Parlamento europeo, ai Conservatori due vicepresidenti. Cordone sanitario per ‘Patrioti’ e ‘Nazioni Sovrane’

Vanno ai Popolari, oltre alla presidenza, anche la prima, la seconda e la terza vicepresidenza dell'Eurocamera. ECR, ormai visto come 'la sinistra della destra', ottiene due cariche
2 mesi fa
3 minuti di lettura
Europarlamento Sessione Inaugurale Ipa Ftg
La sessione inaugurale dell'Europarlamento (IPA/Fotogramma)

Il cordone sanitario funziona, e ha definito i propri bersagli: mentre i Conservatori e Riformisti Europei (ECR) di Giorgia Meloni ottengono 2 dei 14 vicepresidenti dell’Europarlamento, i ‘Patrioti per l’Europa (PfE)’ e le ‘Nazioni Sovrane (ESN)’ non ne hanno piazzato nemmeno uno.

Ieri pomeriggio l’Europarlamento, riunitosi per la prima volta dopo le elezioni di giugno, ha riconfermato con ampio sostegno la maltese Roberta Metsola come propria presidente, per poi proseguire con la designazione dei suoi vice.

Il cordone sanitario

A questo punto è scattato il cordone sanitario: l’estrema destra è stata isolata, nonostante detenga quasi un quinto degli eurodeputati (MEP) e in particolare i Patrioti di Orban, con 84 membri, siano il terzo gruppo per numerosità nell’emiciclo, dietro a Popolari e Socialisti e Democratici. Risultato storico invece per ECR, che, come detto, conquista due vicepresidenze.

I due candidati di PfE, la ceca Klára Dostálová (ANO) e il francese Fabrice Leggeri (Rassemblement National) hanno ottenuto rispettivamente 116 e 177 voti, mentre quello di ESN, la polacca Ewa Zajączkowska-Hernik di Kondeferacja, si è fermata a 46.

Da notare che ANO faceva parte della famiglia politica Renew Europe, da cui è uscito per passare ai Patrioti. La mancata elezione sarebbe dunque una conseguenza della scelta di unirsi a forze considerate euroscettiche e potenzialmente ostili alle stesse istituzioni europee.

Su questo punto Manfred Weber, presidente del PPE, era stato molto netto già giorni fa: “È chiaro che tutti quelli che sono stati eletti dal popolo europeo devono avere l’opportunità di lavorare qui, ma un’altra questione è chi rappresenta le istituzioni. E chi va contro il progetto europeo e contro le istituzioni europee, come Orbán che ha detto pubblicamente che vuole smantellare il Parlamento Ue, non può rappresentare il Parlamento europeo come istituzione”.

Chi sono i nuovi vicepresidenti

I 14 neo-vicepresidenti dell’Europarlamento sono stati eletti in due turni di votazione. Il primo turno infatti ha dimostrato che la maggioranza non si estende né alla sinistra di The Left né ai Conservatori di ECR, sebbene questi ultimi siano considerati ormai la destra moderata.

Al primo turno la soglia minima era di 333 voti su 665 validamente espressi (701 totali) e sono passati 11 MEP, tutti dell’area di maggioranza: PPE, S&D, Verdi/ALE. Il secondo ha visto 674 MEP votanti, 609 schede valide, e una soglia per essere eletti pari a 305 voti. In questa tornata sono passati i tre MEP che mancavano per completare la squadra, due di ECR e uno di The Left. Definitivamente fuori i candidati di PfE e di ESN.

Ecco dunque la lista definitiva dei 14 neo vicepresidenti:

  1. Sabine Verheyen (604) – Germania – (PPE)
  2. Ewa Kopacz (572) – Polonia – PPE
  3. Esteban González Pons (478) – Spagna – PPE
  4. Katarina Barley (450) – Germania (S&D)
  5. Pina Picierno (405) – Italia (S&D)
  6. Victor Negrescu (394) – Romania (S&D)
  7. Martin Hojsík (393) Slovacchia Renew Europe
  8. Christel Schaldemose (378) – Danimarca (S&D)
  9. Javi López (377) – Spagna (S&D)
  10. Sophie Wilmès (371) Belgio (Renew Europe)
  11. Nicolae Ștefănuță (347) – Romania – (Verdi/ALE)
  12. Roberts Zīle (490) – Lettonia (ECR)
  13. Antonella Sberna (323) – Italia (ECR)
  14. Younous Omarjee (311) – Francia (The Left).

Popolari e S&D la fanno da padrone, risultato storico per ECR

Vanno perciò al PPE, oltre alla presidenza, anche la prima, la seconda e la terza vicepresidenza. Il partito d’altronde è uscito rafforzato dalle elezioni di giugno ed è il più grande nell’emiciclo (188 MEP). L’alleanza tra Socialisti e democratici (S&D) ottiene comunque un terzo delle cariche in questione e Pina Picierno del PD, che ieri ha aperto la sessione inaugurale del Parlamento Ue, è stata riconfermata.

ECR invece è stato risparmiato dal cordone sanitario: quello che ormai è considerato la sinistra della destra (definizione non molto apprezzata dalle parti in causa, tanto che il capodelegazione di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, ha detto: “Stiamo calmi. Sinistra a me non me l’ha mai detto nessuno”) è riuscito a piazzare Zīle e soprattutto Sberna di Fratelli d’Italia. Un risultato storico che colloca il partito sempre più nell’ambito istituzionale, e che potrebbe trovare un sugello altrettanto storico se domani voterà a favore della riconferma di von der Leyen alla guida della Commissione europea.

Replica per i cinque questori

La conferma del cordone sanitario verso l’estrema destra e non verso ECR si è avuta all’elezione, stamattina, dei cinque questori, che si occupano di questioni amministrative che riguardano direttamente i deputati e sono membri dell’Ufficio di presidenza con funzioni consultive.

Anche in questo caso, sono stati necessari due turni. Il primo ha visto 669 MEP votanti per 641 voti validi e una soglia minima di 321 voti. Quattro i MEP eletti in questa occasione. Nel secondo round i votanti sono stati 612 per 465 schede valide e una soglia minima di 233 ed è stato eletto l’ultimo questore.

Ecco la lista:

  1. Andrey Kovatchev (559) – Bulgaria (PPE)
  2. Marc Angel (461) – Lussemburgo (S&D)
  3. Miriam Lexmann (459) – Slovacchia (PPE)
  4. Fabienne Keller (398) – Francia (Renew Europe)
  5. Kosma Złotowski (335) – Polonia (ECR)

L’ungherese Pál Szekeres, dei Patrioti per l’Europa, non è andato oltre i 130 voti.

Il prossimo passo è, oggi, la decisione circa le dimensioni delle commissioni permanenti, delle sottocommissioni e delle delegazioni. La composizione nominale delle commissioni sarà poi annunciata venerdì, mentre la prossima settimana sarà il turno dell’elezione di presidenti e i vicepresidenti delle commissioni.

C’è da supporre che il cordone sanitario scatterà ancora, e che l’ultradestra non otterrà incarichi di rilievo nemmeno nelle commissioni.