La Nato chiederà alla Germania un contributo straordinario di circa 40.000 soldati per rafforzare la difesa collettiva dell’Alleanza, secondo quanto riferito da fonti riservate all’agenzia Reuters. La richiesta si inserisce in un più ampio aggiornamento delle capacità militari dell’organizzazione, ritenute sempre più cruciali dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.
L’Alleanza atlantica si appresta ad aumentare significativamente i propri obiettivi strategici, sia in termini di armamenti che di numero di truppe. Secondo un alto funzionario militare, la Nato punta ad arrivare a 120-130 truppe da parte degli alleati, rispetto all’obiettivo attuale di circa 80, con un incremento del 50%. Una delle fonti ha specificato che 130 rappresenterebbe il nuovo standard da raggiungere.
Obiettivi classificati, ma la pressione cresce
Il ministero della Difesa tedesco non ha confermato ufficialmente le cifre, sottolineando che le decisioni saranno prese in occasione del prossimo incontro dei ministri della Difesa della Nato e del vertice dell’Alleanza previsto a fine giugno. Inoltre, ha ricordato che gli obiettivi di pianificazione e capacità sono classificati come segreti per motivi di sicurezza.
Tuttavia, secondo gli esperti, raggiungere questi numeri rappresenterebbe una sfida significativa per Berlino. Attualmente, la Bundeswehr (nome ufficiale delle forze armate della Repubblica Federale di Germania, ndr) conta circa 20.000 militari in meno rispetto all’obiettivo di 203.000 fissato nel 2018, e la Germania ha al momento otto brigate pronte, con una nona in costruzione in Lituania che dovrebbe essere operativa nel 2027.
L’ombra del disimpegno statunitense
Ulteriore fonte di preoccupazione è l’incertezza sul futuro ruolo degli Stati Uniti in Europa. La Nato pare non abbia ancora aggiornato i propri piani per tenere conto di un possibile ritiro delle truppe statunitensi dal continente, una possibilità paventata dall’amministrazione Trump.
Il governo di Washington ha fatto sapere che discuterà i piani di riduzione con gli alleati entro la fine dell’anno.
Durante la Guerra Fredda, specifica l’agenzia di stampa, la Germania manteneva un esercito di 500.000 soldati e 800.000 riservisti. Oggi, insieme alla Polonia, è chiamata a fornire il grosso delle forze terrestri sul fianco orientale della Nato, in caso di un’eventuale offensiva russa.
Verso un aumento storico della spesa
In risposta al deteriorarsi del quadro geopolitico, il blocco atlantico ha spinto i suoi membri ad aumentare la spesa militare. Al vertice in programma all’Aia il mese prossimo, il segretario generale Mark Rutte proporrà di raddoppiare l’attuale obiettivo di spesa dal 2% al 5% del Pil, con il 3,5% destinato alla difesa diretta – quella militare – e l’1,5% a misure di sicurezza più ampie – i comparti logistici.
La Germania, da parte sua, ha già compiuto un passo storico allentando il vincolo costituzionale sul debito per finanziare l’incremento della spesa per la difesa e ha espresso sostegno all’ambizioso obiettivo del 5%.
Il capo della difesa tedesco, Carsten Breuer, ha fissato un obiettivo chiaro: entro il 2029, le forze armate tedesche dovranno essere pienamente equipaggiate. Una data simbolica e strategica, poiché secondo la Nato, entro quella scadenza la Russia potrebbe avere ricostituito a sufficienza le proprie forze per rappresentare nuovamente una minaccia diretta al territorio dell’Alleanza.