Marine Le Pen scarica l’Afd e si prepara a conquistare l’Ue (con o senza Giorgia Meloni)

Matteo Salvini segue la leader di Rassemblement National e l’Afd risulta sempre più isolato: ecco cosa cambierà in Europa
1 mese fa
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Marine Le Pen - Fotogramma
Marine Le Pen - Fotogramma

Marine Le Pen scarica ufficialmente il partito tedesco Alternativa per la Germania (Afd) a pochi giorni dalle elezioni europee e si configura come possibile primo partito in Europa con un gruppo indipendente. Lo ha riferito a Liberation. La spaccatura era ormai inevitabile e il partito tedesco, sempre più isolato in Ue rischia di non sedere tra i banchi di Strasburgo. Maximilian Krah ha gettato la spugna. Le frasi in un’intervista a Repubblica sugli ufficiali delle SS che “non erano tutti criminali” hanno costretto lo spitzenkandidat dell’Afd a dimettersi. Il Partito tedesco ha così vietato al suo candidato di partecipare ad eventi pubblici. Lo rende noto la Dpa, citando un portavoce del partito.

La mossa della destra conservatrice francese, inoltre, arriva dopo l’incontro telematico con Giorgia Meloni, alla convention di Vox Madrid durante la quale, il sostegno della premier italiana a Ursula von der Leyen fu criticato aspramente dalla leader di Rassemblement National ma un “terreno comune”, così definito da Le Pen, ha dato il via a speranze di coalizione. Lo sguardo oltralpe, però, potrebbe essere rivolto anche Matteo Salvini e a quei gruppi ancora più a destra della premier tricolore. Ma cosa rappresenta questa scelta per le destre dell’Unione europea? Scopriamolo insieme.

Marine Le Pen e la spaccatura con l’Afd

Li aveva chiamati gli “elefanti nella stanza” nel 2023 a Le Monde e oggi, Marine Le Pen li sbatte fuori da quella che è la più grande delle stanze dell’Ue: il Parlamento europeo. Negli ultimi mesi, la separazione tra il partito francese e quello tedesco sembrava inevitabile. L’Afd ha messo alla prova la pazienza di Le Pen e la comproprietà giustificava i legami con partiti radicali. Ora sembrano mancare i numeri per la creazione di un partito indipendente a Bruxelles che costringerà il partito tedesco a fare un passo indietro.

La spaccatura risale al 10 gennaio, quando il sito web Correctiv ha rivelato che lo scorso novembre si sarebbe tenuto un incontro segreto a Potsdam, vicino Berlino, durante il quale i dirigenti dell’Afd pare abbiano incontrato i rappresentanti del movimento neonazista per discutere di un piano di deportazione degli stranieri, compresi quelli di seconda generazione. Convocati a Parigi per dare spiegazioni, non c’è stato il chiarimento e Marine Le Pen non ha ricevuto quanto si aspettava. Con l’indagine del sito tedesco, la leader di Rn ha atteso quattro mesi prima di prendere le dovute distanze dall’Afd, ancora sotto indagine dalla Procura federale tedesca per presunti finanziamenti russi e cinesi, ricevuti illegalmente. E, quando lo scorso 14 maggio, il leader dell’ala radicale del partito di estrema destra, Björn Höcke, ha usato slogan risalenti alle milizie paramilitari di Hitler, a Marine Le Pen non è rimasto altro che tagliare il cordone e cacciare “l’elefante dalla stanza”. Con questo gesto, però, le cose in Europa potrebbero cambiare per le destre e per Giorgia Meloni.

Cosa accade in Europa

Il partito di Le Pen sostiene di essere in grado di mantenere intorno a sé l’Id e di conquistare i gruppi non rappresentati in Parlamento europeo. La speranza sembra essere quella di lavorare con la Lega di Matteo Salvini, con Roberto Vannacci capolista, e il fiammingo Vlaams Belang. Il Partito Popolare Danese di Anders Vistisen ha già seguito l’Rn nella sua decisione di respingere l’Afd. Il gruppo Id, inoltre, dovrebbe poter annoverare tra le sue fila la destra dell’Estonia, con il Partito Popolare Conservatore nazionale, quella della Repubblica Ceca, con Libertà e Democrazia Diretta, il Chega portoghese e il Partito per la Libertà di Geert Wilders, nei Paesi Bassi, che invieranno rappresentanti eletti a Strasburgo.

Le previsioni sulle elezioni europee

L’Afd, secondo analisti politici, oggi dovrebbe essere isolato per far sì che le destre che intendano puntare a Bruxelles non abbiano l’ombra neonazista alle spalle. In questo modo, potrebbero essere aperte le trattative con il Partito Popolare di Ursula von der Leyen, mentre non è da escludere un gruppo unico che metta insieme Fratelli d’Italia, la Lega, Rn, i polacchi di Pis, gli spagnoli di Vox e gli olandesi di Geert Wilders. La stessa Giorgia Meloni, dal canto suo, non ha nascosto il suo desiderio di unire i partiti euroscettici europei, in modo da formare una maggioranza in Parlamento e sostituire la coalizione tra il PPE, i socialdemocratici e i liberali. Ma le converrà davvero allearsi con Le Pen? In ogni caso, ogni mossa avverrà dopo il voto. Saranno sufficienti 25 eurodeputati rappresentanti sette Paesi membri diversi e ancora qualche giorno di attesa per scoprire quali saranno i nuovi gruppi europei.

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