Il “piano” di Trump per la pace: Kiev accetti l’occupazione russa

Quella presentata dal presidente americano formalmente è una proposta di accordo, praticamente è una richiesta di resa incondizionata dell'Ucraina.
6 ore fa
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Zelensky (ipa) Trump (afp) Putin (ipa)
Volodymyr Zelensky (Ipa), Donald Trump (Afp) e Vladimir Putin (Ipa)

Dopo giorni di tensione per il rallentamento delle trattative, Donald Trump ha messo sul tavolo quella che sarebbe la sua “offerta finale” per porre fine alla guerra in Ucraina. Una sola pagina che cambierebbe radicalmente la geografia e gli equilibri geopolitici: quella presentata dal presidente americano formalmente è una proposta di accordo, praticamente è una richiesta di resa incondizionata dell’Ucraina.

Washington ha già fatto sapere di essere “pronta ad abbandonare la mediazione se le parti non raggiungono un accordo a breve”. La Casa Bianca vuole che Kiev risponda entro oggi alla sua proposta di pace.

I dettagli del piano e i vantaggi di Mosca

“Vi fornirò tutti i dettagli nei prossimi tre giorni. Abbiamo avuto discussioni molto produttive su Ucraina e Russia… Vedremo come andrà a finire”, aveva dichiarato Trump lunedì 21 aprile, anticipando l’imminente formalizzazione della proposta. Il documento, presentato la scorsa settimana a Parigi dai funzionari Usa agli omologhi ucraini, delinea un quadro negoziale gravemente sbilanciato a favore della Russia:

  • Riconoscimento formale (“de jure”) della Crimea come territorio russo: gli Stati Uniti riconoscerebbero ufficialmente l’annessione della penisola avvenuta nel 2014;
  • Riconoscimento “de facto” delle conquiste territoriali russe del 2022: il piano legittimerebbe il controllo russo su ampie porzioni delle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia attualmente occupate;
  • Congelamento delle linee del fronte attuali, con il mantenimento dello status quo territoriale nelle aree contestate;
  • Esclusione permanente dell’Ucraina dalla Nato, pur consentendo a Kiev di proseguire il percorso verso l’Unione Europea (unico punto su cui non ci sono mai stati contrasti tra Russia, Ucraina e Usa);
  • Revoca completa delle sanzioni imposte alla Russia dal 2014 e istituzione di una cooperazione economica più stretta tra Stati Uniti e Russia, particolarmente nei settori energetico e industriale

Secondo una fonte citata da Axios vicina al governo ucraino, “la proposta dice molto chiaramente cosa ottiene la Russia in termini concreti, ma resta vaga e generica su ciò che spetterebbe all’Ucraina“.

Per Kiev garanzie vaghe e concessioni limitate

In cambio di queste concessioni territoriali, secondo il documento l’Ucraina otterrebbe:

  • “Robuste garanzie di sicurezza” fornite da un gruppo di Paesi europei e possibilmente anche non europei. Il documento non specifica come funzionerebbe questo meccanismo di sicurezza e non menziona alcun coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nelle garanzie. Il presidente americano ha subito fatto capire che la difesa dell’Ucraina sarà solo un problema dell’Europa che, secondo i calcoli di Bloomberg Economics, dovrebbe mettere sul piatto la (insostenibile) cifra di 3mila miliardi di dollari per proteggere i confini dell’Ucraina e della stessa Unione europea;
  • Restituzione di una piccola porzione della regione di Kharkiv attualmente sotto occupazione russa;
  • Passaggio libero lungo il fiume Dnipro, che segna il fronte in alcune aree del sud dell’Ucraina;
  • Compensazioni economiche per la ricostruzione, senza però specificare l’entità o le fonti di questi finanziamenti;
  • La centrale nucleare di Zaporizhzhia verrebbe riconosciuta come territorio ucraino, ma sarebbe gestita dagli Stati Uniti, con l’energia prodotta destinata sia all’Ucraina che alla Russia.

L’accordo sui minerali, la compensazione americana

Un elemento chiave del piano è l’accordo sulle terre rare, che secondo Trump potrebbe essere firmato il 25 aprile. La proposta prevede diritti preferenziali per gli Stati Uniti sull’estrazione e commercializzazione delle risorse minerarie strategiche ucraine, come forma di “risarcimento” per il sostegno militare fornito.

L’Ucraina è pronta a firmarlo in qualsiasi momento sia conveniente per voi“, avrebbe scritto Zelensky nella lettera inviata a Trump dopo lo storico scontro alla Casa Bianca.

Zelensky rifiuta il piano

Il piano è stato elaborato dopo una serie di incontri tra l’inviato speciale americano Steve Witkoff e Vladimir Putin, l’ultimo dei quali durato oltre quattro ore. Witkoff, che dovrebbe recarsi a Mosca questa settimana per un quarto incontro con il leader russo, è considerato da Kiev troppo vicino alle posizioni del Cremlino. Due settimane fa, il rappresentante Usa ha detto che Putin sarebbe pronto a un accordo di “pace permanente”.

Il presidente russo ha offerto di congelare l’invasione lungo l’attuale linea del fronte, in quello che viene descritto dal Financial Times come “il più grande gesto” che segnalerebbe la disponibilità di Mosca a concludere un accordo. Allo stesso tempo, però, il Cremlino non accetterebbe altri elementi del piano, come la presenza di forze di peacekeeping europee sul territorio ucraino. Già il mese scorso, la portavoce del ministero degli Esteri Marija Zakharova aveva definito questa ipotesi “assolutamente inaccettabile” spiegando che l’invio di contingenti europei equivarrebbe al “coinvolgimento di questi Paesi in un conflitto fisico diretto” con la Russia.

Ma è nei confronti dell’Ucraina che il piano di Trump diventa particolarmente svantaggioso. Prendendo atto della proposta, Zelensky ha escluso categoricamente qualsiasi riconoscimento legale dell’occupazione della Crimea: “Non c’è niente di cui parlare qui. Questo è contro la nostra Costituzione”. Questa posizione ha portato il Segretario di Stato Usa Marco Rubio e l’inviato Witkoff a disertare l’incontro di Londra tra i leader europei previsto per oggi a Londra e annullato nelle ultime ore.

Salta il summit europeo

Oggi, 23 aprile, i leader europei si riuniscono in formato ridotto dopo che l‘incontro dei ministri degli Esteri, previsto per oggi a Londra, è saltato. Il cambio di programma è stato determinato dall’assenza del Segretario di Stato Rubio, che, secondo il New York Times, sarebbe “sempre più irritato dalla lentezza del percorso negoziale“.

Le posizioni europee non sono unanimi. Il Wall Street Journal ha riportato che i funzionari di Regno Unito e Francia, principali fautori della ‘coalizione dei volenterosi‘, sarebbero “aperti a uno scenario” in cui l’Ucraina “accetterebbe la perdita del controllo di alcuni territori occupati dalla Russia”, in cambio di sostegno economico e garanzie di sicurezza, precisando però che preferirebbe un riconoscimento solo “de facto” del controllo russo sui territori.

Un’Europa sempre più isolata

La proposta americana è forse la più grande prova della nuova geopolitica americana, interessata più a recuperare i rapporti con Mosca che a preservare quelli con l’Europa. Per molti osservatori diventa difficile persino definire quella di Trump una “proposta di pace” data l’iniquità delle misure proposte.

Questa svolta diplomatica potrebbe avere ripercussioni significative sulla credibilità delle garanzie di sicurezza occidentali e sull’architettura di sicurezza europea, consolidando di fatto la strategia russa di modificare i confini attraverso l’uso della forza militare. Uno scenario che Bruxelles vuole scongiurare con la forza della deterrenza.

La questione, come ha spiegato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen “non è più se la sicurezza dell’Europa sia minacciata in modo molto reale. O se l’Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza”. “La vera questione – ha chiosato la presidente della Commissione Ue annunciando il ReArmEurope – è che abbiamo di fronte è se l’Europa sia pronta e in grado di agire con la stessa decisione, velocità e ambizione richieste dalla situazione“.

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