Mattarella sul nucleare: “Dottor Stranamore che amano la bomba possono aprire il vaso di Pandora”

Il discorso del Capo di Stato italiano al parlamento tedesco
3 ore fa
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Berlino (Afp)
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Berlino (Afp)

Nuovi “dottor Stranamore” si affacciano all’orizzonte con la pretesa che si debba “amare la bomba”. Sono queste le parole che il Capo di Stato italiano Sergio Mattarella ha pronunciato al Palazzo del Reichstag, al Bundestag (il parlamento tedesco). L’occasione è stata la “Giornata del lutto nazionale” tedesca per commemorare le vittime dei conflitti, a 80 anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale.

Tra nuove guerre e occhi puntati sui Paesi che ammiccano al nucleare, il presidente della Repubblica Mattarella ha riacceso i riflettori sulle sfide odierne che Europa e Occidente si trovano quotidianamente ad affrontare.

Discorso del presidente italiano Sergio Mattarella al Bundestag (Afp)
Discorso del presidente italiano Sergio Mattarella al Bundestag (Afp)

La minaccia nucleare

“Il Trattato del 1997 che mette al bando gli esperimenti nucleari non ha visto ancora la ratifica da parte di Cina, India, Pakistan, Corea del Nord, Israele, Iran, Egitto, Stati Uniti, mentre la Russia ha ritirato la sua nel 2023”, ha continuato il presidente Mattarella. Un elenco di Paesi che preoccupa e che ammicca al nucleare e che lascia il mondo intero in uno stato di tensione costante.

Proprio nel weekend, infatti, è stato il presidente statunitense Donald Trump a parlare ancora una volta di nucleare. Cercando di smorzare la tensione ‘nucleare’ delle ultime settimane, il presidente Usa si è rivolto a Russia e Cina: vorrebbe organizzare un incontro con i due Paesi per discutere della riduzione degli arsenali nucleari. “Quello che vorrei fare è denuclearizzare – ha spiegato Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One -, anzitutto organizzando un incontro con le tre maggiori potenze nucleari per ridurre le armi nucleari. Noi siamo i numeri uno, la Russia il numero due, la Cina il numero tre”.

“Gli Stati Uniti hanno “più armi nucleari di qualsiasi altro Paese”, ha aggiunto Trump. “La Russia è seconda, e la Cina è terza, ma entro quattro o cinque anni saranno al nostro livello”, ha sottolineato il tycoon.

Dichiarazioni che, insieme a quelle russe e cinesi degli ultimi mesi, mantengono alta l’attenzione sul tema del riarmo: “Si odono dichiarazioni di altri Paesi su possibili ripensamenti del rifiuto dell’arma nucleare. Emerge, allora, il timore che ci si addentri in percorsi ad alto rischio, di avviarsi ad aprire una sorta di nuovo vaso di Pandora”, ha spiegato in merito Mattarella.

A Berlino, in un clima di crisi di Stato e di riarmo dell’esercito tedesco che avviene di pari passo con un riarmo europeo; con guerre alle porte del Continente e nella vicina Asia, “tutto questo – ha aggiunto il Capo dello Stato – viene agevolato dal diffondersi, sul piano internazionale, di un linguaggio perentorio, duramente assertivo, che rivendica supremazia. Porta soltanto a sofferenze e a divisioni rottamare i trattati, le istituzioni edificate per porre riparo a violenze che nelle nostre società nazionali consideriamo reati e censuriamo severamente, comportamenti che taluno pretende siano legittimi nei rapporti internazionali”.

Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier con il presidente italiano Sergio Mattarella e il cancelliere Friedrich Merz (Afp)
Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier con il presidente italiano Sergio Mattarella e il cancelliere Friedrich Merz (Afp)

L’appello all’Unione europea

Cuore pulsante dell’Unione europea, Berlino è uno dei quattro principali Paesi propulsori dell’economia del blocco dei 27. Inevitabile, in quella sede, un appello all’Ue e un rimando al passato bellico del Continente: “L’Unione europea, nata dalle rovine della guerra, ha saputo farsi portatrice del multilateralismo al servizio della pace – ha spiegato il presidente -. È una responsabilità che si accentua oggi. In questa preoccupante congiuntura internazionale. È un ruolo storico: i precursori perseguirono l’unità quando non esisteva, contro ogni esperienza precedente. I Paesi europei hanno dimostrato di avere coraggio. Non lasciamo che, oggi, il sogno europeo, la nostra Unione, venga lacerato da epigoni di tempi bui. Di tempi che hanno lasciato dolore, miseria, desolazione“.

Un “dovere”, ha aggiunto il Capo dello Stato, che “ci compete”. Un dovere che riguarda ogni generazione e che, secondo Mattarella, “lo dobbiamo ai nostri giovani, che hanno diritto a un mondo sicuro, diverso e migliore di quello di guerra e dopoguerra”.

Il presidente italiano Sergio Mattarella al Bundestag (Afp)
Il presidente italiano Sergio Mattarella al Bundestag (Afp)

Sovranità, guerra e responsabilità

Alla luce degli scontri tra Russia e Ucraina e Israele con la Palestina, il presidente si è chiesto come sia stato possibile, considerati anche i due conflitti mondiali dello scorso secolo, che le promesse di non ritorno ad un clima di guerra siano state così facilmente infrante: “Come è possibile che tutto questo sia potuto accadere e pretenda di ripresentarsi? Quanti morti occorreranno ancora prima che si cessi di guardare alla guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli Stati? Che se ne faccia uso per l’arbitrio di voler dominare altri popoli?”, si è chiesto il presidente.

E senza mezzi termini ha poi espresso duramente la propria visione sulle guerre di aggressione: “Va ribadito con risolutezza: la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia. La guerra di aggressione è un crimine. Va riaffermato, senza cedimenti, l’insegnamento di Norimberga (istituzione di un tribunale per i crimini di guerra nazisti, ndr): ‘Se riusciremo a imporre l’idea che la guerra di aggressione è la via più diretta per la cella di una prigione e non per la gloria, avremo fatto un passo per rendere la pace più sicura’. Sono parole di Robert Jackson, procuratore di quel Tribunale”, ha concluso il presidente.

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