L’euro digitale potrebbe diventare realtà nel 2029

Piero Cipollone (Bce): "La discussione tra Stati membri sta procedendo molto bene". I governi hanno sciolto uno dei nodi che frenavano il progetto, concordando sui limiti di detenzione della moneta digitale in mano ai cittadini
14 ore fa
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Euro Digitale

L’euro digitale potrebbe avere una data di lancio: il 2029. Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, lo ha spiegato ieri a a Francoforte durante un evento di Bloomberg Future of Finance. Non è una data a breve, ma è una prospettiva che rende un po’ più concreta un’iniziativa che va avanti da anni e che negli ultimi tempi ha ripreso slancio grazie anche ai rivolgimenti nell’ordine internazionale e alle politiche che il presidente Usa Donald Trump intende portare avanti sulle criptovalute, in particolare le stablecoin. Tra le tante autonomie che l’Unione europea sta cercando di ottenere o consolidare, quella finanziaria è diventata infatti non più rimandabile, come ha recentemente sottolineato anche la governatrice della Bce Christine Lagarde.

Accordo tra governi sul limite di detenzione dell’euro digitale

E qualcosa, almeno a livello di governi, si muove. Cipollone ha sottolineato che che i responsabili finanziari dell’area euro la scorsa settimana all’Ecofin hanno concordato sui limiti di detenzione della moneta digitale in mano ai cittadini, sciogliendo così uno dei nodi che frenavano il progetto. “La discussione a livello di Stati membri sta procedendo molto bene“, ha commentato. Di conseguenza, ha continuato, sembra ragionevole pensare che l’euro digitale possa diventare realtà a metà del 2029.

Il nodo dell’Europarlamento

Ma il percorso è ancora lungo e tortuoso: oltre ai governi, il progetto deve ottenere l’ok anche dell’Europarlamento, che deve approvare la normativa in materia. Secondo Cipollone, entro il prossimo maggio si potrebbe avere una posizione dell’Aula, dopo che il 24 ottobre verrà presentata una relazione sullo stato dei lavori. Gli eurodeputati a quel punto avranno sei settimane per proporre emendamenti e cinque mesi per discuterne. E poi “dovremmo arrivare a un approccio generale, come lo chiamano, a un accordo tra gli Stati membri entro la fine dell’anno“.

Se così sarà, il 2029 potrebbe essere una data fattibile, tenendo conto che occorrerà anche testare le infrastrutture e spiegare ai cittadini in cosa consiste l’euro digitale e come usarlo.

Costi tra 2,8 e 5,4 miliardi di euro

Riguardo i costi, secondo molti rilevanti, per Cipollone gli allarmi sono “esagerati” La stima della Commissione europea è “tra 2,8 e 5,4 miliardi” e al momento non ci sono motivi per pensare che non sarà rispettata.

Corsa contro gli Usa

L’Unione europea pensa da anni a implementare una propria moneta digitale, con l’obiettivo di guadagnare autonomia rispetto ai pagamenti digitali basati su aziende estere (ovvero, statunitensi) e per l’impulso che il presidente Usa Donald Trump intende dare alle criptovalute, in particolare alle stablecoin.

Il tycoon, che deve la propria rielezione anche al mondo crypto, lo scorso gennaio ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve e alle altre agenzie federali di sviluppare una Central Bank Digital Currency (Cbdc), definendola “una minaccia alla stabilità finanziaria, al diritto alla riservatezza dei cittadini e alla stessa sovranità Usa”. Parallelamente sta lavorando per rendere gli Stati Uniti “la capitale mondiale delle criptovalute”, e uno dei timori dell’Europa è che uno stablecoin ‘peggato (agganciato)’ al dollaro diventi la moneta corrente per i pagamenti digitali in Europa.

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