L’amore di Rama per l’Italia: “L’accordo sui migranti in Albania è esclusivo per Roma”

Il primo ministro albanese Edi Rama ha ribadito che l’accordo sui migranti tra Albania e Italia è un’intesa esclusiva e non replicabile altrove: ecco perché
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Giorgia Meloni, Keir Starmer e Edi Rama (Hollie Adams/IPA/Fotogramma)
Giorgia Meloni, Keir Starmer e Edi Rama (Hollie Adams/IPA/Fotogramma)

Il primo ministro albanese Edi Rama ha ribadito che l’accordo sui migranti tra Albania e Italia è un’intesa esclusiva e non replicabile altrove. Rama ha sottolineato l’”amore incondizionato” che lega il suo Paese a Roma, affermando che questo speciale rapporto è alla base del patto che consente al Bel Paese di trasferire temporaneamente i richiedenti asilo sul territorio albanese.

La notizia arriva dopo l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il primo ministro britannico Keir Starmer che ha espresso interesse per il progetto italo-albanese.

Un modello di collaborazione unico

“Questo è un accordo esclusivo con l’Italia perché noi amiamo tutti, ma con l’Italia abbiamo un amore incondizionato”, ha dichiarato Rama in un’intervista a EuroNews. Le parole del presidente albanese sono state chiare. Rama ha ribadito che altri governi europei non dovrebbero considerare l’Albania come un possibile partner per un accordo simile. L’intesa non è un modello trasferibile per la gestione delle richieste d’asilo, ma piuttosto una manifestazione di responsabilità come vicini e amici. “Abbiamo deciso di fare questo accordo sulla base del senso di responsabilità come vicini, come europei”, ha spiegato Rama.

Il Paese non fa parte dell’Unione europea e l’accordo ha generato non poche perplessità sul modello di gestione di migranti e richiedenti asilo. Le critiche riguardano le possibili violazioni dei diritti umani che un modello del genere potrebbe portare, ma Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte al termine della visita di Starmer a Roma ha chiarito che nei centri albanesi vigeranno giurisdizioni nazionali e comunitarie europee.

L’accordo in dettaglio

L’intesa quinquennale, firmata tra Roma e Tirana nel novembre 2023, prevede che i migranti intercettati in mare dalle autorità italiane vengano trasferiti in centri di accoglienza vicino al porto di Shengjin, in Albania. Qui, le loro richieste di asilo saranno esaminate da personale italiano.

Solo i migranti provenienti da Paesi considerati “sicuri” saranno trasferiti in Albania, mentre i richiedenti che otterranno l’asilo avranno diritto a risiedere in Italia. Quelli non idonei, invece, saranno rimpatriati.

Roma prevede di trattare fino a 36mila domande d’asilo all’anno in Albania, con il fine di alleggerire la pressione migratoria sulle proprie strutture. I centri in Albania, finanziati dall’Italia e sotto la giurisdizione italiana, non sono ancora stati aperti, nonostante l’intenzione iniziale di renderli operativi entro la primavera del 2024. Anche su questo, Meloni è stata chiara: “Ci sono stati dei ritardi operativi, ma il progetto c’è e si farà”, ha detto la premier.

Il modello Italia-Albania non è replicabile in altri contesti per diversi motivi strutturali:

  • La prossimità geografica e i flussi migratori storici hanno creato legami forti tra i due Paesi, difficili da riprodurre altrove​.
  • L’Albania ha una dipendenza economica dall’Italia, con quest’ultima che è uno dei suoi maggiori partner commerciali​. Nel 2022, le esportazioni italiane verso l’Albania hanno raggiunto un valore di circa 1,56 miliardi di euro, con un aumento annuale del 3,51% rispetto al 2017. I principali settori di esportazione includono viaggi, trasporti e altri servizi commerciali. Inoltre, l’Albania dipende fortemente dalle rimesse degli emigrati, che rappresentano circa il 9% del Pil del Paese nel 2022.
  • L’Italia utilizza la sua influenza per favorire l’integrazione europea dell’Albania, un aspetto che non esiste in molti altri casi​: il vicino italiano ha presentato la domanda di adesione all’Unione europea nel 2009 e dal 2014 è ufficialmente Paese candidato per l’ingresso.
  • Il modello richiede una compatibilità legislativa specifica e un livello di cooperazione politica non sempre presente in altre relazioni bilaterali​.

L’impatto sulla politica europea

L’accordo non ha incontrato particolari ostacoli da parte dell’Unione europea. La stessa presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha espresso ammirazione per l’intesa, definendola un esempio di “pensiero fuori dagli schemi”. Ha tuttavia messo in guardia i difensori dei diritti umani, preoccupati per il rischio di lunghe detenzioni e violazioni dei diritti dei migranti.

Non a caso, ben 15 Stati membri dell’Ue hanno esortato la Commissione a prendere ispirazione dal protocollo Italia-Albania per esternalizzare parzialmente la politica migratoria del blocco. Politica sulla quale si gioca il futuro demografico e produttivo dell’Ue.

La gestione dei migranti da parte degli Stati membri sta attirando polemiche e critiche da parte delle Ong. In alcuni casi, è dovuta intervenire la stessa Commissione europea esortando gli Stati a non prendere esempio da modelli come quello ungherese; mentre in tutta Europa si inaspriscono le misure di contenimento dei richiedenti asilo.

La crescente pressione migratoria in Europa ha portato molti Paesi a cercare soluzioni esterne, come dimostra l’interesse verso l’accordo Italia-Albania. Tuttavia, le differenze culturali e politiche tra i Paesi europei potrebbero rendere difficile replicare l’intesa in altri contesti. Rama ha chiaramente detto che l’amore che lega Albania e Italia è unico, e per ora, Roma rimane l’unico beneficiario di questo accordo.