Si svolgono oggi a Bruxelles le audizioni dei sei candidati in lizza per il ruolo di Mediatore europeo, noto anche come Ombudsman, uno degli strumenti fondamentali per garantire trasparenza, responsabilità e buona amministrazione all’interno delle istituzioni dell’Unione Europea. Creato nel 1995 in seguito al Trattato di Maastricht, il mediatore agisce come figura indipendente e imparziale, incaricata di indagare sui casi di cattiva amministrazione segnalati da cittadini, organizzazioni e imprese. Sebbene non disponga di poteri sanzionatori, l’Ombudsman esercita una funzione di vigilanza cruciale, fornendo raccomandazioni volte a promuovere una governance efficace e responsabile. Le indagini possono essere avviate su iniziativa del mediatore stesso o in risposta a denunce formali, garantendo un ponte diretto tra i cittadini e le istituzioni comunitarie.
Il mandato del Mediatore europeo dura per l’intera legislatura parlamentare, con la possibilità di essere rinnovato. La selezione è effettuata dal Parlamento europeo, tramite scrutinio segreto, e i candidati devono rispondere a criteri rigorosi di indipendenza, competenza e integrità. Questi requisiti includono il possesso della cittadinanza europea, l’esercizio dei pieni diritti civili e politici, nonché una comprovata esperienza ai più alti livelli delle funzioni giurisdizionali o amministrative.
Le funzioni del Mediatore europeo
Il Mediatore europeo è incaricato di vigilare sulla correttezza amministrativa degli organi dell’Ue, ad eccezione della Corte di giustizia europea nell’esercizio delle sue funzioni giurisdizionali. Tra i suoi compiti principali rientrano l’indagine su ritardi ingiustificati, mancate risposte, discriminazioni, abusi di potere e altre irregolarità che potrebbero danneggiare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni europee. Grazie a questa figura, le persone fisiche e giuridiche possono denunciare casi di cattiva amministrazione e ottenere un intervento che, sebbene non vincolante, ha spesso un peso significativo nel promuovere il cambiamento.
Un aspetto chiave del lavoro del mediatore è la pubblicazione annuale di un rapporto dettagliato sulle attività svolte, portando all’attenzione del Parlamento europeo sia i successi sia le criticità riscontrate. Tuttavia, la Commissione Petizioni (PETI), che raccoglie le denunce dei cittadini, mostra numeri relativamente bassi: tra il 2019 e il 2022 ha ricevuto appena 6.991 petizioni, una cifra esigua rispetto alla popolazione dell’Ue, pari a circa 450 milioni di persone.
Durante il mandato della mediatrice uscente, l’irlandese Emily O’Reilly (prima donna a ricoprire questo ruolo), l’ufficio ha affrontato questioni scottanti come lo scandalo Qatargate e il controverso Memorandum d’Intesa Ue-Tunisia, contribuendo a mantenere elevati standard di trasparenza. Ora, il Parlamento europeo è chiamato a eleggere un nuovo mediatore per il periodo 2024-2029.
I candidati per il mandato 2024-2029
Le audizioni sono organizzate dalla Commissione Petizioni, e vedranno i candidati presentare le loro priorità e rispondere alle domande dei membri del Parlamento europeo. A ciascun candidato è stato assegnato un tempo di circa un’ora, durante il quale saranno interrogati dai coordinatori dei gruppi politici e dagli altri deputati. Al termine di ogni audizione, il candidato avrà un momento per fare una dichiarazione finale.
I candidati sono: Teresa Anjinho, ex-viceprocuratore generale di Giustizia a Lisbona, Emilio De Capitani, ex-funzionario del Parlamento europeo, Marino Fardelli, difensore civico della Regione Lazio, Julia Laffranque, ex-giudice della Corte suprema estone, Claudia Mahler, accademica austriaca, e Reinier van Zutphen, Ombudsman dei Paesi Bassi.
Tra i sei candidati, spiccano due nomi italiani: Emilio De Capitani e Marino Fardelli, che portano con sé esperienze molto diverse, ma entrambe rilevanti per il ruolo di mediatore. Emilio De Capitani, avvocato e accademico, ha una lunga carriera alle spalle come funzionario del Parlamento europeo, dove ha acquisito una profonda conoscenza della macchina burocratica e dei meccanismi legislativi europei. La sua candidatura è fortemente ancorata al tema della trasparenza, un valore che De Capitani considera essenziale per il buon funzionamento delle istituzioni. Secondo De Capitani, uno dei principali problemi da affrontare è l’accesso ai documenti. Il suo programma punta anche a valorizzare il ruolo dei circa 60mila funzionari delle istituzioni europee, promuovendo una cultura della trasparenza attraverso la creazione di laboratori per lo scambio di buone pratiche.
Marino Fardelli, dal canto suo, ha un’esperienza più legata alla difesa dei diritti civili a livello locale e regionale, avendo ricoperto il ruolo di difensore civico della Regione Lazio e di presidente della rete nazionale dei Difensori civici delle Regioni italiane. Il suo impegno si è sempre concentrato sulla protezione dei cittadini, in particolare quelli più vulnerabili. Fardelli vede nella comunicazione una chiave fondamentale per avvicinare l’istituzione dell’Ombudsman ai cittadini, e punta su una maggiore interazione con le reti nazionali dei Difensori civici. Il suo programma prevede anche iniziative volte a sensibilizzare i giovani, come il progetto “Il difensore civico sui banchi di scuola”, che ha già realizzato nel Lazio. Per Fardelli, uno degli aspetti cruciali da affrontare è la possibilità di introdurre uno strumento sanzionatorio per le istituzioni inadempienti
Oltre ai due italiani, gli altri candidati portano con sé esperienze internazionali che arricchiscono il dibattito sulle modalità di intervento del Mediatore europeo. Teresa Anjinho, portoghese, ha una lunga carriera in ambito giuridico, avendo ricoperto il ruolo di viceprocuratore generale della Giustizia a Lisbona, e ha anche fatto parte del Comitato di Sorveglianza dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF). La sua candidatura si concentra sulla lotta alla cattiva amministrazione, con una particolare attenzione alla trasparenza nella gestione dei fondi europei. Anche Julia Laffranque, ex-giudice della Corte suprema estone, porta con sé un’esperienza giuridica di alto livello, ed è nota per il suo impegno nel promuovere i diritti umani e la giustizia. Claudia Mahler, esperta in diritti umani, è impegnata a livello internazionale e mira a rafforzare la funzione del mediatore come strumento di protezione dei diritti civili nell’ambito europeo. Infine, Reinier van Zutphen, Ombudsman dei Paesi Bassi, è uno dei candidati più esperti, avendo già ricoperto il ruolo in patria. La sua esperienza gli consente di affrontare con competenza le problematiche legate alla cattiva amministrazione e alla protezione dei diritti dei cittadini.
Durante le audizioni, i candidati dovranno rispondere a domande riguardanti le loro priorità, le modalità con cui intendono rafforzare il ruolo del mediatore e come intendono rendere il processo decisionale europeo più trasparente e responsabile.
Il passo successivo sarà il voto in plenaria dal 15 al 18 dicembre, durante il quale gli eurodeputati sceglieranno chi guiderà questa istituzione per i prossimi cinque anni. Chiunque sia il prescelto, avrà davanti a sé una sfida cruciale: trasformare le raccomandazioni in azioni concrete, per restituire ai cittadini europei fiducia e protagonismo all’interno dell’Unione.