Commissario europeo italiano, Raffaele Fitto? “È l’uomo giusto”

Il "golden boy del Tavoliere", Fitto è un "cavallo di razza" e ha ancora una chances per dimostrarlo. Per i colleghi non ci sono dubbi: "È l'uomo giusto"
3 settimane fa
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Raffaele Fitto a Palazzo Chigi (Stefano Carofei - Fotogramma)
Raffaele Fitto a Palazzo Chigi (Stefano Carofei - Fotogramma)

Raffaele Fitto sarà il prossimo commissario europeo per l’Italia? Ormai sembrano non esserci più dubbi in merito: il ministro degli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR siederà tra i banchi della Commissione la cui scadenza per la sua formazione è ormai alle porte.

Entro settembre, ogni Stato e Governo membro dell’Unione europea dovrà scegliere il proprio rappresentate a Bruxelles e, quello italiano, sembra essere stato delineato.

La sfida del governo italiano

In Italia si apre uno scenario che vede la premier impegnata in una nuova sfida: da un lato, è alla ricerca di un posto di rilievo per l’Italia nelle stanze di Bruxelles; dall’altro lato dovrà effettuare una sostituzione strategica che potrebbe costare caro ad uno dei pacchetti di finanziamenti sui quali Giorgia Meloni ha puntato il suo successo politico in campo economico: quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Questo ministero è particolarmente importante per la gestione dei fondi europei destinati all’Italia, quindi il successore di Fitto dovrà avere competenze diplomatiche e una profonda conoscenza dei meccanismi dell’Unione europea.

Intanto, sulla possibilità che sia lui il futuro commissario italiano in UE sembra non ci siano problemi neanche per i colleghi. Rispondendo sui social alle domande sul rapporto con la premier, all’indomani di un incontro che hanno avuto in Puglia, il ministro italiano per i Trasporti e le Infrastrutture Matteo Salvini ha sottolineato: “Con Giorgia lavoriamo bene insieme. I giornali si inventano le cose. Non ci sono problemi sulla Rai, non ci sono sulla Commissione europea. Raffaele Fitto ha tutti i numeri per essere un ottimo commissario europeo, come è stato indicato da questo governo”.

E ad essere certo del successo che avrebbe Fitto in UE c’è anche il segretario di Forza Italia Antonio Tajani. Il ministro degli Affari esteri e Cooperazione internazionale ha spiegato che per la nomina “se ne parlerà con von der Leyen, io credo che lui sarebbe la scelta migliore – ha aggiunto riferendosi al collega -. Perché è preparato e ha esperienza in Europa, fondamentale per trattare i dossier. Sostituirlo come ministro non può essere un problema: tanti conoscono le dinamiche di un ministero in Italia, pochissimi quelle europee, e lui le conosce. È l’uomo giusto”.

Ma perché il “Mister Pnrr” piace tanto in UE?

Raffaele Fitto: chi è il ministro che piace in UE

Silvio Berlusconi lo definiva un “cavallo di razza” per la sua capacità di adattarsi e mediare con chiunque. Raffaele Fitto, soprannominato “golden boy del Tavoliere”, è nato a Maglie nel 1969 e ha seguito le orme del padre, Salvatore Fitto, ex presidente della Regione Puglia, iniziando la sua carriera politica nella Democrazia Cristiana.

Prima al Consiglio regionale della Puglia nel 1990, poi come governatore nel 2000, fino a ricoprire la carica di Ministro per gli Affari Regionali nel governo Berlusconi fino al 2011. Dopo il suo mandato come ministro, Fitto è stato eletto al Parlamento europeo, dove ha servito per diversi anni, rappresentando prima Forza Italia e poi il suo movimento “Conservatori e Riformisti”, che successivamente è confluito in Fratelli d’Italia, per poi essere rieletto al Parlamento europeo nel 2019.

Nel governo Meloni, entrato in carica nell’ottobre 2022, è stato nominato Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione, vincendo l’appellativo di “Mister Pnrr”.

In particolare, la sua esperienza e la fiducia guadagnata a Bruxelles lo rendono un candidato forte per un portafoglio economico di rilievo. Ma Giorgia Meloni sembra volere di più per Fitto e si presume possa ottenere anche la vicepresidenza della Commissione europea. Tuttavia, ci sono ancora nodi da sciogliere riguardo alla delega specifica che potrebbe ricevere e alle dinamiche politiche in corso a livello europeo, che richiedono un delicato bilanciamento tra gli Stati membri.