Un decreto a firma Putin accoglierà i giovani che intendano trasferirsi in Russia perché ne condividono “i tradizionali valori”.
L’iniziativa del presidente nasce dalla proposta della 23enne italiana Irene Cecchini, il cui discorso, pronunciato pochi mesi fa dinanzi a Putin, fece clamore in tutto il mondo. “Impatriatsja” è il termine con cui la ragazza sosteneva la volontà di trasferirsi in Russia per chi condivide i valori culturali del Paese.
E il presidente ha ben pensato che ci potessero essere altri giovani come lei disposti a scegliere la Russia come Paese nel quale vivere, crescere e investire. A tutti loro verrà concesso, perciò, un permesso di soggiorno temporaneo senza particolari restrizioni, esami di storia e lingua russa o altre limitazioni all’accesso alle quali sono generalmente sottoposti i migranti economici.
Il decreto
Il Decreto del Presidente della Federazione Russa del 19 agosto 2024 n. 702 è denominato “Sulla fornitura di sostegno umanitario alle persone che condividono i valori spirituali e morali tradizionali russi”.
Come si legge nel testo del decreto, Putin intende “Concedere il diritto di richiedere permesso di soggiorno temporaneo senza tener conto delle quote del governo della Federazione Russa e senza deposito del documento che conferma la conoscenza e la conoscenza della lingua russa, della storia della Russia e dei fondamenti della legislazione della Federazione Russa”.
Inoltre, il ministro degli Esteri Lavrov stilerà un “elenco degli Stati esteri che attuano la politica,
imponendo un’ideologia neoliberista distruttiva contro i valori russo” e conclude spiegando che entro un mese il Governo della Federazione Russa dovrà “assicurare l’attuazione delle misure del presente decreto; adeguare i propri atti al presente decreto e garantire il rilascio di visti privati ordinari a ingresso unico per un periodo di tre mesi su decisione del dirigente missione diplomatica o consolare”.
Flussi migratori russi
La Russia si colloca al quarto posto mondiale per numero di immigrati, secondo le statistiche dell’Onu sull’immigrazione, con una percentuale dell’8% del totale globale. Inoltre, è al terzo posto per numero di emigranti, rappresentando il 6,8% della sua popolazione.
Nel 2023, il flusso migratorio verso la Russia ha mantenuto una consistenza significativa. I dati del Ministero dell’Interno russo mostrano che 490.864 immigrati provenivano dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), mentre 69.570 immigrati arrivavano da altri paesi. Tra questi ultimi, i numeri erano i seguenti:
- Italia: 257 immigrati
- Germania: 3.373 immigrati
- Francia: 212 immigrati
- India: 10.868 immigrati
- Cina: 11.483 immigrati
- Afghanistan: 1.357 immigrati
- Georgia: 4.602 immigrati
Contemporaneamente, secondo il Rapporto dei governi baltici, i dati sui flussi migratori dai paesi baltici hanno mostrato un aumento delle espulsioni. Le nuove leggi sull’immigrazione, introdotte dopo l’invasione russa in Ucraina, hanno portato a:
- Estonia: 641 espulsi
- Lituania: 644 espulsi
- Lettonia: 1.629 espulsi
La legislazione russa del 2007 sul “rimpatrio dei connazionali”, aggiornata nel 2023, ha visto una diminuzione significativa nella partecipazione. Nel 2023, solo 45.000 persone hanno usufruito del programma, un calo rispetto alle 106.000 del 2014. La percentuale di richiedenti che effettivamente si sono trasferiti in Russia è scesa, con la metà dei richiedenti che hanno completato il trasferimento. La maggior parte di questi immigrati proveniva da Armenia, Kazakistan e Tagikistan.
Questi dati rivelano che, sebbene la Russia continui ad attrarre un numero consistente di immigrati, le politiche migratorie non sembrano aver avuto un impatto significativo sull’andamento demografico del paese. Le difficoltà nella gestione dell’immigrazione, le leggi restrittive e i sentimenti di razzismo verso gli immigrati, in particolare quelli provenienti dall’Asia Centrale, complicano ulteriormente la situazione.
Quali effetti avrà il decreto?
Secondo gli esperti, il Cremlino intende dimostrare che il mondo occidentale è così in crisi che la sua popolazione in fuga è disposta ad abbracciare anche i valori russi, antidemocratici e illiberali. La “sensibilità conservatrice” di alcuni Paesi europei, così come di diversi partiti italiani, inoltre, potrebbe accentuare il dibattito di polarizzazione creatosi sulla guerra d’aggressione russa in Ucraina.