Merz a Parigi e Varsavia: la nuova era della sicurezza europea è già iniziata

Per Macron, Parigi e Berlino devono tornare ad “agire mano nella mano”, Tusk alza la posta: la Germania aumenti la propria spesa militare. Merz è d’accordo (quasi) su tutto
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Merz E Macron Incontro Parigi Ipa Ftg
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente francese Emmanuel Macron durante l'incontro a Parigi del 7 maggio 2025 (Ipa/Ftg)

Lao Tzu diceva che “un viaggio di mille miglia inizia sempre con il primo passo” e Merz, che di miglia spera di farne tanti alla guida del governo tedesco, di viaggi ne ha fatti due. Ieri, mercoledì 7 maggio, il neo cancelliere tedesco è volato prima Parigi e poi a Varsavia dove ha discusso tematiche cruciali per il futuro dell’Europa.

Ma i viaggi, si sa, servono anche a dimenticare la paura, come quella che ha travolto il leader della Cdu quando, martedì scorso, non ha ottenuto la fiducia del Bundestag al primo colpo. Prima di Merz, nessun cancelliere tedesco era mai stato bocciato dal Parlamento: iI leader della Cdu ha potuto sedere al Bundeskanzleramt solo grazie a una seconda votazione, preludio di un governo non facile.

Merz ha preferito spazzare via immediatamente questa falsa partenza e lasciare spazio alla vera politica. Sa che dovrà guidare la Germania in un periodo storico molto complicato per il Paese e per l’Europa. Il viaggio in Francia, che per tradizione è il primo all’estero dei cancellieri tedeschi neo eletti, è una chiara dichiarazione di intenti: Merz e Macron vogliono far ripartire il “motore franco-tedesco” dell’Ue e dare nuova linfa a un legame geopolitico che, per vari motivi, si è affievolito.  

La doppia visita di Merz a Parigi e Varsavia può dare il via a una nuova era europea sotto il profilo della difesa comune, della immigrazione e dei rapporti commerciali. Vediamo perché.

L’asse Parigi-Berlino per difendere l’Europa

Durante la conferenza stampa congiunta, Macron e Merz hanno annunciato la creazione di un Consiglio franco-tedesco per la difesa e la sicurezza per “rispondere insieme alle sfide che l’Europa deve affrontare”. Francia e Germania vogliono tornare ad “agire mano nella mano”. I presupposti sono quelli giusti: la (storica) decisione di Merz di allentare il freno al debito della Germania, soprattutto per aumentare la spesa militare, avvicina il nuovo cancelliere al presidente francese. Non solo.

Rispetto al suo predecessore, il leader della Cdu è più fermo nel criticare il presidente americano Donald Trump e questo piace a Macron, che punta a una maggiore autonomia strategica dell’Europa.

Sul tema della deterrenza nucleare, Merz ha affermato di voler discutere con Francia e Gran Bretagna la sicurezza nucleare del continente europeo. Il dialogo, ha spiegato durante la conferenza, sarà “esplicitamente visto come un complemento di quello che abbiamo già con i nostri partner americani all’interno della Nato”. Alla domanda sull’invio di missili Taurus a lungo raggio all’Ucraina, Macron ha glissato: “Diciamo il meno possibile. L’ambiguità è la cosa migliore per gli ucraini”. Intanto, Merz ha confermato l’intenzione di visitare Kiev nelle prossime settimane, sottolineando che l’obiettivo resta ottenere un cessate il fuoco duraturo e un accordo di pace con la Russia.

Gli ostacoli tra Francia e Germania

Se c’è una cosa che più di tutte ha allontanato i due colossi europei, quella è il commercio. E su questo fronte la visita di Merz a Parigi non ha ridotto le distanze tra i due Paesi. Il presidente francese ha una posizione protezionista e scettica nei confronti dell’accordo con il Mercosur, mentre Merz – come Scholz prima di lui – continua a sostenere politiche commerciali liberali.

“Siamo favorevoli agli accordi commerciali se proteggono i produttori europei”, ha detto Macron. Per Merz, invece, l’Ue deve ratificare rapidamente l’accordo di libero scambio con l’organizzazione internazionale sudamericana.

Merz a Varsavia, un messaggio chiaro per l’immigrazione e la sicurezza Ue

Dopo Parigi, Merz ha raggiunto Varsavia dove ha incontrato il primo ministro polacco Donald Tusk. Il vertice, seguito da una conferenza stampa congiunta, ha evidenziato una forte sintonia tra i due Paesi su alcuni punti cruciali per tutta l’Unione europea: migrazione irregolare, difesa, e posizionamento dell’Ue nel panorama globale.

L’alleanza Germania-Polonia sui migranti

Il neo cancelliere tedesco ha confermato l’adesione della Germania all’iniziativa promossa da Danimarca, Paesi Bassi e Italia, volta a rafforzare le politiche europee in materia di asilo e migrazione

“Il nuovo governo federale si unisce con convinzione a questa iniziativa per contrastare l’immigrazione illegale e rafforzare la sicurezza dei confini”, ha detto Merz, spiegando che “possiamo rispondere a queste sfide solo insieme, a livello europeo”. Una strategia che le recenti politiche migratorie dell’Ue hanno portato avanti, ma non hanno perfezionato.


Merz ha anche annunciato il rafforzamento dei controlli alle frontiere tedesche e l’impiego di più agenti di polizia, oltre a possibili respingimenti per chi non ha i requisiti per l’asilo. Una linea, questa, che a livello interno è stata ampiamente criticata dai suoi alleati e gli è costata lo spavento al Bundestag. La prima rottura è arrivata mercoledì 29 gennaio, quando il Bundestag ha approvato una delle due mozioni sui migranti presentate dal Cdu di Merz grazie ai voti di Alternative für Deutschland (Afd), il partito di estrema destra che strizza l’occhio al neonazismo e la cui ascesa preoccupa i moderati ben oltre i confini tedeschi.

L’adesione della Germania alla nuova iniziativa migratoria è stata accolta positivamente da Roma e Copenaghen. Più cauta la Francia, che ha ribadito la necessità di “una solidarietà che non si traduca in rigidità alle frontiere, ma in responsabilità condivise”. Bruxelles ha espresso apprezzamento per l’incontro tra Tusk e Merz, parlando di “un segnale importante di convergenza tra due Paesi fondamentali per la coesione dell’Unione”.

Tusk sottolinea il ruolo della Germania per la difesa dell’Europa

Sul fronte della difesa, il primo ministro Tusk ha lanciato un messaggio chiaro al suo omologo tedesco: la Germania deve aumentare la propria spesa militare. Una richiesta inimmaginabile solo ottanta anni fa: “Non è facile, per un premier polacco, dire che vorrebbe una Germania più armata – ha ammesso Tusk – ma viviamo in tempi diversi, con una Polonia diversa, una Germania diversa e minacce molto concrete”. Chiaro, seppur implicito, il riferimento al conflitto in Ucraina e alla pressione crescente della Russia sui confini orientali dell’Unione.

Due mesi fa il premier polacco ha tuonato contro Vladimir Putin davanti agli alleati europei: “Non c’è dubbio che la guerra in Ucraina, il nuovo approccio dell’amministrazione americana verso l’Europa e, soprattutto, la corsa agli armamenti iniziata dalla Russia, che deve essere chiara per tutti, ci pongano di fronte a sfide completamente nuove. L’Europa deve accettare questa sfida, questa corsa agli armamenti. E deve vincerla”. Entrando al Consiglio Difesa Ue dello scorso 6 marzo, il primo ministro polacco si è detto “convinto che la Russia perderà questa corsa agli armamenti, così come l’Unione Sovietica perse una simile sfida 40 anni fa”.

Oggi Varsavia e Berlino vogliono guidare la strategia difensiva dell’Ue, anche tentando di ricucire alcune fratture interne all’Unione, come quelle tra Paesi dell’Est (Ungheria su tutti) e dell’Ovest su temi migratori e valori democratici.