Kamala Harris alla Convention a Chicago, la foto-fake di Trump e il ruolo dell’UE

La candidata democratica presenta il suo piano politico a Chicago, mentre Donald Trump definisce “golpe” le dimissioni di Biden e i repubblicani “minacciano” l’Unione europea
3 settimane fa
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Kamala Harris (Archie Carpenter/UPI/Shutterstock/IPA/Fotogramma)
Kamala Harris (Archie Carpenter/UPI/Shutterstock/IPA/Fotogramma)

Direzione Chicago. Kamala Harris, candidata alle presidenziali statunitensi, ha dato il via alla Convention democratica. “For the people, for our future” e, cioè, “Per le persone e per il nostro futuro”, è lo slogan scelto. Lo stesso che la democratica scelse per le primarie del 2020, quando fu costretta a lasciare il posto a Joe Biden.

Il presidente americano uscente passerà il testimone alla candidata che, insieme al suo vice Tim Walz, adesso ha una sola sfida: ridurre la retorica e puntare alla concretezza.

Quali sono le politiche proposte dalla probabile futura presidente degli Stati Uniti d’America? E perché le elezioni americane rappresentano una “minaccia” per l’Unione europea?

Pennsylvania, Harris Walz Inizia Il Tour In Autobus A Pittsburgh,
Il bus tour “Road to Chicago” di Kamala Harris (Archie Carpenter/UPI/Shutterstock/IPA/Fotogramma)

Kamala Harris a Chicago: banco di prova

A dare il via alla Convention a Chicago c’è il presidente Joe Biden. Nella quattro giorni, saliranno sul palco anche la first lady Jill Biden e l’ex segretaria di Stato Hillary Clinton. A seguire, parlerà Michelle Obama, prima di Barack e del marito di Kamala Harris, Doug Emhoff.

Il vicepresidente Tim Walz, attuale governatore del Minnesota, prenderà il microfono mercoledì. Prima di lui Bill Clinton, l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il ministro dei Trasporti Pete Buttigieg. Nella serata finale Harris accetterà formalmente la nomination alla Casa Bianca.

Pennsylvania, Harris Walz Inizia Il Tour In Autobus A Pittsburgh,
Kamala Harris e il marito Douglas Emhof (Archie Carpenter/UPI/Shutterstock/IPA/Fotogramma)

Alla ricerca di proposte politiche

Hillary Clinton si presentò nel 2016 alla Convention con oltre 200 proposte politiche. Joe Biden, nel 2020, fece redigere da una task force un fascicolo da 110 pagine da presentare per la stessa occasione. Kamala Harris, a Chicago, è arrivata “a mani vuote”, carica di retorica, ma con “poca politica”, come criticano i media americani.

“Quello che hanno fatto è stato tagliare le parti impopolari della campagna, che erano tutte le domande sull’età e la capacità di Joe Biden, e hanno lasciato le parti popolari, che erano il record effettivo e le politiche effettive del team Biden-Harris – ha detto Patrick Gaspard, presidente del Center for American Progress, il think tank dell’establishment democratico al Nyt -. Ora hanno l’opportunità di lucidarle proiettando la parte incompiuta dell’agenda nel futuro”.

“Il discorso elettorale standard di Harris non è affatto privo di politica, anche se non scende nei dettagli. Come presidente, dice, cercherebbe di aumentare il salario minimo, introdurre programmi più solidi di assistenza all’infanzia e congedi familiari retribuiti e mantenere bassi i costi di generi alimentari, alloggi e farmaci da prescrizione. Ha sostenuto il disegno di legge bipartisan sulla sicurezza dei confini che l’ex presidente Donald J. Trump ha contribuito a far naufragare all’inizio di quest’anno e il disegno di legge sui diritti di voto che i democratici della Camera hanno approvato nel 2021, solo per poi arenarsi al Senato. E Kamala Harris chiede anche nuove misure di controllo delle armi e l’introduzione del diritto all’aborto nella legge federale”, scrive il quotidiano statunitense.

E così, dalle politiche ambientali alla guerra a Gaza, Kamala Harris viene “bacchettata” rispetto alla concretezza nelle sue proposte politiche. Che il problema sia solo il poco tempo avuto a disposizione, con una candidatura flash a pochi mesi prima dalle elezioni, è la teoria perseguita da molti. Ma non la pensano tutti così.

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Manifestazione a Chicago pro-Palestina (John Rudoff/IPA/Fotogramma)

Lo spettro di Gaza

A incombere sulla riuscita della Convention c’è lo spettro di Gaza. In una contea di Chicago, infatti, risiede la più ampia popolazione americana di origine palestinese. Migliaia di manifestanti, perciò, sono attesi nelle proteste che già ieri sera iniziavano a pendere piede nella città che ospita l’evento democratico.

Mettendo in risalto il tema dell’unità, gli organizzatori della Convention hanno cercato di accontentare sia i musulmani che gli ebrei americani. Sono stati assegnati spazi per parlare alle famiglie degli ostaggi americani tenuti da Hamas a Gaza. Doug Emhoff, il marito di Kamala Harris, dovrebbe parlare delle sue origini ebraiche nel discorso che terrà sul palco. Allo stesso tempo, la responsabile della campagna politica, Julie Chavez-Rodriguez, ha tenuto una serie di incontri la scorsa settimana per ascoltare le preoccupazioni degli arabo-americani.

La guerra, perciò, diventa un tema principale sul quale la candidata non potrà sottrarsi dall’esprimersi e capire, quindi, se i manifestanti rappresentino un gruppo significativo di elettori in grado di influenzare le elezioni di novembre oppure se siano degli estremisti di sinistra a cui è opportuno resistere con un appello al centro.

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Manifestazione a Chicago (John Rudoff/IPA/Fotogramma)

Il “golpe” di Donald Trump

Come un falco in agguato, il Tycoon aspetta il momento giusto per sferrare un nuovo attacco all’avversaria politica. Dalla sua, i sondaggi politici non sembrano essergli sfavorevoli. In un elenco di 11 questioni, oggetto dell’ultimo sondaggio Washington Post-ABC News-Ipsos , la vicepresidente Kamala Harris è stata considerata più affidabile di Donald Trump su sei di esse. Harris ha vantaggi su relazioni razziali, aborto, assistenza sanitaria, protezione della democrazia, nomine alla Corte Suprema e violenza armata.

Secondo il sondaggio, Donald Trump è ritenuto più attendibile per quanto riguarda economia, inflazione, immigrazione e guerra tra Israele e Gaza. Harris e Trump hanno ricevuto punteggi simili, entro il margine di errore, sull’undicesima questione: “criminalità e sicurezza”.

E mentre “combatte” a colpi di fake news e offese a sfondo razziale o sessista contro Kamala Harris, sostiene fermamente che la sua candidatura sia dipesa da un “golpe democratico a Joe Biden”. Perciò terrà un contro programma con una serie di eventi in Pennsylvania, Michigan, North Carolina e Arizona a tema economia, crimine e immigrazione.

Non soddisfatto, il Tycoon ha inoltre condiviso su X un’immagine della rivale politica, generati con l’intelligenza artificiale, che la ritrae in un’arena piena di persone, con la scritta “Chicago” e il simbolo comunista della Falce e del martello. “Kamunism”, cioè ‘Kamala’ più ‘Comunismo’, è il titolo di oggi del New York Post.

Kamala Harris ha già assunto un team di avvocati in attesa che il risultato del voto possa essere contestato dal rivale. E l’Unione europea sarebbe tra i principali “indiziati” per il partito di Trump.

“Interferenza europea”

Intervistato dal patron di X Elon Musk, l’ex presidente ha parlato agli utenti facendo il suo ingresso nella piattaforma accusata di alimentare odio e disinformazione. Il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha denunciato quanto accaduto chiedendo a X di rispettare il Digital Service Act europeo.

Prima ha ricevuto insulti da Elon Musk che “difende” la propria libertà di espressione oltre ogni ragionevole limite, poi è arrivata una lettera dai repubblicani dell’House Judiciary Committee del Congresso Usa.

Nella lettera si legge che hanno avviato una “supervisione su come e in quale misura il ramo esecutivo del governo degli Stati Uniti ha costretto o collaborato con aziende e altri intermediari per censurare discorsi legittimi. Come parte della nostra supervisione, la sottocommissione selezionata ha ricevuto testimonianze su come funzionari di altri governi, inclusi lei e altri funzionari dell’Unione europea (UE), hanno cercato di censurare discorsi, inclusi quelli politici, online. Alla luce delle sue recenti minacce di ritorsione nei confronti di X Corp. – continua la lettera -, per aver facilitato il discorso politico negli Stati Uniti, le scriviamo per chiederle di interrompere qualsiasi tentativo di intimidire individui o entità impegnati in discorsi politici negli Stati Uniti e che non si prenda alcuna iniziativa che possa interferire in altro modo nel processo democratico americano”. Come risponderà l’Unione europea?