Michel chiude il mandato attaccando von der Leyen

La presidente della Commissione punta al secondo mandato, il presidente del Consiglio europeo a una vendetta personale?
3 settimane fa
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Ursula Von Der Leyen e Charles Michel
BUrsula Von Der Leyen e Charles Michel (Fotogramma)

La Commissione europea deve essere imparziale. Lo dicono i trattati fondativi, e lo ribadisce il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, sostenendo che al contrario la Commissione attuale, ormai in scadenza, non lo sia stata. Il belga chiude dunque il proprio mandato con un attacco chiaro verso la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, pur senza nominarla.

“Se sei visto come eccessivamente politico, potresti essere visto come meno imparziale”, ha detto Michel ai giornalisti a Bruxelles, sottolineando come questa mancanza di imparzialità porti a usare due pesi e due misure, che è esattamente la critica su cui stanno giocando Russia, Iran e Cina a livello internazionale e nel Sud del Mondo per far passare l’Europa come incoerente e dunque indebolirla.

Un esempio è la risposta frammentaria data dai Paesi europei alla guerra in Ucraina e soprattutto a quella tra Israele e Hamas, che non ha visto un blocco unito e compatto prendere una direzione ma i vari Stati andare in ordine sparso. La posizione della Commissione è stata vista come politicizzata e secondo Michel non è quello di cui c’è bisogno, quanto piuttosto di “un’Unione politica, un’Unione geopolitica”, perché c’è “una differenza”.

Anche la modifica dei Trattati per rendere più efficace il processo decisionale e la risposta alle crescenti sfide di un mondo in policrisi, ventilato da von der Leyen nel suo Discorso sullo Stato dell’Unione del 2022 e poi rimasto lettera morta, trova Michel in disaccordo: “Sarebbe uno stupido errore”, perché significherebbe aprire “un vaso di pandora”.

I negoziati sui trattati infatti sono per loro natura molto complessi, e sono anche un’occasione per gli Stati membri per ritagliarsi nuove priorità e nuovi spazi. Inoltre, implicherebbero difficili dibattiti nazionali, ha sottolineato Michel. Meglio piuttosto, per il presidente del Consiglio europeo, sfruttare pienamente le possibilità, attualmente inespresse, offerte dal Trattato di Lisbona (firmato nel 2007, ha modificato il Trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, ripartendo competenze tra Unione e Stati membri, rafforzando il principio democratico e la tutela dei diritti fondamentali, ndr). E partire da qua.

Von der Leyen punta al secondo mandato, Michel a una vendetta personale?

Le critiche di Michel arrivano in un momento molto delicato per la politica tedesca, in cerca di un secondo mandato alla guida della Commissione europea. Pochi giorni fa sono state chieste le dimissioni, sue e di tutti i commissari, in relazione allo scandalo Pfizergate e dunque all’assegnazione al colosso farmaceutico americano della importantissima commessa per la fornitura dei vaccini anti covid durante la pandemia.

La von der Leyen ha bisogno di 361 voti dell’Europarlamento, calcola Politico. E Michel presiede il processo di spartizione delle cariche di vertice dopo le elezioni europee ormai alle porte. Le sue parole si inseriscono in un contesto di rivalità pluriannuale tra le due importanti figure dell’Unione. Si ricorda soprattutto la visita ad Ankara nel 2021, con Michel seduto sull’unica sedia accanto al presidente turco Erdogan e von der Leyen messa da parte su un divano, con conseguenti accuse di sessismo.

Secondo un diplomatico dell’Unione, come riportato da Politico, “molti Stati membri sono preoccupati che Charles Michel non svolga un ruolo costruttivo, ma piuttosto persegua un’agenda di vendetta personale“. Michel “vede il paragone con von der Leyen come fondamentalmente falso e ingiusto”, ha detto un altro diplomatico.

La presidenza di von der Leyen nei cinque anni di mandato, d’altronde, è stata spesso criticata per la sua gestione centralizzata in diversi importanti ambiti, politici ed economici. E sebbene la reputazione della tedesca sia cresciuta con la crisi pandemica e l’aggressione dell’Ucraina, la recente apertura verso (parte del) le destre le è costata molti dissensi tra i suoi stessi alleati. Dal canto suo invece verso Michel ci sono stati diversi malumori che hanno alimentato il fuoco della rivalità tra i due.

E mentre secondo alcuni Michel, il cui mandato scadrà il primo dicembre, punta alla Commissione o, secondo altri, al posto di Josep Borrell, capo della politica estera dell’Unione, la sua portavoce Ecaterina Casinge ha precisato che il presidente del Consiglio europeo “non è un candidato. Come il presidente ha detto più volte, è e sarà interamente concentrato sul suo lavoro di presidente dell’EUCO e sull’unire il Consiglio europeo nel prendere decisioni sostanziali”.

In ogni caso, al momento l’ipotesi più probabile, in base al ‘sentiment’ raccolto da Politico, è che i 27 leader dell’Ue bypasseranno Michel il più possibile nella discussione sulle cariche di vertice, che inizierà a Bruxelles il 17 giugno con una cena informale, e proseguirà col meeting ufficiale del Consiglio europeo il 27 e 28 giugno.