La Groenlandia guarda all’Europa: “Serve una partnership più forte e rapida”

Il premier Jens-Frederik Nielsen intervenendo all'Europarlamento ha ribadito che l'isola artica, sempre più strategica e nelle mire di Stati Uniti, Russia e Cina, non intende unirsi a nessun Paese o blocco. Ma l'Unione "è un amico fidato"
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Il primo ministro groenlandese Jens-Frederik Nielsen
Greenland's Head of Government Jens-Frederik Nielsen addresses Members of European Parliament (MEP) during a formal sitting at the European Parliament in Strasbourg, eastern France, on October 8, 2025. (Photo by FREDERICK FLORIN / AFP)

Né con l’Ue né tanto meno con gli Usa. Il primo ministro groenlandese Jens-Frederik Nielsen, mercoledì 8 ottobre è intervento alla plenaria del Parlamento Europeo, a Strasburgo, spiegando chiaramente che “non ci uniremo a un altro Paese”, e che “in questo momento non abbiamo in programma di cercare di diventare un membro dell’Unione europea”. Tuttavia, l’Ue “è un amico fidato“, col quale i valori sono condivisi, e pertanto è in questa direzione che guarda la Groenlandia.

Nielsen, vestito con l’abito tipico delle popolazioni inuit, con le stesse tonalità di blu della bandiera europea, tra gli tra gli applausi dell’aula ha fatto capire chiaramente dove pende la bilancia dell’isola artica, in questi mesi balzata al centro dell’agone internazionale per il desiderio di Trump di metterci le mani sopra – non escludendo l’uso della forza – ma nelle mire anche di Russia e Cina, e strategica pure per l’Ue.

“La Groenlandia ha bisogno dell’Unione Europea, e viceversa”

La Groenlandia ha bisogno dell’Unione Europea, e l’Unione Europea ha bisogno della Groenlandia” ha affermato il politico trentaquattrenne. Ecco perché sta “lavorando per approfondire la partnership” firmata nel 2023 con l’Ue” e “per avvicinarsi in un partenariato in molte aree, come istruzione, minerali e industria“.

Nielsen lo ha ricordato nel suo intervento: il 2025 è stato “un anno ricco di eventi, se non drammatico”, per il suo territorio. “Abbiamo bisogno di cooperazione e partenariati con Paesi e istituzioni che la pensano allo stesso modo e che condividono i nostri valori. L’Ue è stata un partner stabile, affidabile e importante per la Groenlandia per oltre 40 anni“, ha dichiarato ringraziando poi il blocco “per il vostro forte sostegno durante i tempi difficili che stiamo attraversando in questo momento. Ci siete stati accanto come amici e partner. Non lo dimenticheremo mai”.

Più investimenti su minerali critici, connettività, energie rinnovabili

Il premier groenlandese ha dunque chiesto da parte europea più investimenti in risorse e infrastrutture, nell’estrazione di minerali critici e nello sfruttamento del potenziale idroelettrico, nel potenziamento delle reti di telecomunicazione e degli scali aeroportuali.

“Siamo molto felici che nel prossimo piano economico quinquennale presentato dalla Commissione – continua il groenlandese – siano presenti fondi per 530 milioni dedicati alla nostra terra”, ha detto all’Aula. Ma l’Ue deve “agire più rapidamente” per sviluppare i progetti di estrazione dei minerali “critici” di cui è ricca la Groenlandia, che “detiene 24 dei 34 minerali critici identificati dall’Ue”.

Perché “lo sviluppo di progetti minerari è ad alta intensità di capitale. Se vogliamo avere successo nello sfruttamento dei minerali critici, è necessario ridurre il rischio che gli investitori corrono. Questo compito deve essere risolto in parte a livello politico e non solo dai mercati”.

“Considerando l’attuale situazione della sicurezza mondiale e la transizione verde, è necessario agire più rapidamente. I minerali critici della Groenlandia hanno il potenziale per modificare gli equilibri e di sicurezza globali. La Groenlandia è pronta a muoversi con l’Ue, per accelerare il ritmo”.

Anche per quanto riguarda il settore delle energie rinnovabili, la Groenlandia “ha il potenziale per diventare un partner fondamentale dell’Ue”, perché “il potenziale idroelettrico dell’isola è vasto e inutilizzato“.

“Grazie alle nostre abbondanti risorse idriche, tra cui ghiacciai e fiumi – ha proseguito Nielsen – siamo un luogo ideale per progetti idroelettrici su larga scala (…). Stiamo cercando attivamente investitori per questi progetti, che saranno offerti nelle gare d’appalto il prossimo anno. La Commissione europea ci ha già supportato nella nostra prima gara d’appalto e siamo pronti a collaborare ulteriormente”.

La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in conferenza stampa ha concordato: “Quando guardate all’Europa, troverete amici e alleati”. E ha aggiunto: “Vorremmo più spesso la Groenlandia ai nostri tavoli”.

Il premier ha infine fatto riferimento alla pesca, ovvero al settore industriale più importante del territorio, sottolineando l’importanza di “continuare ad adeguare la cooperazione in materia di pesca allo sviluppo e alla crescita dell’industria groenlandese“. Mentre per quanto riguarda le foche, Nielsen ha auspicato la modifica del divieto generale europeo di immettere sul mercato comune prodotti derivati da questi animali, divieto che “ha causato un forte calo nella produzione interna e nelle esportazioni delle nostre pelli di foca. Questa pesca è la linfa vitale della nostra cultura e della nostra identità”.

Le mire di Trump

L’isola, ex colonia danese, dal 1979 è territorio autonomo nell’ambito del Regno di Danimarca e dal 2009 gode di un’ampia autonomia, con un proprio Parlamento e un proprio governo. Non fa parte dell’Unione europea. Nonostante le spinte indipendentistiche presenti sull’isola, al momento la Groenlandia e i suoi circa 56mila abitanti restano dipendenti da Copenaghen e da Bruxelles per sopravvivere.

La situazione potrebbe cambiare: il territorio è ricco di minerali preziosi per la transizione ecologica e digitale, che il riscaldamento globale potrebbe rendere più facile estrarre. Lo scioglimento dei ghiacci inoltre potrebbe aprire rotte commerciali convenienti, rendendola ancora più strategica e appetibile per le potenze mondiali.

Trump ha già provato ad acquistarla durante il suo primo mandato, e appena tornato alla Casa Bianca quest’anno ha definito il possesso dell’isola artica “di vitale importanza” per gli Usa, e preme perché il territorio diventi uno Stato a stelle e strisce.

La pretesa è stata rispedita al mittente sia dalla Groenlandia sia dalla Danimarca.

Riguardo i rapporti con Trump, alla domanda di un giornalista prima dell’intervento in Aula Nielsen ha risposto che i legami fra Usa e Groenlandia devono essere improntati “al rispetto reciproco” e basati sul “diritto internazionale”: “Cerchiamo di avere una cooperazione maggiore e migliore anche con gli Stati Uniti, quando possiamo mantenere un tono rispettoso“.

In ogni caso, Nielsen non ha escluso sviluppi anche da quel lato: “Un partenariato più forte e migliore con l’Ue non chiude le porte ad altre relazioni o collaborazioni con altri Paesi”.