Oggi è un giorno importante per l’avanzamento delle trattative di pace in Ucraina. Nel bene o nel male, perché questa fase diplomatica non ammette vie di mezzo.
Alle 15 l’inviato speciale Usa Steve Witkoff ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin per fare proseguire il lavoro sul piano di pace. L’obiettivo è quello di cambiare gioco dopo quasi quattro anni di guerra: passare dal sanguinoso Risiko, al diplomatico puzzle. Per farlo, però, serve mettere tutte le tessere al proprio posto, a partire dalle frizioni tra il Cremlino e l’Ue: “Se l’Europa vuole la guerra, siamo pronti”, ha chiosato Putin, riportato da Ria Novosti, specificando che “la Russia non ha intenzione di combattere con l’Europa” .
Prima di incontrare Witkoff, il presidente russo ha detto che “L’Europa sta cercando di impedire all’amministrazione Usa di raggiungere la pace in Ucraina, e tutte le proposte degli europei puntano a questo risultato, mentre la leadership di Kiev sembra vivere su un altro pianeta”.
Zelensky da Dublino: “Alcuni nodi da risolvere”
A proposito di Kiev, nelle stesse ore Zelensky, che è a Dublino per un bilaterale, ha affermato che la sua visita in Irlanda rappresenta “uno dei momenti più difficili e allo stesso tempo più ottimistici”, perché “ora, più che mai, c’è la possibilità di porre fine a questa guerra” anche se “alcuni nodi devono ancora essere risolti”.
L’ultima bozza del piano di pace prevede 20 punti, frutto del lavoro diplomatico che si è svolto a Ginevra e in Florida. Sul punto, il leader ucraino ha sottolineato lo “sforzo” negoziale degli Usa che potrebbe portare risolvere il conflitto in modo “decente e dignitoso“.
Con Witkoff è volato in Russia anche Jared Kushner, genero del presidente statunitense, che fin dall’inizio ha avuto un ruolo di consigliere esterno nei colloqui diplomatici.
I prossimi spostamenti di Witkoff-Kushner
Dopo la tappa moscovita, Steve Witkoff e Jared Kushner dovrebbero incontrare Volodymyr Zelensky, come riferisce il giornalista di Axios Barak Ravid su X. “Voleranno da Mosca a un Paese europeo e incontreranno il presidente ucraino Zelensky”.
Da Dublino, il Zelensky ha fatto sapere che Witkoff e il suo team negoziale saranno sempre i “benvenuti” a Kiev.
Nelle stesse ore, il premier irlandese Micheál Martin e il leader ucraino hanno sottolineato che “nulla può essere deciso sull’Ucraina senza l’Ucraina“. “Non ci sono soluzioni semplici”, ha aggiunto Zelensky che attende i “risultati” dei negoziati condotti a Mosca da Steve Witkoff e Jared Kushner. “Ci incontreremo, ma dobbiamo poter contare su qualcosa di reale, non su parole”, ha avvertito il leader di Kiev ribadendo quali sono i “punti chiave” per l’Ucraina: la ripartizione “dei territori”, la gestione “degli asset russi congelati” e le “garanzie di sicurezza” dopo la fine della guerra.
Durante la conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino, il premier irlandese Martin ha lanciato un monito agli europei: “Non possiamo consentire che Putin abbia successo“, dopo la “brutale e illegale guerra su vasta scala scatenata in Ucraina” con cui il presidente russo ha mostrato “completa indifferenza” verso la vita umana e il diritto internazionale.
La passeggiata con Dmitriev
Prima di incontrare Vladimir Putin, l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e Jared Kushner hanno fatto una passeggiata sulla Piazza Rossa insieme al consigliere del Cremlino Kirill Dmitriev, come riferito da una fonte alla Cnn. Le immagini diffuse dall’agenzia di stampa statale russa Tass e dal quotidiano Izvestiya, ritraggono i tre mentre camminano nei pressi della Piazza Rossa e poi entrano nel Cremlino.
Chi è Steve Witkoff (e i dubbi sulla sua figura)
Steve Witkoff è centrale in queste trattative, seppure il suo gioco, più che il Risiko, sia il Monopoly.
Per l’amministrazione Trump, Witkoff è l’uomo che ha il difficile compito di chiudere una guerra che Washington definisce da tempo una “inutile carneficina” ma anche una sorta di “guerra per procura”. Non è un caso che il famoso piano in 28 punti sia stato negoziato dallo stesso imprenditore immobiliare e non da Marco Rubio, che, in qualità di Segretario di Stato, sarebbe stato l’incaricato naturale. Witkoff non ha alcuna esperienza diplomatica, ma ha una solida amicizia con Donald Trump che apprezza la spiccata capacità di negoziare di Steve.
Da navigato imprenditore immobiliare, Witkoff ha inserito nel piano una clausola di natura prettamente affaristica: gli europei, il Belgio in primis, dovrebbero sbloccare 100 miliardi di dollari delle riserve monetarie russe per destinarli a investimenti in Ucraina. E qui viene il business: i lavori di ricostruzione dovranno essere guidati dagli Stati Uniti che dovrebbero incassare il 50% dei profitti. Altri 100 miliardi di dollari dovranno essere dirottati in progetti finanziari congiunti tra Russia e Usa mentre Bruxelles dovrebbe aggiungere altri 100 miliardi di dollari per contribuire alla ricostruzione.
Per questo la telefonata choc intercorsa a ottobre tra Steve Witkoff e il consigliere di politica estera di Vladimir Putin, Yuri Ushakov, non ha creato alcuno scossone alla Casa Bianca. Secondo le trascrizioni, riportate da Bloomberg, l’imprenditore americano avrebbe proposto al consigliere russo di lavorare insieme al piano di pace in Ucraina. Il “tradimento” (così lo hanno chiamato diversi deputati americani) è stato accolto con cinismo da Trump: “Deve vendere il piano all’Ucraina, deve venderlo alla Russia. È quello che fa un dealmaker“.
