Raid anti-immigrati a Ballymena: esplode la rabbia in Irlanda del Nord

Quattro notti di violenza e scontri con la polizia, dopo l'arresto di due giovani stranieri accusati di tentato stupro. Alla base, il risentimento economico e sociale della comunità - bianca, protestante e operaia - che trova sfogo su chi viene da fuori
17 ore fa
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Raid razzisti a Ballymena
(Afp)

Sono scene da guerriglia urbana quelle che sta vivendo in questi giorni Ballymena, cittadina a una 50ina di km da Belfast, in Irlanda del Nord, arrivata alla quarta notte di raid a sfondo razzista che hanno portato a quarantuno agenti feriti, quindici arresti e ingenti danni. Nelle ultime ore la violenza anti-immigrati si è propagata a Portadown, circa ottanta chilometri a sud-est di Ballymena, e nella zona est della Capitale dove non si sono registrati scontri di rilievo.

La miccia è stata, lunedì scorso, l’arresto di due ragazzi con l’accusa di tentato stupro. I due in tribunale hanno chiesto un interprete romeno, e, anche se la polizia non ha confermato l’etnia dei giovani, sono partite le azioni vandaliche, dirette principalmente alla zona della città dove risiedono migranti dell’Est Europa.

Gruppi di persone armate hanno preso di mira le case degli immigrati, facendo anche irruzione in alcune di esse, spaccando finestre e incendiando auto e bidoni dell’immondizia. All’intervento delle forze di polizia (Pnsi), equipaggiate con scudi antisommossa e cannoni ad acqua, i ‘dimostranti’ hanno risposto con molotov e lancio di detriti e bottiglie.

Bandiere patriottiche

Alcuni residenti hanno affisso alle proprie abitazioni cartelli per indicare di non essere romeni, cercando di essere risparmiati dalle violenze. Appena anche bandiere britanniche, per dimostrare la propria appartenenza alla comunità locale. Molte famiglie filippine hanno comunque lasciato le proprie case, riporta The Star Malaysia, impauriti dagli scontri e temendo per la propria incolumità.

Unanime la condanna dalle istituzioni. Sinn Fein e il Partito Unionista Democratico, tradizionalmente avversari, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che invitava alla calma, “condannando fermamente la violenza a sfondo razziale verificatasi negli ultimi giorni”. I residenti sono “terrorizzati” e ci sono feriti nella polizia, hanno aggiunto, esortando la popolazione a respingere il “programma divisivo spinto da una minoranza ‘distruttiva’”.

La polizia: “Teppismo razzista”

Il vice capo della polizia nordirlandese Ryan Henderson, che ha chiesto rinforzi a Inghilterra e Galles, ha definito gli eventi “teppismo razzista”. La polizia li ha classificati come crimini d’odio a sfondo razziale.
Il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer ha definito la violenza “senza senso”.

Polemiche anche per un post del ministro per le Comunità del DUP, Gordon Lyons, nel quale il politico rendeva noto che alcuni sfollati di Ballymena erano stati spostati temporaneamente in un centro ricreativo a Larne. In seguito al post, la struttura è stata assaltata e incendiata da individui mascherati. Le famiglie erano state trasferite in sicurezza altrove, ma Lyons è stato accusato di mancanza di empatia e di aver divulgato, senza autorizzazione, informazioni sensibili. Il ministro si è difeso condannando la violenza e i disordini, ma la cosa rischia di avere conseguenze significative anche per lui.

Un clima di crescente tensione sociale

Ma intanto i fatti di Ballymena evidenziano un problema nella gestione dell’immigrazione e della narrazione che si fa di chi viene da altri Paesi. Le violenze, la distruzione di proprietà private, gli scontri con la polizia sono la conseguenza di un clima di crescente tensione sociale, riportano i media locali e internazionali.

L’editorialista politico Alex Kane ha osservato ad Afp che “la maggior parte di chi era coinvolto nella rivolta, tra cui un gran numero di adolescenti, apparteneva alla comunità lealista della classe operaia e, quasi certamente, agiva con il consenso di figure chiave legate al paramilitarismo lealista”, che vogliono continuare a far parte del Regno Unito. Kane ha anche aggiunto che “questa è una fascia demografica che si sente abbandonata” e che “una comunità instabile, soprattutto quando è composta principalmente da giovani, è spesso incline alla rabbia ed è facile da mobilitare per strada. È un problema che non scomparirà presto”.

Il deputato locale protestante ha detto che non sono state tenute in considerazione le preoccupazioni della popolazione a fronte di un’”immigrazione incontrollata”. Un rapporto della Northern Ireland Assembly pubblicato a febbraio ha rivelato che solo il 3,4% degli 1,9 milioni di abitanti della provincia cui appartiene la cittadina teatro degli scontri apparteneva a una minoranza etnica. Tuttavia, la popolazione attribuisce agli immigrati un aumento della criminalità.

Ballymena è una città bianca, protestante e proletaria, che ha subito il contraccolpo di una pesante deindustrializzazione che l’ha portata a sentirsi abbandonata e tradita, anche dalle promesse post-Brexit. In sostanza, c’è un crescente risentimento economico e sociale che trova facilmente sfogo nella violenza, in particolare contro gli immigrati, nella più classica delle ‘guerre tra poveri’.