Da ‘Paese sorvegliato speciale’ a guida dell’eurozona: la Grecia al timone dell’Eurogruppo

Il ministro delle Finanze greco Kyriakos Pierrakakis alla guida del foro economico dell’eurozona dieci anni dopo la crisi del debito
1 ora fa
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Kyriakos Pierrakakis (Afp)

Cambio al vertice dell’Eurogruppo. Kyriakos Pierrakakis, ministro delle Finanze greco, assume la presidenza dell’organismo che coordina le politiche economiche dell’eurozona, superando un concorrente sostenuto da un Paese fondatore e imponendosi grazie a un appoggio tedesco rivelatosi decisivo. Per la prima volta, la guida del foro più politico della moneta unica passa a un rappresentante di uno Stato che fino a pochi anni fa era sottoposto a una sorveglianza rafforzata senza precedenti.

Dieci anni fa, infatti, nelle stesse sale di Bruxelles, la Grecia veniva trattata come un fattore di instabilità, con l’uscita dall’euro evocata come opzione concreta. Oggi il suo ministro delle Finanze è chiamato a coordinare posizioni nazionali divergenti, a gestire il confronto sulle regole fiscali e a seguire i principali dossier economici dell’area euro in una fase segnata da crescita contenuta, livelli di debito elevati e nuove priorità strategiche. Il percorso che ha portato Atene da oggetto delle decisioni a ruolo di presidenza restituisce una fotografia aggiornata dell’evoluzione dell’eurozona.

Cambio al vertice dell’Eurogruppo

La nomina di Kyriakos Pierrakakis avviene a seguito delle dimissioni di Paschal Donohoe, che ha lasciato la presidenza dell’Eurogruppo per assumere un incarico alla Banca Mondiale. In attesa dell’elezione del nuovo presidente, la funzione è stata esercitata ad interim dal ministro delle Finanze cipriota Makis Keravnos. Il voto che ha portato alla scelta di Pierrakakis si è svolto secondo le consuetudini dell’Eurogruppo, un organismo informale che riunisce i ministri delle Finanze dei Paesi dell’eurozona e che opera per consenso, senza procedure codificate di voto pubblico.

La competizione ha visto contrapposti il ministro greco e il vicepremier e ministro delle Finanze belga Vincent Van Peteghem. La candidatura greca ha raccolto un sostegno ampio, rafforzato dall’appoggio della Germania, che ha contribuito a orientare l’esito della consultazione. L’Eurogruppo, pur non essendo un’istituzione prevista dai Trattati con poteri normativi, svolge un ruolo centrale nel coordinamento delle politiche economiche dell’area euro, fungendo da sede di confronto preliminare su questioni che vengono poi formalizzate nelle decisioni del Consiglio Ecofin o nelle proposte della Commissione europea.

Il passaggio di consegne si colloca in una fase in cui l’Eurogruppo è chiamato a gestire il ritorno delle regole fiscali europee dopo la sospensione legata alla pandemia, oltre a seguire i dossier relativi alla stabilità finanziaria, al coordinamento dei bilanci nazionali e al funzionamento dell’unione bancaria. La scelta del nuovo presidente avviene quindi in un momento di riposizionamento dell’organismo, che torna a esercitare un ruolo di indirizzo politico dopo anni dominati da decisioni emergenziali adottate a livello europeo.

La Grecia dopo i programmi di assistenza

Il percorso che ha riportato la Grecia in una posizione di piena partecipazione alla governance economica dell’eurozona è strettamente legato all’evoluzione dei conti pubblici e del sistema finanziario nazionale. Al termine dei programmi di assistenza finanziaria, il debito pubblico greco superava il 180%  del prodotto interno lordo, uno dei livelli più elevati a livello globale. Negli anni successivi, la combinazione di crescita economica, avanzi primari e gestione attiva del debito ha avviato una riduzione progressiva del rapporto debito/Pil.

Secondo le proiezioni di bilancio, il debito greco è atteso scendere al 137,6% del Pil nel 2026. La dinamica è stata accompagnata dal ritorno di avanzi primari e da una strategia di finanziamento basata su scadenze lunghe e tassi fissi, che ha contribuito a ridurre l’esposizione del Paese alle oscillazioni dei mercati. Le principali agenzie di rating hanno riportato la Grecia nella categoria investment grade, consentendo un pieno accesso ai mercati dei capitali a condizioni più favorevoli.

Parallelamente, il sistema bancario ha attraversato una fase di ristrutturazione profonda. I crediti deteriorati, che durante la crisi avevano superato il 49% del totale dei prestiti, sono scesi nel 2024 al 3,8%, secondo i dati della Banca di Grecia. La riduzione è stata ottenuta attraverso la cessione e la ristrutturazione dei portafogli, anche grazie allo schema di protezione degli attivi Hercules, e attraverso una ripresa dell’attività economica. Il settore bancario risulta oggi pienamente allineato agli standard europei in termini di capitalizzazione e vigilanza.

Il miglioramento delle condizioni macrofinanziarie ha favorito il ritorno di investimenti esteri. Operazioni come la partecipazione di UniCredit in Alpha Bank e l’interesse di Euronext per la Borsa di Atene sono state lette come segnali di fiducia nella stabilità del sistema finanziario greco. In questo quadro, la Grecia non rientra più tra i Paesi sottoposti a procedure rafforzate di sorveglianza, ma partecipa a pieno titolo ai meccanismi ordinari di coordinamento economico dell’eurozona.

Chi è Kyriakos Pierrakakis

Kyriakos Pierrakakis, nato ad Atene nel 1983, è ministro dell’Economia e delle Finanze nel governo guidato da Kyriakos Mitsotakis ed è membro del Parlamento greco. È laureato in Informatica presso l’Università di Economia e Commercio di Atene e ha conseguito un master in Politiche pubbliche alla John F. Kennedy School of Government di Harvard e un master in Tecnologia e Politica al Massachusetts Institute of Technology.

Il suo percorso politico ha inizio nel 2012 nel Pasok, dove partecipa ai negoziati con la Troika durante la fase più acuta della crisi del debito. Nel 2016 passa a Nea Dimokratia. Dopo la vittoria elettorale del 2019, assume l’incarico di ministro della Governance Digitale, ruolo nel quale guida il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, introducendo piattaforme per l’erogazione dei servizi pubblici e semplificando procedure amministrative. Dal 2023 al 2025 è ministro dell’Istruzione, degli Affari religiosi e dello Sport. Nel marzo 2025 entra al ministero dell’Economia e delle Finanze, concentrandosi sulla riduzione del debito e sulla gestione delle finanze pubbliche.

In occasione della sua nomina a presidente dell’Eurogruppo, Pierrakakis ha richiamato i rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta, sottolineando la necessità di trasformare le strategie europee in risultati operativi. Ha indicato come priorità l’Unione dei risparmi e degli investimenti, il rafforzamento del mercato unico, l’euro digitale e il consolidamento delle basi fiscali dell’eurozona, collegando questi obiettivi alla crescita economica.

Nelle dichiarazioni rilasciate a Bruxelles, il nuovo presidente ha anche osservato che le tradizionali distinzioni tra Nord e Sud, Est e Ovest, o tra Paesi considerati frugali e spendaccioni, risultano attenuate di fronte a sfide comuni come la difesa, l’innovazione tecnologica e gli squilibri economici. Ha ricordato il dibattito di dieci anni fa sull’eventuale uscita della Grecia dall’eurozona, definendo la permanenza del Paese nella moneta unica come il risultato di solidarietà europea e di una stagione di riforme.

Le priorità dell’Eurogruppo tra regole fiscali e integrazione economica

La presidenza Pierrakakis si colloca in una fase in cui l’eurozona è impegnata a gestire il ritorno delle regole fiscali comuni e a definire strumenti per sostenere la competitività europea. La crescita economica rimane contenuta in diversi Paesi, mentre i livelli di debito pubblico sono aumentati dopo la pandemia e la crisi energetica. Allo stesso tempo, la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche hanno rafforzato l’attenzione su difesa, sicurezza energetica e resilienza delle catene di approvvigionamento.

Tra i dossier centrali figura l’Unione dei risparmi e degli investimenti, finalizzata a mobilitare capitali privati per finanziare transizione verde, digitale e infrastrutture strategiche. Il completamento del mercato unico resta un altro obiettivo prioritario, in un contesto in cui persistono barriere interne che incidono sulla produttività e sulla competitività delle imprese europee. Il progetto dell’euro digitale, promosso dalla Banca centrale europea e dalla Commissione, rappresenta un ulteriore ambito di coordinamento, con implicazioni per i sistemi di pagamento e la sovranità monetaria.

Il richiamo ai rapporti Draghi e Letta inserisce l’azione dell’Eurogruppo in un quadro di riflessione più ampio sulla governance economica dell’Unione. Entrambi i documenti sottolineano la necessità di rafforzare l’integrazione economica e di superare la frammentazione del mercato europeo. In questo contesto, l’Eurogruppo continua a svolgere una funzione di raccordo tra le posizioni nazionali, preparatoria alle decisioni formali adottate a livello europeo.

La guida di Pierrakakis si inserisce, quindi, in una fase di transizione, in cui il coordinamento delle politiche economiche dell’eurozona deve confrontarsi con vincoli fiscali, esigenze di investimento e un contesto internazionale più instabile. La presidenza greca dell’Eurogruppo rappresenta un elemento di continuità istituzionale in un quadro economico e politico in evoluzione.

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