Parlamento europeo, a chi vanno le presidenze di commissione: niente ai Patrioti, 2 a Meloni

I Patrioti, terzo gruppo della Camera, avrebbero dovuto avere due presidenze ma la maggioranza fa scattare il cordone sanitario
2 mesi fa
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Europarlamento

Prende forma l’organizzazione dell’Europarlamento, e con essa il cordone sanitario verso i gruppi di estrema destra. Primo fra tutti il neocostituito Patrioti per l’Europa (PfE), a trazione Viktor Orbán e Jordan Bardella di Rassemblement National (Vannacci vicepresidente, nonostante il malumore di Marine Le Pen), che rimane escluso dalle presidenze delle commissioni con cui l’organo legislativo ordina i propri lavori.

Secondo quanto ha riportato Policy Europe, infatti, in settimana è stato raggiunto una bozza di accordo tra il coordinamento dei gruppi politici per quanto riguarda chi guiderà le commissioni. I Patrioti, nonostante siano il terzo gruppo più numeroso nell’emiciclo, dopo Partito popolare europeo (PPE) e Socialdemocratici (S&D), rimangono fuori.

Il perché lo ha spiegato Manfred Weber, presidente del PPE: “È chiaro che tutti quelli che sono stati eletti dal popolo europeo devono avere l’opportunità di lavorare qui, ma un’altra questione è chi rappresenta le istituzioni. E chi va contro il progetto europeo e contro le istituzioni europee, come Orbán che ha detto pubblicamente che vuole smantellare il Parlamento Ue, non può rappresentare il Parlamento europeo come istituzione”.

Cosa sono le commissioni parlamentari

L’Europarlamento organizza i propri lavori tramite commissioni tematiche che si riuniscono pubblicamente, salvo disposizioni contrarie, una o due volte al mese a Bruxelles. A loro spetta l’elaborazione, la modifica e la votazione di proposte legislative e relazioni d’iniziativa, come anche lo svolgimento di dibattiti con rappresentanti del Consiglio e della Commissione, di audizioni con esperti esterni e l’organizzazione di missioni conoscitive. Hanno inoltre un ruolo fondamentale nelle audizioni per la designazione dei commissari della Commissione europea (la cui nomina viene votata dall’Europarlamento insieme alla presidente proposta dal Consiglio europeo – quindi dopo un accordo in tal senso dei governi dei 27 Paesi membri – e al programma che intendono portare avanti).

A chi vanno le presidenze

Secondo il metodo d’Hondt, un calcolo matematico per distribuire incarichi e seggi, come evidenziato dalla società di consulenza Must and Partners i Patrioti avrebbero dovuto avere la commissione Trasporti (Tran) e quella Cultura (Cult), ma alla fine anche gli uffici di presidenza di queste ultime sarebbero state redistribuite tra gli altri gruppi. Che dunque avrebbero fatto scattare il cordone sanitario.

Il metodo d’Hondt viene utilizzato all’interno del Parlamento come formula per la distribuzione dei presidenti delle commissioni parlamentari e delle delegazioni, nonché per la ripartizione di tali posti tra le delegazioni nazionali all’interno di alcuni gruppi politici, in modo da evitare lo stradominio dei gruppi più grandi. Ecco la distribuzione secondo l’algoritmo, Patrioti a parte:

• Industria ed energia (Itre): PPE
• Affari esteri (Afet) ): PPE
• Agricoltura (Agri) ): PPE
• Controllo dei bilanci (Cont) ): PPE
• Pesc (Pech) ): PPE
• Affari costituzionali (Afco): PPE

• Ambiente (Envi): S&D
• Commercio (Inta): S&D
• Sviluppo regionale (Regi): S&D
• Affari economici e monetari (Econ): S&D
• Diritti delle donne e eguaglianza di genere (Femm): S&D

• Sviluppo (Deve): Renew
• Affari legali (Juri): Renew
• Difesa (Sede): Renew

• Mercato interno (Imco): Verdi
• Diritti umani (Droi): Verdi

• Lavoro (Empl): The Left

Ovviamente, se sono esclusi i Patrioti a maggior ragione subisce il cordone sanitario anche Europa delle Nazioni Sovrane, eurogruppo formatosi pochi giorni fa quasi in extremis (il 16 luglio ci sarà la prima sessione plenaria del Parlamento europeo, e inizierà ufficialmente la X legislatura) che raccoglie al suo interno la destra più estrema: euroscettica, nazionalista, xenofoba e quant’altro su questa linea.

Otterrebbero invece due presidenze di commissione i Conservatori e Riformisti europei (ECR) di Giorgia Meloni:

• Bilanci (Budg): ECR
• Libertà civili e giustizia (Libe): ECR

Ma su quest’ultima attribuzione sono sorte perplessità in alcune delegazioni per “questioni di opportunità politica” rispetto al dare in mano proprio la libertà e la giustizia al gruppo di destra, perciò dovrebbe avvenire uno scambio, secondo quanto riportato da Eunews: la Libe dovrebbe andare al PPE, che cederebbe a ECR la commissione Agricoltura.

Ora la bozza di accordo dovrà essere confermata in sessione plenaria dall’Europarlamento la settimana prossima, con la votazione prevista mercoledì alle 17 e le nomine venerdì mattina.

Il cordone sanitario non è una scienza esatta

Non è la prima volta che le forze di maggioranza mettono in atto il cordone sanitario: nel 2019 ne fu ‘vittima’ Identità e Democrazia, che dunque non ebbe posizioni di peso nelle commissioni dell’Europarlamento. A Le Pen e Salvini, che per l’appunto militavano in ID e che la scorsa settimana sono passati con Orban nei PfE, non va meglio nemmeno stavolta.

Nel 2019 però successe anche una cosa ‘curiosa’: l’ex europarlamentare del M5S Fabio Massimo Castaldo venne eletto vicepresidente del Parlamento europeo nonostante il Movimento di cui faceva parte non fosse iscritto a nessun gruppo (e di conseguenza ininfluente nell’Eurocamera), mentre ECR non ottenne nessuna delle 14 vicepresidenze. A metà mandato, però, quando cambiano il presidente dell’Europarlamento e le vicepresidenze, le cose si invertirono: Castaldo non fu confermato mentre ECR riuscì a far eleggere Roberts Zile, lettone, di fatto bucando l’emarginazione (grazie al sostegno del PPE) e dimostrando che il cordone sanitario non è una scienza esatta.