La Commissione europea ha presentato ufficialmente la proposta per il Piano dell’Unione per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria per il biennio 2026-2027. L’iniziativa prevede l’istituzione di 15.230 posti totali destinati a persone bisognose di protezione internazionale.
Questi posti sono stati stimati sulla base dei contributi volontari offerti da nove Stati membri. Il piano si inserisce in un quadro normativo strutturato dal Regolamento (Ue) 2024/1350, che stabilisce il Quadro dell’Unione per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria. Il reinsediamento si definisce come il trasferimento diretto di un richiedente asilo da un Paese terzo extra Ue a uno Stato dell’Ue.
Percorsi legali in contesto migratorio
L’obiettivo fondamentale del reinsediamento è offrire percorsi sicuri e legali verso l’Unione a coloro che necessitano di protezione, contribuendo al contempo a rafforzare il partenariato dell’Ue con i Paesi terzi, anche nella lotta al traffico di migranti e nella cooperazione sui rimpatri.
Nonostante l’impegno, il numero di posti offerti (15.230) rappresenta una cifra contenuta se confrontata con i flussi migratori irregolari. Tali posti sono pari a circa il 6,4% degli arrivi irregolari di migranti registrati da Frontex nel solo 2024. È importante notare che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati stima che nel 2026 circa 2,5 milioni di rifugiati avranno bisogno di reinsediamento a livello globale.
Dal 2015, i programmi di reinsediamento sponsorizzati dall’Unione hanno permesso a circa 135.000 persone vulnerabili di trovare rifugio nell’Ue.
Strategia e priorità geografiche
Il piano biennale è progettato per essere adattabile e può essere modificato per riflettere l’evoluzione delle esigenze e le capacità degli Stati membri. Basandosi sull’esperienza pregressa e sulle indicazioni fornite dal Comitato di Alto Livello, il piano si concentra in particolare sulle principali rotte migratorie.
Le ammissioni previste dal piano si concentreranno su tre aree geografiche specifiche:
- Paesi lungo le rotte migratorie principali che conducono all’Unione attraverso il Mediterraneo e l’Atlantico, al fine di implementare un “approccio per l’intera rotta” e rafforzare lo spazio di protezione in queste regioni chiave di transito.
- Paesi nelle Americhe, con particolare attenzione all’America Centrale e Latina, riconoscendo i legami socioculturali che potrebbero facilitare l’integrazione nell’Unione.
- Paesi terzi partner con i quali l’Ue o i suoi Stati membri hanno stabilito un dialogo cooperativo e stanno compiendo progressi verso il raggiungimento di obiettivi più ampi di gestione della migrazione.
Prima del trasferimento, i candidati al reinsediamento sono soggetti a controlli di sicurezza e screening, e possono ricevere misure di orientamento pre-partenza per facilitare la loro integrazione nei Paesi ospitanti. Inoltre, gli Stati membri sono incoraggiati a dare preferenza a candidati con legami sociali o altre caratteristiche (come le competenze linguistiche) che faciliterebbero l’integrazione.
