Pace Russia-Ucraina? “Come mescolare olio e aceto”. Kallas: “Attenti alla trappola di Putin”

Il ministro degli Esteri russo ha espresso dubbi sull'autorità di Zelensky e ne critica i continui “no a tutto”
2 ore fa
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Kaja Kallas
Kaja Kallas (Afp)

Le tensioni tra Russia e Ucraina continuano a tenere in stallo i colloqui di pace, con accuse reciproche di intransigenza e mancanza di volontà negoziale, nonostante i tentativi di mediazione di Donald Trump. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato che non esiste un’agenda per un potenziale vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e la sua controparte ucraina Volodymyr Zelensky, accusando il presidente ucraino di dire “no a tutto”. In contrasto, il presidente Zelensky – impegnato nella costruzione di un pacchetto di garanzie di sicurezza con gli alleati europei e Nato – ha affermato che la Russia sta facendo di tutto per impedire un incontro.

Secondo la vicepresidente della Commissione europea e Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, l’Europa rischia di finire “nella trappola di Putin”.

Le condizioni della Russia

Parlando a “Meet the Press con Kristen Welker” dell’emittente Nbc, Lavrov ha sottolineato che il presidente russo aveva chiarito di essere pronto a incontrare Zelensky per discutere un possibile accordo per porre fine alla guerra in Ucraina, a condizione che ci fosse un’agenda adeguata per tale sessione, cosa che, a suo dire, manca al momento.

Lavrov ha accusato l’Ucraina di non mostrare flessibilità nei colloqui con il presidente statunitense Donald Trump e gli alleati europei, tenutosi negli scorsi giorni a Washington, nonostante la Russia avesse acconsentito a mostrare flessibilità su una serie di questioni sollevate da Trump a un vertice Usa-Russia della settimana scorsa.

Le richieste fondamentali di Putin, nello specifico, secondo quanto riportano fonti vicine al Cremlino all’agenzia Reuters, includono che l’Ucraina ceda l’intera regione orientale del Donbas, rinunci alle ambizioni di aderire alla Nato e che le truppe europee e statunitensi restino fuori dal Paese. Inoltre, Mosca chiede un impegno legalmente vincolante dall’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti che non si espanderà ulteriormente a est, limiti all’esercito ucraino e un accordo che nessuna truppa occidentale sarà dispiegata sul terreno in Ucraina come parte di una forza di mantenimento della pace anche dopo i negoziati e l’accordo.

Nonostante la Russia controlli circa l’88% del Donbas e il 73% di Zaporizhzhia e Kherson, Putin sarebbe disposto a consegnare piccole parti delle regioni di Kharkiv, Sumy e Dnipropetrovsk a patto che l’Ucraina si ritiri completamente da queste zone.

Il ministro degli Esteri russo ha, inoltre, espresso dubbi sull’autorità di Zelensky di firmare un accordo di pace, poiché il suo mandato sarebbe dovuto scadere a maggio 2024, ma la guerra ha impedito lo svolgimento di nuove elezioni presidenziali.

Le contro-accuse dell’Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato di non voler “regalare” alcun territorio alla Russia. Ha dichiarato che il Cremlino sta facendo di tutto per assicurarsi che un incontro tra lui e Putin non abbia luogo. Ha anche esortato gli alleati dell’Ucraina a imporre nuove sanzioni a Mosca se questa non mostrerà interesse per la pace e ha ribadito che, a differenza della Russia, l’Ucraina “non ha paura di alcun incontro con i leader”.

Il presidente ucraino ha anche criticato i recenti attacchi aerei russi, affermando che Mosca si comporta come se non ci fossero sforzi globali per fermare la guerra. E, secondo Kiev, la decisione dell’adesione o meno alla Nato non è sul tavolo del confronto, perché non spetta alla Russia decidere in merito.

L’avvertimento di Kaja Kallas: “Una trappola di Putin”

A tirare le somme del quadro internazionale nel quale il rischio di uno stallo permanente è dietro l’angolo è stata Kaja Kallas, vicepresidente della Commissione europea, che ha messo in guardia gli Stati membri contro la pressione sull’Ucraina per cedere territori alla Russia come parte di un futuro accordo di pace, definendolo una “trappola in cui Putin vuole che cadiamo”. In un’intervista con il programma “Today” dell’emittente britannica Bbc, Kallas ha affermato che permettere alla Russia di mantenere i territori ucraini sarebbe un errore.

Kallas, che è inserita nella “black list” dei ricercati internazionali del Cremlino, ha anche espresso preoccupazione per il vertice in Alaska tra Trump e Putin. Secondo lei, Putin ha ottenuto “tutto ciò che voleva” dal vertice, inclusa la non imposizione di nuove sanzioni, il che influenzerà il suo interesse a negoziare un accordo di pace. “Putin sta solo ridendo, non fermando le uccisioni ma aumentandole,” ha detto Kallas. Ha aggiunto che “la Russia non ha fatto una singola concessione”. L’Ue, nel frattempo, ha preparato il 19esimo pacchetto di sanzioni per fare pressione sul leader russo.

Riguardo alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, Kallas ha ammesso che non ci sono ancora molti “passi concreti” per una forza deterrente, ma ha sottolineato che “la garanzia di sicurezza più forte è un forte esercito ucraino” e che è importante stabilire garanzie che non siano “solo sulla carta”.

Il ruolo di Trump e lo scetticismo internazionale

In questo contesto si inserisce il ruolo di Donald Trump che avrebbe fissato un termine di due settimane per valutare i presupposti per dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina. Secondo il tycoon, trovare un accordo tra i due “è un po’ come mescolare olio e aceto“. E ha aggiunto: “Preferirei vedere come se la cavano, ma nel frattempo continuano a combattere e a uccidere persone, il che è molto stupido, perché stanno perdendo 7000 persone alla settimana, per lo più soldati. Ho fermato sette guerre e mi piacerebbe fermare anche questa. Pensavo che questa sarebbe stata fattibile, di media difficoltà, ma sta risultando la più difficile”.

Lo scetticismo internazionale persiste, anche tra gli stessi leader europei e la situazione rimane complessa, con le due parti lontane dall’accordo e con le speranze di un vertice diretto tra Putin e Zelensky ancora ostacolate da profonde divergenze e accuse reciproche.