“Chi può credere oggi che la Russia si fermerà all’Ucraina?“, va dritto al punto Emmanuel Macron nel suo discorso alla nazione sulla situazione geopolitica internazionale. Il presidente francese è stato il rappresentante europeo che più di tutti ha dialogato con Putin per scongiurare l’invasione dell’Ucraina. Da quel 24 febbraio 2022 è diventato il più convinto sostenitore del riarmo europeo proponendo a più riprese di inviare truppe europee in Ucraina, senza trovare l’appoggio dei Ventisette.
Oggi è lui, insieme al premier britannico Starmer, che prova a fare da ponte tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky per arrivare alla pace in Ucraina. I vari confronti tra le superpotenze partono da un punto fermo: la difficoltà non è arrivare a una tregua ma arrivare garantire che la pace sia “giusta e duratura“. L’Ucraina e l’Europa non vogliono fare i conti con il rischio di una nuova invasione all’indomani della pace.
All’Unione europea serve investire (3mila miliardi di dollari secondo i calcoli di Bloomberg Economics) in forze militari che siano in grado di tenere a bada la ‘canaglia russa‘, per citare Ursula von der Leyen. Ieri anche Macron è stato netto nel suo discorso al popolo francese: “La nostra generazione non godrà più del dividendo della pace“. “Non si può più credere alla Russia sulla parola”, ha aggiunto il capo dell’Eliseo prima di tornare sulla strategia più divisiva per i Ventisette: la nuova politica estera francese potrebbe portare al dispiegamento di forze militari europee in Ucraina mentre von der Leyen ha annunciato il piano da 800 miliardi di euro per riarmare l’Europa.
Ombrello nucleare per l’Europa, il piano di Macron
Le truppe non sono l’unica via possibile per rispondere a Mosca. Emmanuel Macron ha anche ipotizzato di mettere a disposizione degli alleati europei la forza di dissuasione nucleare francese ricordando che “Qualunque cosa accada la decisione è sempre stata e resterà nelle mani del Presidente della Repubblica, Capo delle Forze Armate”. “Dobbiamo prendere in mano il nostro destino – ha aggiunto – e diventare più indipendenti: per farlo, dobbiamo agire sia sul piano militare sia su quello economico: l’indipendenza economica, tecnologica, industriale e finanziaria è una necessità“.
Il messaggio è chiaro: sic stantibus rebus, l’Europa non si può fidare delle promesse di Mosca e non può più appoggiarsi a Washington. Tra l’altro, le due superpotenze storicamente rivali si sono dichiarate “allineate” in campo di politica estera.
“Se la nostra Europa possiede la forza economica, la potenza e i talenti per essere all’altezza di quest’epoca, se ci confrontiamo con gli Stati Uniti e con la Russia, sappiamo di avere i mezzi necessari. Dobbiamo dunque agire da europei uniti e con determinazione. È per questo che la Patria ha bisogno di voi, del vostro impegno”, ha detto il presidente francese usando dei toni tipici dei periodi di guerra.
“La Russia è diventata, nel momento in cui vi parlo, e per gli anni a venire, una minaccia per la Francia e per l’Europa. Me ne dispiace molto profondamente e sono convinto che a lungo termine si farà la pace con una Russia ridiventata serena e pacifica”, ma ora, prosegue Macron, occorre “far fronte a questo mondo di pericoli: restare spettatori sarebbe una follia“.
Il presidente francese ha scandito la necessità di libertà dei Ventisette e il cambiamento storico che stiamo vivendo: “L’avvenire dell’Europa non si decide né a Washington né a Mosca. Sì, la minaccia torna da Est e, in un certo senso, l’innocenza degli ultimi trent’anni dalla caduta del muro di Berlino è ormai finita”.
La replica di Mosca
Secca la replica russa al discorso del presidente francese: Emmanuel Macron fa “ogni giorno dichiarazioni che contraddicono le sue dichiarazioni precedenti”, ha detto all’agenzia Tass la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova che ha definito il capo dell’Eliseo “disconnesso dalla realtà“.
L’attacco ai dazi di Trump
Nel suo discorso Macron è tornato sui dazi imposti dagli Usa che ritiene “incomprensibili“. Per il presidente francese non è ancora detta l’ultima parola: “Spero – ha detto il capo dell’Eliseo – di convincere e dissuadere il presidente degli Stati Uniti” a non imporre le tariffe aggiuntive che dovrebbero entrare in vigore il 12 marzo. Intanto l’Europa si prepara a rispondere al nuovo corso Usa con il dialogo strategico sull’acciaio i cui risultati saranno illustrati il 19 marzo.