organizzando, per lo stesso 17 maggio, delle contro-manifestazioni.

La prima, promossa da partiti e associazioni di sinistra – tra cui Pd, +Europa, Italia Viva, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Acli, Anpi, Arci e Cgil – è programmata per le 14:30 in piazza San Babila. Dovrebbero partecipare anche la segretaria del Pd Elly Schlein, il segretario della Cgil Maurizio Landini, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.

Il secondo appuntamento, invece, nasce su iniziativa dei collettivi e dei centri sociali milanesi: un ‘corteo antifascista internazionale’ che con il claim ‘Make Europe antifa again’ partirà alle 15 da piazza Cairoli. Anche Busto Arsizio protesterà, con un suo corteo che inizierà alle 15 in Piazza Garibaldi. Il sindaco di Somma Lombardo, Stefano Bellaria (Pd), ha dichiarato a Domani: “Abbiamo un’idea differente di Europa: aperta, inclusiva, che ha saputo fare sintesi di idee e provenienze differenti”.

Allo stesso tempo CasaPound, che sta cavalcando la remigrazione, ha promosso sempre per sabato un corteo a La Spezia, con lo slogan ‘Defend Europe. Per la remigrazione. Per l’Europa potenza’. Associazioni e partiti cittadini hanno annunciato a loro volta una manifestazione antifascista.

Cos’è la remigrazione

Per essere chiari, la remigrazione è un’espulsione forzata di massa da un Paese verso un altro. Il termine appartiene al lessico accademico e a quello dello studio dei flussi migratori, ma ha perso ogni connotazione neutra nel momento in cui la destra se ne è appropriato per non usare la parola ‘deportazione’, che tra l’altro negli ultimi mesi è stata anch’essa di fatto sdoganata.

In poche parole, un concetto che fino a poco tempo fa non era nemmeno pronunciabile ora sta diventando sempre più mainstream, dapprima nascondendosi dietro un termine più ambiguo e più ‘soft’, e poi prorompendo nel dibattito comune senza nascondersi ma anzi rivendicando con orgoglio la sua legittimità e la sua forza.

Alla base c’è la tesi complottistica della ‘Grande sostituzione etnica’, ovvero l’idea, razzista e xenofoba, che ci sarebbe un piano per distruggere la civiltà occidentale attraverso il declino della natalità e le immigrazioni dal Medio Oriente e dall’Africa settentrionale.

Rimandare tutti indietro, dunque, consentirebbe di evitare che questo avvenga, tanto che molto spesso vengono considerati migranti da ‘deportare’ anche i cittadini naturalizzati e i ragazzi nati nei Paesi europei da genitori stranieri. Per chi la critica, la remigrazione è una forma soft di pulizia etnica, che man mano diventa sempre meno soft e acquista una forza dilagante.

Chi c’è dietro il Remigration Summit 2025?

Il Remigration Summit 2025 è organizzato dall’associazione ‘Azione, Cultura, Tradizione’, il cui portavoce è Andrea Ballarati, ed è stato promosso dal noto attivista austriaco di destra Martin Sellner.

Al momento, il profilo X conferma gli speaker: oltre a Sellner, ci dovrebbero essere:

• Afonso Gonçalves, presidente e fondatore del movimento Reconquista;
• Jean Yves Le Gallou, del partito di estrema destra francese Reconquête;
• Eva Vlaardingerbroek, attivista-influencer della destra olandese
• Dries Van Langenhove, attivista belga.

Da notare che, escludendo Le Gallou, il più ‘anziano’ è proprio Sellner con 36 anni: un dato che indica come le idee più radicali stiano facendo breccia anche tra le fasce giovani della popolazione europea.

In Italia la remigrazione è entrata nel dibattito

Anche in Italia, come è avvenuto in Germania con Alternative für Deutschland (Afd) e in Austria col Partito della Libertà (Fpö) di Herbert Kickl, il termine è entrato nel dibattito politico, ed è stata la Lega a introdurlo. Il primo ad usarlo è stato mesi fa Alessandro Corbetta, capogruppo al Consiglio regionale della Lombardia, scrivendo su facebook che “è fondamentale iniziare a discutere seriamente di remigrazione”, dei clandestini ma anche di non vuole integrarsi.

L’aveva seguito il deputato leghista Rossano Sasso che in Aula aveva detto: “Dal Parlamento italiano un messaggio per chi odia l’Italia e viola la legge: remigrazione unica soluzione”. Un suo post su X poi ribadiva il concetto, peraltro facendone un discorso di compatibilità culturale più che di sicurezza.

In scia la Lega Giovani Como, che chiede la “remigrazione anche per gli stranieri senza reati”.

Quanto alle contro-manifestazioni organizzate per sabato, la Lega ha commentato: “Più pericolose del raduno stesso”.

Domani, che ha ascoltato la registrazione di una riunione degli organizzatori del Summit, sottolinea che il Bel Paese viene visto “come un posto sicuro per un raduno di estrema destra”.

Dalle parole alle politiche

Il punto centrale della questione, riporta ancora Domani, è che gli esponenti di estrema destra che intendono riunirsi nel summit non vogliono solo discutere e definire: vogliono soprattutto mettere a terra il concetto di remigrazione, arrivando a modificare le politiche nazionali ed europee.

Non è un caso che il termine sia stato portato anche nel Parlamento Europeo a Strasburgo, quando lo scorso febbraio un gruppo di estrema destra ha organizzato un dibattito sul tema. L’evento ha suscitato forti reazioni, con proteste da parte di eurodeputati di sinistra. Ma intanto un piede è stato messo.

Uno dei fari della destra radicale, e della Lega, è d’altronde il presidente Usa Donald Trump, che è partito nel suo primo mandato con il muro lungo i confini con il Messico e che ora non solo parla di deportazioni di massa ma procede anche con azioni concrete: un’immagine simbolo sono i venezuelani orgogliosamente rasati, incatenati e deportati, accusati di far parte di un’organizzazione criminale ma senza processo.

Il summit si farà? Non resta che aspettare, intanto vale la pena notare una coincidenza sottolineata da molti: il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.