Aspettando il commissario per la casa, von der Leyen annuncia un piano contro l’emergenza abitativa

Prevista anche una rivisitazione delle norme sugli aiuti di Stato per garantire a tutti i cittadini europei una casa dignitosa e sostenibile
1 mese fa
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Ursula Von Der Leyen Discorso
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen_fg

Può sembrare paradossale, ma non lo è. Nonostante la crisi demografica, l’Europa sta affrontando da tempo una grave emergenza abitativa, causata principalmente dalla urbanizzazione, dalla fatiscenza di molti immobili (costruiti decenni fa e mai ristrutturati) e dall’aumento dei costi di costruzione.

Dunque, anche se le persone nel Vecchio Continente diminuiscono, la domanda di case si concentra nelle grandi città e nelle zone più ricche dove l’offerta non basta e, quindi, i prezzi schizzano in alto. Per questo, a luglio la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato all’Europarlamento un piano ambizioso sottolineando l’urgenza di garantire che tutti abbiano accesso a case sicure e dignitose. Il piano si propone di rispondere a una situazione critica che ha visto aumentare vertiginosamente i prezzi delle abitazioni e degli affitti, rendendo difficile per molte famiglie trovare alloggi a prezzi accessibili.

Piano emergenza abitativa Ue, gli obiettivi

Il fine principale del piano è quello di creare un nuovo stock immobiliare, favorendo l’accesso a case a prezzi sostenibili per tutti i cittadini europei. Von der Leyen ha affermato: “Se è importante per gli europei, è importante per l’Europa”, evidenziando la necessità di un intervento coordinato a livello comunitario.

Il piano prevede anche l’istituzione di un commissario dedicato all’edilizia abitativa, una figura che avrà il compito di affrontare sistematicamente le problematiche legate all’abitazione, monitorare l’implementazione delle politiche abitative e garantire la cooperazione tra gli Stati membri. Inoltre, il piano mira a sostenere le persone nei momenti di maggiore difficoltà economica, dato che l’accesso a un’abitazione dignitosa è un diritto fondamentale. Con questo piano, Bruxelles intende affrontare le disuguaglianze esistenti nel settore abitativo, assicurando che le famiglie a basso reddito e i gruppi vulnerabili possano beneficiare di politiche abitative efficaci.

I dettagli del piano

Il piano della Commissione europea per affrontare l’emergenza abitativa si articola in misure concrete e strategiche, che possono essere sintetizzate nei seguenti punti:

  • Assistenza tecnica: la Commissione si impegna a fornire supporto tecnico agli Stati membri e alle città per migliorare le politiche abitative e facilitare la costruzione di nuovi alloggi. In pratica l’esecutivo europeo vuole offrire consulenze su come ottimizzare l’uso delle risorse e implementare best practices nel settore, anche per omologare la risposta dei Ventisette;
  • Fondo sociale per il clima: la Commissione prevede un investimento significativo di oltre 86 miliardi di euro tra il 2026 e il 2032 per questo fondo, che sarà destinato a finanziare azioni a favore dei gruppi più vulnerabili. Le risorse del fondo saranno utilizzate per progetti che mirano a migliorare l’efficienza energetica degli edifici e a ridurre i costi per le famiglie. Il diktat è chiaro e in linea con il Green Deal europeo: costruire nuove abitazioni non deve essere solo sinonimo di cementificazione, ma di sostenibilità ambientale da perseguire anche con le tecnologie;
  • Incentivi per l’uso di tecnologie innovative: Il piano prevede anche incentivi per l’adozione di tecnologie innovative nel settore delle costruzioni, come l’uso di materiali ecologici e metodi di costruzione a basso impatto ambientale.
  • Riforma delle norme sugli aiuti di Stato: la Commissione intende rivedere le norme sugli aiuti di Stato, permettendo agli Stati membri di investire più liberamente in edilizia abitativa. Questo sostegno si tradurrà in incentivi per le imprese e le organizzazioni che sviluppano progetti di edilizia sociale e a prezzi accessibili, facilitando l’accesso a finanziamenti per iniziative che altrimenti potrebbero essere trascurate;
  • Promozione di investimenti sostenibili: saranno promossi investimenti pubblici e privati per sviluppare progetti di edilizia abitativa sostenibile. La Commissione lavorerà con la Banca europea per gli investimenti su una piattaforma di investimento paneuropea per attrarre maggiori fondi e creare un ecosistema di investimento che incoraggi la costruzione di abitazioni ecologiche e a prezzi accessibili;
  • Monitoraggio e valutazione: Infine, la Commissione stabilirà un sistema di monitoraggio e valutazione delle politiche abitative, per garantire che gli obiettivi siano raggiunti e per apportare eventuali modifiche necessarie in corso d’opera. Questo sistema di monitoraggio sarà essenziale per garantire la trasparenza e l’efficacia delle misure adottate, permettendo un intervento tempestivo in caso di necessità.

Parere del Comitato sul tema dell’accesso universale a un alloggio dignitoso

Già nel 2020, il Comitato Economico e Sociale Europeo ha elaborato un parere sul tema dell’accesso universale a un alloggio dignitoso, sostenibile ed economicamente accessibile sul lungo periodo. Redatto da Raymond Hencks e András Edelényi, il documento sottolinea l’importanza di garantire che tutti i cittadini, in particolare i gruppi vulnerabili e i giovani, possano accedere a un alloggio dignitoso.

Il parere ha evidenziato la necessità di politiche abitative integrate che considerino non solo l’accesso fisico agli alloggi, ma anche la loro qualità e sostenibilità. Il Comitato ha raccomandato l’adozione di misure che includano l’aumento dell’offerta di alloggi a prezzi accessibili, il miglioramento della qualità degli edifici esistenti e la promozione di modelli di cohousing abitativo. Inoltre, è stata sottolineata l’importanza di un approccio partecipativo, che coinvolga le comunità locali nella pianificazione e nella realizzazione di progetti abitativi.

Crisi abitativa: come affrontano l’emergenza in altre parti del mondo

Mentre l’Europa si prepara ad affrontare la sua crisi abitativa, altre zone del mondo hanno già implementato piani simili con risultati incoraggianti. Negli Stati Uniti, ad esempio, il governo federale ha lanciato il programma “Housing Choice Vouchers“, che fornisce sussidi per l’affitto alle famiglie a basso reddito. Secondo uno studio del 2021, questo programma ha ridotto il tasso di povertà tra i beneficiari del 18%, dimostrando l’efficacia di un sostegno diretto alle famiglie.

In Canada, il governo ha introdotto la “National Housing Strategy”, un piano decennale da 55 miliardi di dollari canadesi per costruire e rinnovare alloggi sociali e a prezzi accessibili. Grazie a questo piano, oltre 490.000 famiglie hanno avuto accesso a case più convenienti entro il 2021. Questa strategia ha anche portato a un aumento della costruzione di nuovi alloggi, contribuendo a ridurre la pressione sul mercato immobiliare.

Un altro esempio viene dalla Nuova Zelanda che ha lanciato il programma “KiwiBuild“, con l’obiettivo di costruire 100.000 case a prezzi accessibili entro dieci anni. Nonostante le difficoltà iniziali, il programma ha portato alla costruzione di migliaia di nuove abitazioni e ha stimolato l’interesse del
settore privato nella costruzione di alloggi a prezzi accessibili. Tutti esempi interessanti e stimolanti per l’Ue.

La crisi abitativa in Europa: un’analisi dettagliata

La crisi abitativa in Europa ha assunto proporzioni allarmanti negli ultimi anni. Secondo i dati Eurostat, negli ultimi dieci anni i prezzi degli affitti in Europa sono aumentati del 15,3%, quelli di vendita addirittura del 45%. In media, il 40% dei redditi delle famiglie è speso per l’abitazione, cifra che sale al 60% per le famiglie a basso reddito. La domanda di alloggi a prezzi accessibili supera di gran lunga l’offerta, creando una situazione di crisi che colpisce persone di tutte le età e famiglie di tutte le dimensioni.

Nel 2022, il 16,8% dei cittadini europei viveva in condizioni di sovraffollamento, con i tassi più elevati registrati in Paesi come la Lettonia e la Romania, dove oltre il 40% della popolazione vive in tali condizioni. Inoltre, il 9,3% della popolazione non riusciva a mantenere la propria casa adeguatamente riscaldata, un problema particolarmente grave in Paesi come la Bulgaria e la Grecia.

L’aumento dei costi di costruzione, che, spinti dall’inflazione, sono aumentati del 26% dal 2020 al 2023, ha ulteriormente complicato la situazione. In questo scenario già complicato, si sono aggiunti i tassi di interesse elevati che hanno reso il finanziamento di nuovi progetti abitativi ancora più difficile, portando a ritardi e cancellazioni di molti progetti. In Germania, ad esempio, si prevede che i progetti di ristrutturazione vengano ridotti di un quarto e le nuove costruzioni di un terzo rispetto ai piani iniziali. È evidente come il meccanismo assomigli a un gatto che si morde la coda dove l’aumento dei tassi di interesse è necessario per ridurre gli effetti inflazionistici (ma i cittadini più poveri rischiano di essere la coda, almeno nel breve periodo).

La crisi abitativa non è solo una questione di accesso a case a prezzi accessibili, ma anche di qualità degli alloggi. Molti edifici sono inadeguati, con scarso isolamento termico e costi energetici elevati, che aggravano ulteriormente la situazione per le famiglie a basso reddito. Per questo, con il piano per l’emergenza abitativa, la Commissione europea vuole non solo migliorare l’accesso a case dignitose, ma anche garantire che tali abitazioni siano sostenibili e di qualità.

Sul punto, giova ricordare che la crisi abitativa può portare all’adozione di provvedimenti molto discussi, come avvenuto in Italia con il Decreto Salva Casa che qualifica come abitabili i monolocali di 20 metri quadri.